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Guida al Cristo Velato e alla Cappella Sansevero di Napoli

di Paola
8 commenti

La Cappella Sansevero è una delle attrazioni imperdibili del centro storico di Napoli. La statua di Cristo Velato custodita al suo interno è considerata un capolavoro della scultura, ma la Cappella Sansevero vale una visita anche per l’intreccio di arte e architettura che strizza l’occhio alla massoneria, nonché per le curiose macchine anatomiche del Principe Raimondo di Sangro custodite nella cripta.

La statua di Cristo Velato

Il motivo principale per visitare la Cappella Sansevero è vedere dal vivo la statua di Cristo Velato, scolpita da Giuseppe Sanmartino nel Settecento. Questa scultura è considerata un capolavoro della scultura per la verosomiglianza del sudario che copre il corpo di Cristo.

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La statua di Cristo Velato rappresenta il corpo di Cristo immobile senza vita, con accanto la corona di spine e le tenaglie, strumenti della Passione. Appoggiato sopra di lui, un velo che pare quasi vero. Non a caso all’epoca circolava la voce che il sudario di Cristo non fosse stato scolpito, ma ricavato da un processo alchemico di marmorizzazione.

Nonostante sembri incredibile, “fatto con tanta arte da lasciare stupiti i più abili osservatori” come dichiarato dal suo committente, il Principe Raimondo di Sangro, il velo che ricopre il corpo di Cristo è stato ricavato da un unico blocco di pietra. Analisi contemporanee hanno confermato che il velo e il resto della statua sono tutt’uno, ma davvero sembra impossibile si tratti di un’opera umana.

Lo scultore Antonio Canova, dopo aver provato inutilmente ad acquistare la statua, dichiarò che avrebbe rinunciato a dieci anni di vita per poter realizzare una scultura del genere. essere lui lo scultore del Cristo Velato. Il marchese de Sade ne esaltò “il drappeggio, la finezza del velo (…) la bellezza, la regolarità delle proporzioni dell’insieme”. Il compositore Riccardo Muti scelse il volto del Cristo Velato per la copertina del suo Requiem di Mozart.

La statua del Cristo Velato ha stupito chiunque l’abbia visto per i dettagli realistici e la bellezza senza tempo. Eppure anche le altre statue esposte nella Cappella Sansevero non sono da meno, con particolari che sembrano prendere vita a ogni sguardo.

La statua di Cristo velato nella Cappella Sansevero di Napoli
La statua di Cristo velato nella Cappella Sansevero di Napoli

Cosa vedere alla Cappella Sansevero (oltre al Cristo Velato)

Il Cristo Velato è solo uno dei tanti elementi incredibili della Cappella Sansevero. L’intera struttura è curata in ogni dettaglio con statue che sembrano vere, pavimenti a labirinto e simboli massonici nascosti tra figure cristiane. Infine la parte inferiore della chiesta, la cavea sotterranea, ospita due inquietanti macchine anatomiche che sembrano appartenere più a un Museo di Anatomia Umana che a una collezione privata.

Le statue massoniche delle virtù e la deposizione

Le dieci statue delle Virtù della Cappella Sansevero rappresentano il percorso spirituale degli iniziati alla massoneria. Ogni nuovo membro deve infatti perfezionare se stesso per riuscire a scoprire la verità. Le più importanti statue delle Virtù sono la Pudicizia e il Disinganno, dedicate alla madre e al padre del principe di Sansevero Raimondo di Sangro.

La Pudicizia è una sensuale donna velata, accanto a una lapide spezzata che rappresenta l’impossibilità di contatto tra la vita e la morte, il dramma di una vita spezzata troppo presto. Sul piedistallo il concetto viene ribadito dalla scena biblica di Maddalena che cerca di toccare Gesù risorto, ma viene da lui allontanata.

Il Disinganno è un uomo che cerca di districarsi dalla rete dell’inganno e del peccato, accanto a un globo che rappresenta le passioni mondane da cui liberarsi. La corrispondente scena biblica sul piedistallo è Gesù che dona la vista al cieco, anche in questo caso un chiaro riferimento massonico. La statua del Disinganno è incredibilmente realistica e persino la rete è stata scolpita nel marmo.

La statua del Disinganno nella cappella Sansevero a Napoli
La statua del Disinganno nella cappella Sansevero a Napoli

La Deposizione sull’altare maggiore è l’unica scultura ad altorilievo in un altare principale a Napoli. Nella scultura di Francesco Celebrano e Paolo Persico non ho trovato riferimenti mistici o massonici, solo le classiche figure della deposizione.

Maria e Maddalena sono affiancate da e una serie di angeli. Uno dei putti, un angelo bambino, mostra il volto metallico di Cristo rimasto impresso sul sudario. Anche questa composizione è incredibilmente realistica con corpi, volti e dettagli scolpiti nel marmo che sembrano prendere vita.

Sopra la porta di ingresso della cappella si trova anche una scultura che raffigura Cecco di Sangro nell’atto di uscire da una cassa. Si tratta di un evento realmente accaduto durante la battaglia per conquistare la rocca di Amiens, nelle Fiandre, quando il nobile si era nascosto per sorprendere i nemici.

La volta e i simboli massonici

Come se non bastasse la maestosità della statua di Cristo Velato e delle altre sculture, anche il soffitto della Cappella Sansevero è un’opera incredibile La volta è decorata con lo stile dell’architettura illusionistica. Molti elementi architettonici non sono reali, ma dipinti per sembrare veri, così come le persone ritratte.

I colori dell’affresco sulla volta, realizzati con una formula chimica inventata da Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, sono rimasti incredibilmente vivi e intensi a distanza di secoli, tanto che parrebbero appena restaurati. Il Principe rimase però totalmente insoddisfatto del dipinto del pittore Francesco Maria Russo da lasciare nel testamento la raccomandazione di rifare completamente l’affresco.

L’affresco sul soffitto della Cappella Sansevero ha un valore fortemente simbolico che nasconde simboli massonici. Gli angeli e gli altri personaggi convergono tutti verso il centro della scena in cui si trova una colomba in una nuvola di luce, con un triangolo nel becco.

Il triangolo significa sia la trinità cattolica che la lettera maiuscola greca delta Δ, simbolo della nascita cosmica per i pitagorici. La delta per la massoneria è il segno distintivo del Maestro Venerabile, carica ricoperta proprio da Raimondo di Sangro principe di Sansevero.

La volta della cappella Sansevero a Napoli
La colomba con il triangolo cattolico/massonico/pitagorico si trova nella nuvola a sinistra della volta affrescata

Il pavimento a labirinto

Inizialmente il pavimento della Cappella San Severo era realizzato con un complicato motivo a labirinto a intarsio con una linea ininterrotta in marmo bianco, senza alcuna giuntura, opera di Francesco Celebrano. Purtroppo, dopo un crollo avvenuto nel 1889, sono rimasti solo pochi pezzi del pavimento originario davanti alla tomba di Raimondo di Sangro e nella cavea sotterranea perché l’originale era troppo complicato da restaurare.

Il disegno alternava svastiche e quadrati concentrici disposti in prospettiva. Spinta dalla curiosità ho controllato i resti e davvero non ci sono giunture nel marmo bianco, sembra un’unica lastra intarsiata. Pare che anche questa fosse un’altra delle invenzioni incredibili del Principe di Sansevero.

Come tutte le opere d’arte presenti nella Cappella Sansevero, anche il pavimento si può interpretare con un significato massonico. Il labirinto rappresentava infatti l’immagine alchemica della Grande Opera così come la difficoltà dell’iniziato per approdare alla Conoscenza.

La cavea sotterranea e le macchine anatomiche

Al di sotto della Cappella Sansevero si trova la cavea sotterranea, una piccola stanza interrata molto più piccola di quello che sembra in foto. Nel progetto di Raimondo di Sangro doveva ospitare le tombe dei suoi discendenti e la statua di Cristo Velato, illuminata da lampade a luce perpetua da lui inventate.

Questo progetto non venne però mai realizzato e oggi l’attrazione principale sono le macchine anatomiche di di Giuseppe Salerno, due scheletri di un uomo e una donna con il sistema circolatorio a vista, cristallizzato al proprio posto.

Particolare della macchina anatomica maschile esposta nella cavea della cappella Sansevero a Napoli
Un particolare della macchina anatomica maschile esposta nella cavea della Cappella Sansevero…

In origine le macchine anatomiche si trovavano nell’Appartamento della Fenice, una stanza della residenza di Raimondo di Sangro. Vennero spostate nella cavea della Cappella Sansevero solo parecchio tempo dopo la morte del Principe per salvarle dalla dispersione o distruzione.

La fama di alchimista del Principe contribuì a diffondere la leggenda che si trattasse di due suoi servitori fatti uccidere per poterne esporre il corpo. Tuttavia la macchina anatomica maschile fu acquistata nel 1756 dopo un’esibizione a Napoli, mentre quella femminile fu realizzata successivamente su sua commissione.

Lo scopo di questi oggetti era semplicemente conoscere il corpo umano per studiarne l’anatomia e furono entrambe realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno. Il sistema circolatorio delle macchine anatomiche della Cappella Sansevero è composto da diversi materiali tra cui coloranti e cera d’api, nulla di alchemico e inspiegabile. Di misterioso c’è solo la scomparsa del feto, esposto inizialmente ai piedi della donna e poi trafugato a metà del secolo scorso.

Raimondo di Sangro Principe di Sansevero: inventore, scrittore, esoterista

Il Principe Raimondo di Sangro era un nobile napoletano del Settecento, militare, inventore, esoterista, anatomista, alchimista, mecenate, massone, scrittore e tante altre cose ancora. I suoi interessi furono molteplici e contribuirono alla nascita di numerose leggende popolari.

Secondo Benedetto Croce il Principe era “l’incarnazione napoletana del dottor Faust (…) che ha fatto il patto col diavolo, ed è divenuto un quasi diavolo esso stesso, per padroneggiare i più riposti segreti della natura”. Su di lui circolavano voci su come avesse ucciso sette cardinali per costruire delle sedie con le loro ossa. O accecato Giuseppe Sanmartino per evitare che potesse realizzare un’altra scultura come il Cristo Velato.

Nella realtà Raimondo di Sangro Principe di Sansevero si limitò a sperimentare in vari campi scientifici raggiungendo risultati che apparivano prodigiosi e inspiegabili ai contemporanei. L’iscrizione sulla sua lapide, realizzata con un processo di sua invenzione per incidere le lettere in rilievo, lo descrive come un “uomo straordinario predisposto a tutte le cose che osava intraprendere (…) celebre indagatore dei più reconditi misteri della Natura”.

Le invenzioni di Raimondo di Sangro

Il Principe di Sansevero con le sue scoperte contribuì al progresso tecnologico dell’epoca. Le invenzioni di Raimondo di Sangro furono innumerevoli. Tra le più note ci sono un palco pieghevole per rappresentazioni teatrali, un archibugio funzionante sia a polvere che ad aria compressa, un cannone leggero con una gittata più ampia del normale, una carrozza marittima a pale, diverse medicine, un sistema per colorare il vetro e uno per creare delle gemme artificiali, fuochi pirotecnici di diversi colori, una sostanza in grado di bruciare ininterrottamente per tre mesi con cui voleva illuminare il Cristo Velato, una macchina idraulica per deviare il flusso delle acque, un sistema di stampa a colori.

I dissidi con la Chiesa Cattolica

Nella sua infinita sete di conoscenza, Raimondo di Sangro tentò anche di riprodurre il miracolo del sangue di San Gennaro, attirandosi le ire della Chiesa. Il suo libro più famoso, la Lettera Apologetica fu inserito nell’Index librorum prohibitorum, ovvero l’Indice dei libri proibiti della Chiesa Cattolica, elenco soppresso solo nel 1966.

Ritratto di Raimondo di Sangro Principe di Sansevero
Ritratto di Raimondo di Sangro Principe di Sansevero

Informazioni utili per visitare la Cappella Sansevero a Napoli

La Cappella Sansevero, con il Cristo Velato, appartiene ancora oggi ai discendenti di Raimondo di Sangro Principe di Sansevero, ma è aperta regolarmente al pubblico. Pur non essendo molto ampia, la Cappella Sansevero è ricca di particolari per cui considera almeno un’ora per una visita.

Online puoi leggere esperienze di visitatori che ci sono stati pochi minuti, mentre altri oltre un’ora. Io ho trascorso un’ora intera ascoltando l’audioguida e fermandomi ad ammirare con calma le opere più interessanti. L’audioguida da sola dura venticinque minuti, ma puoi fermarla e riascoltarla.

All’interno della Cappella Sansevero non è possibile scattare fotografie per tutelarne il patrimonio artistico, tra cui il Cristo Velato. Per questo motivo le fotografie di questo articolo sono fornite dal sito ufficiale del museo.

Come acquistare i biglietti e prenotare la visita

La Capella Sansevero è un’attrazione molto popolare tra i turisti e, viste le piccole dimensioni, la prenotazione della visita è diventata obbligatoria per tutelare il patrimonio artistico. Già quando la prenotazione era solo consigliata, la biglietteria non garantiva la disponibilità di biglietti nonostante la lunga fila.

La biglietteria dovrebbe comunque offrire ancora i biglietti rimasti fino a esaurimento, in quantità molto limitata, ma non garantisce la possibilità di accedere alla Cappella Sansevero. Il biglietto singolo per l’ingresso costa € 8 + diritti di prenotazione, mentre l’audioguida, fortemente consigliata se non visiti l’edificio con una guida costa € 3,50 + diritti di prenotazione.

Al momento in cui scrivo i biglietti online vengono offerti con solo un mese di anticipo. Per essere sicura di trovare i biglietti puoi prenotare la visita guidata con ingresso alla Cappella Sansevero, disponibili anche con anticipo maggiore. Ti suggerisco di verificare sul calendario qui sotto le date ancora disponibili.

Dove si trova la Cappella San Severo

La Cappella Sansevero si trova nel centro storico di Napoli, alle spalle di Piazza San Domenico Maggiore. Se ti trovi in centro è comodamente raggiungibile a piedi, altrimenti puoi prendere la metropolitana. Le fermate più vicine sono Università e Dante sulla Linea 1, e Cavour sulla Linea 2.

Museo Cappella Sansevero
Via Francesco de Sanctis, 19/21
80134 Napoli

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La Cappella Sansevero è incredibile non solo per il Cristo Velato, ma anche perché sembra una raccolta di opere d’arte più che una chiesa. Le sculture, il pavimento a labirinto e l’affresco sulla volta sono elementi così scenografici che ti lasceranno a bocca aperta. Ti consiglio assolutamente di visitarla in viaggio a Napoli.

Scrivimi nei commenti le tue impressioni e se hai già prenotato un tour guidato alla Cappella Sansevero.

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8 commenti

Rossella 19/02/2020 - 01:06

Il tuo articolo mi ha interessato molto: la prossima settimana sarò infatti a Napoli per lavoro e con i colleghi e i clienti è stata organizzata una visita proprio del Cristo Velato e della Cappella. Parto così con maggiori informazioni per riuscire da subito a cogliere i dettagli e gli aspetti salienti.

Rispondi
Paola 19/02/2020 - 19:08

Anche io quando viaggiavo molto per lavoro ne approfittavo per visitare qualche museo locale, è molto bello che sia la stessa azienda a organizzare la visita per il vostro gruppo, sono sicura ti piacerà moltissimo 🙂

Rispondi
Valentina 16/02/2020 - 20:32

Conosco il Cristo Velato di fama ma ammetto che non mi ricordavo fosse a Napoli! La Cappella Sansevero sembra davvero fantastica, grazie per questa guida dettagliata, spero di visitarla presto

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Paola 17/02/2020 - 08:48

Ne vale assolutamente la pena! Il Cristo Velato è davvero magnifico, ma le altre statue e i dettagli non sono da meno!

Rispondi
Cristina 16/02/2020 - 13:35

Ho visitato la Cappella anni fa e queste foto mi hanno fatto ricordare quell’esperienza molto forte e singolare. Bellissimo post!

Rispondi
Paola 16/02/2020 - 15:15

Davvero un luogo unico nel cuore di Napoli. Vederla dal vivo è decisamente un must quando si visita la città!

Rispondi
Stefania 16/02/2020 - 11:12

Avevo visitato la Cappella proprio per vedere il Cristo velato ma ero rimasta incantata anche dalla bellezza delle altre opere. Secondo me le macchine anatomiche sono realmente due persone, avranno fatto analisi per appurarlo?

Rispondi
Paola 16/02/2020 - 15:14

Le macchine anatomiche sono veramente realistiche, ma a parte le ossa – purtroppo vere – la parte del sistema circolatorio è una riproduzione eseguita alla perfezione. Nell’Ottocento infatti l’anatomia si studiava in questo modo e l’arte si è legata alla scienza per creare dei modelli come ho scoperto nel Museo di Anatomia Umana di Torino.

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