Home Appunti di viaggio La street art di Betlemme in 5 foto

La street art di Betlemme in 5 foto

di Paola
15 commenti

La prima cosa che ci viene in mente quando pensiamo alla street art in Palestina, e in particolare a Betlemme, sono i graffiti sul muro che divide i territori israeliani da quelli palestinesi. La barriera di separazione fatta costruire da Ariel Sharon nel 2002 si è infatti trasformata quasi subito in una tela per esprimere il dissenso politico, ospitando artisti di fama mondiale come Banksy, Blu e How & Nosm.

Graffiti sulla barriera di separazione israeliana a Betlemme
Graffiti sulla barriera di separazione israeliana a Betlemme

Il primo artista a diffondere la street art a Betlemme è stato proprio Banksy. Quando visitò la Cisgiordania nel 2005 dipinse nove graffiti sul muro di separazione e su edifici privati di Betlemme e dintorni. I suoi disegni satirici erano una vera e propria critica all’allora politica di occupazione israeliana e avviarono un colorato assalto alla barriera da parte di artisti palestinesi e internazionali.

La colomba di Bansky a Betlemme
L’iconica colomba con giubbotto antiproiettile dipinta da Banksy a Betlemme sul muro di una casa privata

Uno dei graffiti più apprezzati e fotografati è sicuramente quello che invita a dedicarsi al cibo con “Make hummus not walls” e che fa il verso allo slogan “Fate l’amore non la guerra” del movimento pacifista degli anni ’60 contro la guerra del Vietnam.

Make hummus not walls a Betlemme
Scritta “Make hummus not walls” sulla barriera di separazione a Betlemme

In un altro tratto del muro di Betlemme sono invece raffigurati l’eroina palestinese Leila Khaled e un albero di Natale circondato dalla barriera, quest’ultimo opera dell’artista Blu. Betlemme è strettamente connessa alla natività e di conseguenza al Natale quindi l’interpretazione del disegno è chiara.

Leila Khaled è invece un personaggio controverso perché i palestinesi la considerano un’eroina e il resto del mondo una terrorista. Negli anni settanta aveva infatti partecipato a due dirottamenti aerei per sensibilizzare alla causa palestinese.

Leila Khaled e albero di Natale murato
Ritratto della dirottatrice Leila Khaled di autore sconosciuto e albero di Natale murato di Blu

Infine l’ultimo graffito che vi propongo è una specie di mostro-mosca in nero, rosso e bianco realizzato dai gemelli newyorkesi How & Nosm. Durante la realizzazione delle loro opere in Cisgiordania sono stati spesso minacciati dai soldati israeliani e una loro opera rappresentante una chiave è stata nascosta da una stella di Davide e slogan pro-israeliani il giorno stesso del suo completamento.

Mosca dipinta da How & Nosm a Betlemme
Graffito con pseudo-mosca dipinto sulla barriera di separazione a Betlemme dai gemelli newyorkesi How & Nosm

Ho scattato tutte queste foto nel 2013 durante il mio primo viaggio in Israele e mi sono innamorata della street art proprio passando in bicicletta davanti a queste opere iconiche. Anche se il lato religioso di Betlemme non mi aveva particolarmente colpito, vorrei tornare per visitare il Walled Off Hotel creato da Banksy, all’epoca non era ancora aperto!

Fatemi sapere nei commenti se conoscevate già la street art di Betlemme e se volete vedere altre fotografie dei miei viaggi.

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15 commenti

Flavia Licciardello 26/03/2019 - 14:51

Adoro la street-art, con la sua carica polemica ed emotiva dirompente e tutti i suoi colori. La ricerco ovunque io vada, ma non conoscevo questo aspetto di Betlemme. Interessantissimo!

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Paola 26/03/2019 - 22:25

Io mi sono appassionata alla street art proprio a Betlemme 🙂 Mi piaceva anche prima, ma non ci avevo mai fatto troppo caso ai suoi messaggi fino a quando non mi sono trovata in bicicletta a fermarmi davanti al murales di Banksy che ho riportato nel post!

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Giulia 24/03/2019 - 14:59

“make hummus not walls” penso diventerà il mio nuovo motto, troppo bello! Non sarebbe male se i potenti del mondo si riunissero davanti a una bella ciotolona di hummus con tanto di flat bread per discutere i loro loschi affari. Sono convinta che dopo una bella mangiata di ceci e tahina si sentiranno tutti in pace con il mondo, altro che muri

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Paola 25/03/2019 - 09:19

Infatti è quello che succede in Israele in tempo di pace! Durante lo shabbat gli ebrei vanno senza problemi a mangiare hummus nei ristorantini arabi 😉

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Dany M 20/03/2019 - 12:59

Mi hai incuriosito moltissimo, adoro la street art e la loro storia. Non è un caso se sono andata a leggere la storia di Leila Khaled, ( ho chiamato Leila mia figlia ).. interessante!

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Dany - Racconti di viaggio e non solo 20/03/2019 - 12:57

Mi hai incuriosita molto, tanto che sono andata leggere la storia di Leila ( nome bellissimo, ho chiamato mia figlia così 😀 ) e che belle le immagini di street art e la loro storia !

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Paola 21/03/2019 - 15:39

Spero come Leila di Star Wars che la Leila del murales non sembra il massimo a simpatia 😉

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Francesca 19/03/2019 - 13:20

Non conoscevo affatto questo aspetto di Betlemme, e devo dire che mi hai davvero incuriosita! Aspetto con ansia altri post su Israele e zone limitrofe perché è da un po’ che sogno di fare un viaggio da quelle parti… 🙂

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Paola 21/03/2019 - 15:32

Pensa che Israele non era mai entrato nella mia bucket list e l’ho visitato solo perché un amico abitava lì però poi è stato amore a prima vista: il cibo, le persone, lo stile di vita, tutto mi è piaciuto da impazzire

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Sara Alessandrini 14/03/2019 - 10:31

Non ho mai sentito parlare di Street Art a Betlemme. Senz’altro mi piacerebbe andarci forse per vedere altri aspetti soprattutto quello religioso direi! Ma non mi dispiacerebbe vedere anche questi meravigliosi murales! Ora sono curiosa di sapere com’è non ti ha colpito (dal punto di vista religioso) Betlemme!

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Paola 15/03/2019 - 01:20

Come sai non sono mai stata troppo interessata al valore religioso delle destinazioni, ma proprio visitando Betlemme e Gerusalemme (che sono vicinissime, io mi sono spostata in bicicletta) ho provato davvero antipatia per le varie religioni. Troppo odio, troppe contese per terre e monumenti che alla fine sono solo simboli. A Gerusalemme ebrei e arabi si autosegregavano nelle rispettive zone, guardando con disprezzo persino noi turisti. Pensa che la zona di Gerusalemme est è stata una delle poche al mondo dove ho sentito un brivido di allerta, mentre in tutto il resto di Israele mi sentivo sicurissima.
Certo la situazione politica non aiuta, ma contendersi una chiesa ha senso? A Betlemme ho fatto la coda per vedere il punto dove sia nato Gesù e mi sono ritrovata in un posto assurdo pieno di ori e decorazioni al limite del kitsch. Eppure io mi ricordavo un Gesù povero che predicava amore…

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Giovy Malfiori 14/03/2019 - 06:59

La street art, soprattutto quella lasciata da Banksy, è uno dei motivi che mi porterebbe da quelle parti.

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Paola 14/03/2019 - 08:52

Io ho scoperto Banksy proprio lì, per caso! Prima apprezzavo la street art, ma non ero molto appassionata, adesso invece appena vedo un graffito che mi piace cerco di risalire all’autore attraverso internet e scoprire se ci sono altri suoi interventi in zona 🙂

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Elena 08/03/2019 - 12:24

Splendide opere, sicuramente molto evocative… Vorrei eccome vedere altre tue foto e racconti dei tuoi viaggi, in Israele in modo particolare! Ci sono stata da ragazzina e pertanto non so se l’ho compresa fino in fondo…

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Paola 09/03/2019 - 20:16

Ho in programma almeno un paio di altri post, non è stato un viaggio recentissimo, ma mi sono accorta di avere tantissime foto da condividere!

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