Noi travel blogger veniamo sempre investiti di moltissime aspettative quando si tratta di viaggi e tutti si aspettano da noi tour incredibili senza pause, scalate sull’Everest a mani nude, attraversamento della Manica a nuoto. In realtà anche a noi travel blogger ogni tanto piace indulgere in un viaggio pigro a tutto relax e in questo articolo puoi leggere i migliori viaggi miei e delle Travel Blogger Italiane all-inclusive, alcuni addirittura con buffet e animazione, in crociera o villaggio turistico!
Toscana con bimbo e nonni in villaggio turistico
Dopo anni di avventure in giro per il mondo, il primo viaggio vero con mio figlio è stata una vacanza al mare in Toscana, insieme ai miei genitori. Era lo stesso villaggio in cui andavo da bambina e in cui i miei genitori continuano ad andare ancora oggi. Immaginati il classico villaggio con animazione pensato per nonni e nipoti che tutti i travel blogger guardano con sospetto! Niente discoteca o cocktail variegati, solo animazione leggera con ginnastica in spiagga e baby dance, mentre al ristorante il cibo era generalmente in stile casalingo.
In quel periodo però ero stanca e non volevo fare assolutamente niente, se non aspettare il cibo al mio tavolo e passare le ore a galleggiare in piscina. Per la prima volta non ho organizzato visite a musei e neanche mi è passato per la testa di visitare le città limitrofe come Pisa e Livorno. L’unica occupazione vagamente culturale di quella settimana è stata fotografare l’architettura razionalista di Calambrone. Confesso anche di aver lasciato mio figlio con i nonni per la maggior parte del tempo, limitandomi ad allattarlo a richiesta.
Insomma, non è stato il genere di viaggio che faccio di solito, ma mi è sicuramente servito per ricaricarmi e credo che con un bambino in famiglia fare una vacanza all inclusive una volta all’anno sia un’ottima scelta. I bambini infatti adorano l’animazione dei villaggi turistici e dai tre anni in su tutte le strutture e le crociere accettano i piccoli nei loro mini club. Non escludo quindi un altro viaggio del genere a breve!

Djerba in villaggio turistico
Viaggio pigro di Barbara, autrice di Wanderlust in travel ⛱
La mia esperienza a Djerba in Tunisia risale al 2013. Ai tempi lavoravo ancora in uno studio odontoiatrico come assistente alla poltrona e mi trovavo parecchio male. Venivo da un periodo stressante e ricercavo solo un po’ di pace.
Dovete sapere che negli studi dentistici poche volte hai la possibilità di scegliere le settimane di ferie, bisogna rispettare le chiusure aziendali, che solitamente sono nel mese di agosto. Così, mi sono adattata e quell’anno ho deciso: volevo andare in un villaggio per rilassarmi e godere della sana nullafacenza. Purtroppo, il budget era limitato e visto che sono amante del mare e della storia è sorta l’idea: andare a Sharm el Sheik. Non potete capire la mia emozione e quanto mi sono preparata per quel giorno.
Ma poi intorno a giugno iniziarono grossi scontri tra la popolazione e il governo egiziano. Esattamente il 3 luglio 2013 c’è stato il colpo di Stato in Egitto e, ovviamente, per motivi di sicurezza tutti, i voli e prenotazioni per il Paese sono state cancellate. Mi sono ritrovata a luglio senza destinazione. L’agenzia mi ha dato due scelte: un voucher da spendere entro un anno o scegliere un’altra meta. Fu così che finii a Djerba.
Scopri cosa puoi fare a Djerba
L’isola di Djerba si trova sulla costa mediterranea, a sud della Tunisia ed è la più grande isola costiera del Nord Africa. Chiamata anche l’isola di Ulisse, si dice che questa fu l’isola che ispirò Omero a scrivere l ‘Odissea. La sua posizione geografica e strategica fece sì che fosse occupata da diversi popoli: Cartaginesi, Romani, Vandali e Bizantini. Nel 667 fu conquistata dagli arabi e, nell’XI secolo, iniziò ad essere occupata dalle tribù Hilal, provenienti dall’Oriente.
Djerba è ricercata soprattutto per le sue spiagge, con una costa di 125 chilometri di sabbia fine e acqua mite. L’unica pecca? Che è un’isola, quindi a seconda del periodo puoi trovare il mare brutto, pieno di alghe e varie tempeste estive. Indovinate? Ciò che è accaduto proprio a me!
Vacanza di una settimana in un villaggio italiano 5 stelle, staff fenomenale, cibo… ehm non parliamone! Come ho detto, ovviamente ho trovato solo brutto tempo, per cui il divertimento è stato assicurato dal team di animazione. Il capovillagio, Stefano, quell’anno si è superato. Ogni giorno si presentava vestito da un personaggio diverso. Il giorno più folle è quando è apparso a colazione vestito da fenicottero, coinvolgendo tutti i presenti a ballare.
La cosa bella del villaggio è che alla fine della settimana si è creato un gruppo di amici bellissimo! Infatti, noi eravamo almeno cinque ragazzi, sempre insieme. Abbiamo fatto alcune escursioni come: il tè nel Sahara con i beduini, il giro sulla groppa di un dromedario e la passeggiata a cavallo alla scoperta del lago salato di Chott El Djerid e la zona delle saline.
In una di queste occasioni abbiamo conosciuto un ragazzo locale, chiamato Youssef, che ci ha preso in simpatia e in una delle ultime sere ci ha portato fuori dal villaggio, con la sua macchina alla scoperta della vera città. Siamo stati pazzi, lo so. In un paese con una cultura completamente diversa dalla nostra e senza parlare la lingua, a fidarci totalmente di questo ragazzo. Che dire? Abbiamo visto il centro città, i locali frequentati dai nativi e anche le loro discoteche. Una cosa che non dimenticheremo mai nella vita!

Natura e centro benessere in Alto Adige
Viaggio pigro di Debora, autrice di Riparto da un viaggio ⛱
Viaggiare: gironzolare, assaporare, odorare, fare, disfare le valigie… praticamente non stare mai ferma. Mi sono arrampicata sul ghiacciaio Perito Moreno in Argentina, mi sono spinta fino al Deserto della Guajira in Colombia, ho scalato il Salto Angel in Venezuela. Mi sento più che una viaggiatrice, un’esploratrice moderna curiosa di tutto e di tutti. Non potevo, quindi immaginare che un giorno mi sarei concessa una vacanza benessere in Trentino Alto Adige, esattamente all’Adler Hotel.
Situato nel cuore della Val Gardena, nel piccolo borgo altoatesino di Ortisei, l’Adler può definirsi un vero e proprio parco giochi del benessere. Piscine coperte, scoperte, sauna, grotte saline, un vero luogo magico, dove poter rigenerare spirito e corpo. Tra passeggiate, coccole e massaggi circondata da un paesaggio fiabesco la mia è stata una vacanza indimenticabile con unico must, il relax. Parola d’ordine riposare e rilassarsi.
I primi giorni, quasi quasi avvertivo una certa difficoltà a staccar la spina, a lasciarmi andare. Osservavo tutto con distacco, mi sembrava strano questo clima così rilassato tanto da spingere tutti gli ospiti ad andare a colazione indossando solamente l’accappatoio. Tempo due giorni e mi sono adattata perfettamente. Marilyn Monroe si addormentava con solo due gocce di Chanel, io invece iniziavo la mia giornata presentandomi al buffet della colazione indossando solo un avvolgente e morbido accappatoio.
Che goduria, una sensazione assolutamente da provare! E non finisce qua con le esperienze insolite o quanto meno nuove che ho provato. Altra esperienza di benessere da vivere in una vacanza benessere è la sauna. Non la sauna e basta, ma quella finlandese completamente nudi come mamma ci ha fatti. Confesso, questa l’ho vissuta con un certo imbarazzo ma dopo un momento di esitazione mi sono buttata. D’altronde una vera travel blogger deve essere sempre pronta a tutto… o quasi!
La vacanza benessere, che meraviglia, è stata una parentesi indimenticabile della mia vita da viaggiatrice anche se, intendiamoci non ho ancora attaccato le “scarpette al chiodo”. Sono sempre pronta a viaggi rocamboleschi all’insegna dell’ignoto ma vi svelo un segreto: un’altra vacanza così la farei di nuovo immediatamente.

Pacchetto Messico e USA dell’agenzia viaggi
Viaggio pigro di Lucia, autrice di Souvenir di viaggio ⛱
Non mi pento di nulla, per carità, però è successo. È successo quello che nessuno immaginerebbe mai che una travel blogger potesse fare: ho fatto un viaggio negli USA completamente organizzato da un’agenzia, dove io non ho mosso un dito! Poi, ciliegina sulla torta, ho trascorso una super rilassante settimana in un villaggio all inclusive a 5 stelle in Messico, sulla Riviera Maya, non facendo altro che mangiare. Ma andiamo con ordine.
In agenzia è andato tutto liscio, la gentile operatrice ha organizzato tutto, dagli hotel ai ristoranti, tutti i voli, le pratiche burocratiche come l’ESTA e via discorrendo. Io ho solo scelto il tour che volevo fare da una guida Master Explorer, includendo Las Vegas e California. Non so nemmeno quanto siano costate le varie notti trascorse negli hotel a Los Angeles o a San Francisco ad esempio. O quanto sia costato entrare nella Death Valley e nello Yosemite Park. Tutti posti magnifici, ma io ancora me lo chiedo!
La parte del viaggio trascorsa in California è comunque quella più dinamica, se vogliamo chiamarla così, perché il vero ozio è stato nel villaggio, in cui abbiamo soggiornato in una lussuosa suite con vasca idromassaggio. Al mattino mi alzavo per dirigermi al buffet e mangiavo… mio marito, ricordo bene, già al mattino faceva avanti e indietro dal buffet.
Scopri cosa puoi fare in Riviera Maya
A parte un paio di escursioni, una rigorosamente organizzata dal villaggio, eravamo lì, a girare a caso assistendo agli spettacoli dei delfini e sorseggiando pigna colada all’interno della piscina con bar incluso. Buffet a colazione, pranzo e cena, bar sempre aperto e, dulcis in fundo, una specie di piccola rosticceria in un punto del villaggio che sfornava pizze. Ovviamente, non è mancata la cena a tema. Sono tornata a casa con due chili in più!
Il relax e la pigrizia che si acquisiscono nel mangiare tutto il giorno cibo mai visto prima, bere drink a qualsiasi ora, fare bagni in piscina e distendersi sotto gli ombrelloni fatti di paglia con il Mar dei Caraibi di fronte non hanno prezzo! I messicani con la fisarmonica allietavano sempre i nostri pranzi e cene con allegra musica.
Tra l’altro c’è stata anche una festa messicana, una serata alla quale noi abbiamo deciso di partecipare con inizio alle ore 20:00. Ovviamente, noi non ci siamo andati alle 20:00 perché abbiamo pensato “non ci sarà nessuno, figurati se inizia così presto”. Invece no. Quando siamo arrivati alle 21.45 circa la festa era già quasi finita, giusto il tempo di farci una foto con gli animatori messicani. Proprio così, alle 23:00 circa il villaggio praticamente moriva e noi non sapevamo più cosa fare!
Diciamo che è stato molto rilassante e un viaggio indimenticabile nel complesso, specialmente per i posti visti, ma tornassi indietro qualcosa cambierei dando più spazio alle escursioni. E, quasi certamente, me lo sarei organizzata da sola. Alla prossima!

Crociera tutta cibo e piscina
Viaggio pigro di Paola, autrice di Fermo il tempo e viaggio ⛱
La crociera è da sempre una tipologia di vacanza snobbata dai più giovani, perché si pensa che sia forse noiosa e poco stimolante. Invece, la crociera è la vacanza ideale, se si vogliono vedere tanti posti e, nei momenti o giorni in mezzo al mare, cedere al puro relax.
Ora vi racconto come può essere strutturata una tipica giornata di navigazione a bordo di una nave Costa Crociere. Con la sveglia puntata alle 9:00, dovrete solamente vestirvi e scendere al ristorante per una super colazione. In realtà, c’è anche il buffet ai piani alti, ma io sono celiaca e al ristorante posso mangiare un bel piatto di prodotti senza glutine.
Dopo la colazione, adoro sedermi su uno dei lettini del solarium a leggere un libro con le onde che ti cullano. All’ora di pranzo spesso in crociera il personale di cucina dà vita a uno spettacolo con un piatto speciale come protagonista. Noi stavamo navigando in acque spagnole, quindi hanno preparato paella per tutti! Abbiamo scelto un bel tavolino e ci siamo goduti il nostro pranzo vista mare.
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Nel pomeriggio, avrete solamente l’imbarazzo della scelta: potrete godervi un po’ di sole sui lettini a bordo piscina, sfruttare la palestra o la sauna (ma non doveva essere solo relax?) con vetrate vista mare oppure immergervi nelle acque calde della vasca idromassaggio.
Io e il mio compagno, solitamente, ci rilassiamo camminando giusto il tragitto tra i lettini e la vasca idromassaggio, cedendo alla tentazione di qualche cocktail alla frutta ogni tanto, grazie al nostro pacchetto bevande all inclusive. Io, in crociera, ve lo consiglio sempre, così potrete davvero godervi ogni singolo momento!
Dopo le 19.00, solitamente, usciamo dalla vasca definitivamente e, con due bicchieri di prosecco e un bel piatto di affettati e formaggi misti presi proprio dal buffet, ci sediamo vicino alle vetrate vista mare, aspettando il tramonto, con i suoi colori così accessi, in contrasto con il mare scuro.
A cena, potrete scegliere tra il buffet e il ristorante. Io opto sempre per il ristorante per la questione senza glutine, ma anche perché ogni sera vi presenteranno un menù diverso, dagli antipasti ai dolci, ispirato alle varie regioni italiane. Ora, arriviamo al dopocena, quando potrete scegliere tra uno spettacolo nel grande teatro della nave oppure rilassarvi con un cocktail in uno dei lounge bar a bordo, cullati dal mare e dalla musica soft.
Andare in crociera vuol dire passare una settimana completamente coccolati e cullati dal mare, con delle tappe intermedie in cui correrete come dei pazzi per vedere tutto di una città, ma poi potrete riposarvi e recuperare tutte le vostre energie!
NB. Vorrei solo precisare che la mia esperienza in crociera è stata precedente allo scoppio della pandemia. Al momento alcune attività sono state modificate per garantire la sicurezza dei passeggeri in base alle norme anti-Covid19.

Resort alle isole Fiji
Viaggio pigro di Daniela, autrice di The DAZ Box ⛱
Le isole Fiji sono uno straordinario arcipelago situato nell’Oceano Pacifico, subito dopo la linea del cambiamento di data. Le isole sono ben 322, anche se soltanto 106 sono abitate stabilmente. Per arrivarci dall’Italia occorre affrontare un viaggio impegnativo, per questo consiglio sempre di abbinarle a qualche altra destinazione, come l’Australia o la Nuova Zelanda.
Le Fiji si prestano, volendo, a due diverse categorie di vacanza. Il viaggio avventuroso, per andare alla scoperta delle isole più remote e selvagge, zaino in spalla. Oppure il classico soggiorno tutto relax, da affrontare magari in un bel resort dotato di tutti in comfort.
Io ho optato per questa seconda opzione, dico la verità. Una scelta di viaggio decisamente insolita per una travel blogger, ma la situazione era particolare. Prima di approdare alle Fiji, ho affrontato un serratissimo itinerario on the road di tre settimane in Australia. Un viaggio che rientra molto di più nei miei standard e che ricordo sempre con grande emozione. Al termine di questa avventura avevo voglia di riposarmi un po’, sono sincera.
Ho trascorso alle Fiji una settimana abbondante. I primi tre giorni sono rimasta Viti Levu, l’isola più grande dell’arcipelago, per poi trasferirmi in un minuscolo atollo (Matamanoa Island) collocato nel gruppo delle Isole Mamanuca, per altri cinque giorni. Nel primo caso ho scelto un hotel di media categoria, ma con una bella piscina e un ottimo ristorante.
Nel secondo caso, un vero e proprio resort con bungalow con spiaggia privata. Un lusso che di rado posso concedermi, ma che una volta nella vita si può anche provare! Una settimana di snorkeling, sole, aperitivi vista mare e qualche trekking. Nient’altro. Lo rifarei? Probabilmente no.
Le Isole Fiji sono isole indubbiamente splendide, da un punto di vista naturalistico. Andrebbero esplorate con l’impegno che meritano. Atolli dal fascino primordiale, la foresta pluviale, lussureggianti montagne e avvincenti percorsi escursionistici. Le isole Yasawa, ad esempio, sono relativamente facili da raggiungere ma offrono panorami di incomparabile bellezza.
Oltre a città e villaggi da visitare, per conoscere una cultura davvero particolare. Le tradizioni figiane, ancorate tutt’oggi ad una rigida classificazione etnica, sono il risultato di anni di immigrazione (ed emigrazione) e di un incredibile mix di provenienze geografiche diverse. Un paese, in altre parole, da esplorare davvero a 360°.

Formentera all inclusive
Viaggio pigro di Fabiana, autrice di Carolina va in città ⛱
Una travel designer che acquista un pacchetto in un villaggio vacanze, non si è mai sentita. E allora faccio mea culpa e lo dico sottovoce, sono stata in un villaggio vacanze a Formentera, all inclusive! Complice un periodo stressante e la voglia di staccare, ho prenotato senza pensarci troppo, una settimana nel villaggio Insotel Club Maryland by Eden Viaggi.
La verità è che ero anche curiosa di provare un viaggio del genere, per vedere cosa spinge un turista a scegliere questa formula. Il risultato di questo esperimento alla ricerca di relax è stato piacevolmente spiazzante e conservo tuttora un piacevolissimo ricordo di quella settimana, coccolata e viziata come nemmeno a casa mia!
Guarda cosa puoi fare a Formentera
Per cominciare all’aeroporto di Ibiza c’era il famoso omino con il foglio in mano, ad attenderci. A chi non capita di sognare di essere tra quei nomi, soprattutto se il viaggio è stato particolarmente stancante. Quindi già una piccola gioia!
Quando ci hanno portato al porto dove ci siamo imbarcati su un traghetto privato, ci hanno detto che il ristorante del villaggio era rimasto aperto appositamente per farci cenare nonostante fossero le 23.00. E con questo si sono meritati i miei punti manco fossi chef Barbieri del programma televisivo 4 Hotel.
Nel villaggio c’era spazio per tutti tra i quattro ristoranti, le due piscine, la spiaggia privata e tante attività da fare. Io, pigra per eccellenza con la missione di passare una vacanza di puro relax, ho subito scartato gli sport e mi sono buttata sul corso di spagnolo.
Come benvenuto ci hanno portato in giro per i locali dell’isola ma non mi è piaciuto perché secondo me troppo turistico (ma va! Che ti aspettavi?). Per il resto della settimana invece, tutto è andato come previsto. Sole, mare, cibo, tuffi in piscina, gelato serale in spiaggia e un po’ di intrattenimento mai troppo banale. Ricordo ancora che per merenda una graziosa signora mi portava la pizza appena sfornata, direttamente a bordo piscina, proprio come farebbe una nonna con una nipote un po’ “sciupata”, ahah!
Erano tutti gentili (si, ovvio, li avevo anche profumatamente pagati), imparavano subito i tuoi gusti e ti ritrovavi sempre servito e riverito. Morale della favola: sono ingrassata cinque chili! Ma la cosa più carina è stata quando ho comunicato allo chef che il giorno dopo sarei andata in gita per conto mio e non avrei pranzato lì. La mattina mi sono ritrovata un cestino da picnic con panini fatti al momento, e tanta frutta per le merende. Una vera coccola!
E quando ho deciso di andare ad Ibiza? Anche lì un’addetta si è preoccupata di prenotare i biglietti e darmi consigli. Insomma erano lì anche quando non lo erano fisicamente! La cosa che ho più apprezzato di questa vacanza è stata l’attenzione nelle piccole cose e la non invadenza, che non è scontato! Anche se dopo questa esperienza sono tornata al piacere di organizzare i viaggi per me e i miei clienti, spesso ripenso a quanto sono stata bene e non escludo di tornare prima o poi a ripetere l’esperienza.

Weekend relax a Bibione
Viaggio pigro di Maria, autrice di Il mondo dal finestrino ⛱
Nel 2016 ho fatto un viaggio esperienziale di quasi un mese in Uganda. Ho aiutato una ONG in un orfanotrofio, girando per i villaggi del Nord Uganda e visitando luoghi da favola come le Murchison Falls, Moroto, la zona della Karamoja e la capitale Kampala.
Un’esperienza di viaggio unica ricca di emozioni come si addice ad una travel blogger. Ho danzato con le popolazioni di questi paesi lontani, mangiato pitone etiope e tanto chapati. Eppure di ritorno, felice ma stanca avevo un solo desiderio: rilassarmi al mare al sole.
Lo confesso, il mio obbiettivo per settembre 2016 era di trovare un posto, non troppo lontano e non troppo caotico, per leggere al sole, riposare e mangiare pesce. Di rientro dall’Africa quindi mi sono organizzata un lungo weekend di relax al mare a Bibione, sul litorale Veneto. Tre giorni di sole, ma soprattutto da sola.
Ho raccontato alle mie amiche che non sarei uscita per tutto il weekend e ho prenotato un hotel vista mare sull’Adriatico a sole due ore di auto da casa mia. Ho preso l’essenziale: costume, infradito, crema solare, musica e tanti libri. Macchina con finestrino abbassato e via!
Ho noleggiato un ombrellone con due comodi lettini e non mi sono mossa da lì per due giorni se non per qualche cocktail il pranzo e una nuotata. Ho letto tantissimo, nuotato e mangiato pesce per due giorni. Il terzo l’ho passato tra idromassaggi, piscine e saune a Bibione Thermae. La domenica sera ero pronta per tornare alla civiltà!

Kenya mare e spiaggia
Viaggio pigro di Teresa, autrice di Nonni Avventura ⛱
Probabilmente chi pensa ad una travel blogger in viaggio immagina una persona indaffaratissima, con la macchina fotografica sempre al collo, che si sposta da una attrazione all’altra, magari prendendo appunti su un taccuino molto vissuto per poter scrivere articoli interessanti e informativi. Per quello che mi riguarda, la maggior parte delle volte è così, ma ci sono alcune situazioni in cui anche il travel blogger si lascia andare.
A me è capitato un paio di volte: niente cultura, niente cose impegnative ma semplicemente relax totale. E per me il relax significa mare e spiaggia. Volete un esempio? Vi racconto della nostra vacanza in Kenya, una intera settimana in cui il massimo dello spostamento era dalla piscina alla spiaggia.
Guarda cosa puoi fare in Kenya
Il posto era Watamu, la famosa località turistica, e il periodo era Natale. Immaginate la situazione: arrivo in mattinata, il gruppo di animazione che ci accoglie con un drink di benvenuto cantando la canzoncina “Jambo Buana”. Il tempo di fare un salto in camera e via in piscina, visto che al momento la marea era talmente bassa da non permetterci di fare il bagno. E da quel momento ho vissuto in costume da bagno e infradito.
Poi un pranzo luculliano seguito da un pisolino a bordo piscina; il che è stato un gravissimo errore! Malgrado l’ombrellone che mi riparava, mi sono svegliata piuttosto “tostata”, ma fortunatamente la cosa non ha rovinato la nostra vacanza.
Ci siamo adattati splendidamente alla routine vacanziera del resort. Intanto abbiamo consumato pranzi e cene che erano veri attentati alla linea e al colesterolo di chiunque, per non parlare dei vari snack e drinks. Nessuna escursione, malgrado ci avessero proposto delle cose interessanti; ci sentivamo troppo pigri per allontanarci dalle tiepide acque dell’Oceano Indiano anche solo per poche ore. L’uso di internet è stato limitatissimo, un po’ per causa di forza maggiore, visto che il wifi funzionava malissimo, ma soprattutto per scelta; volevamo goderci ogni attimo di questa vacanza e rilassarci al massimo.
E infine, abbiamo partecipato a tutti i giochi e le iniziative organizzate dal team di animazione. Abbiamo cominciato dal torneo di freccette sulla spiaggia bollente con un cameriere che continuava a gridare “cocco fresco, cocco bello” offrendoci della frutta, Ci siamo esibiti nel karaoke con risultati non proprio brillanti, abbiamo preso parte ai balli di gruppo dando il peggio di noi stessi. Il top è stata la sera in cui ci hanno eletti coppia dell’anno dopo averci sottoposto a varie prove che non sto a descrivervi perchè mi vergogno troppo.
Una curiosità: in quel periodo il resort ospitava un famoso personaggio televisivo che continuava a scatenare l’ilarità di tutti. Infatti si ostinava a parlare in un inglese penoso al personale, che peraltro parlava un ottimo italiano, e continuava a chiamare tutti noi “buon uomo” o “brava donna”, a seconda dei casi.
L’unica cosa seria che abbiamo fatto è stata la sera della vigilia di Natale, quando abbiamo assistito alla messa gospel, con un coro di bambini eccezionali, che hanno ci strappato davvero le lacrime con la loro melodia commovente. Questa vacanza in Kenya non è stato il viaggio più bello che abbiamo fatto, ma sicuramente lo ricordo molto volentieri!

Casa in Salento e dolce far niente
Viaggio pigro di Mariarita, autrice di 24 hours trotter ⛱
Da qualche estate, la mia vacanza vera è Salento, tra mare e terra, anche se per tutti il motto è sole, mare, vento. Ho avuto modo di scoprire tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, e ho persino ottenuto le ricette segrete di pasticciotto e conserve di pomodoro.
Certo, vivere una delle mete più gettonate dell’estate italiana in pieno agosto non è il massimo, ma ha i suoi vantaggi: per evitare la confusione, il mio salentino doc ha cercato di portarmi sempre nelle spiagge nascoste e poco frequentate, nei piccoli borghi sconosciuti, e soprattutto ha imparato a farmi amare la sua città natale, Galatina.
Guarda cosa puoi fare a Galatina
Galatina è una città d’arte situata al centro del tacco, equidistante da Lecce e Gallipoli, e già per questo meriterebbe il premio “miglior pernottamento”. È anche la patria della pizzica, perché tutte le leggende sulle origini della taranta hanno a che fare con la città. Infine Galatina è pure la vera patria del pasticciotto salentino. È infatti qui che nacque, alla fine del Settecento, quasi per errore, dal “piccolo pasticcio” di Ascalone, per poi conquistare anche i palati più esigenti.
Tra le cose da fare assolutamente a Galatina, oltre ad assaggiare il mitico pasticciotto di Ascalone mentre si passeggia per i vicoli candidi del suo centro storico, consiglio di partecipare alla Notte della Taranta nella seconda metà di agosto, dall’atmosfera ben diversa da quella commerciale che ha ormai pervaso il concertone di Melpignano.
Da vedere a Galatina: il pozzo di San Paolo, la chiesa madre in stile barocco dedicata ai Santi Pietro e Paolo; la basilica di Santa Caterina che conserva al suo interno affreschi della scuola giottesca. Durante l’estate 2020, Maria Grazia Chiuri ha scelto proprio Santa Caterina per girare lo spot sul Salento con l’influencer Chiara Ferragni, prima dell’iconica sfilata di Dior in piazza duomo a Lecce. A testimoniare l’importanza che il Salento non è solo mare: il suo entroterra nasconde perle altrettanto preziose, che vanno scoperte e divulgate.

Viaggio di nozze in Messico
Viaggio pigro di Claudia, autrice di Diario dal mondo ⛱
Da anni organizzo ormai tutti i miei viaggi, che siano un weekend fuori porta o viaggio on the road di qualche settimana. Mi piacciono i viaggi all’avventura, mi piace fare ricerca e trovare i luoghi o le attività più insolite da raccontare poi sul mio blog. Ma ogni tanto ci vogliono anche i viaggi più rilassanti, quelli da all-inclusive e bordo piscina, quelli organizzati da qualcun altro. Succede anche a noi travel blogger più esperte di essere pigre ogni tanto!
A me in particolare è successo alla fine del mio viaggio di nozze in Messico: tre settimane partendo da Città del Messico, seguito da un on the road di Chiapas, Yucatan e Quintana Roo, e infine gli ultimi sette giorni passati in un resort al mare, tra relax e visita a siti Maya e siti naturalistici in zona. Dopo le prime due settimane a ritmo serrato, tra aerei, pullman e auto, siti Maya da scoprire, città da esplorare e chilometri da macinare, l’idea era quella di poterci finalmente rilassare.
Guarda cosa puoi fare in Messico
La nostra destinazione era uno dei resort più popolari della zona, che, per intenderci, è semplicemente enorme: un complesso gigantesco che comprende quattro diversi hotel, di cui uno solo per adulti, dieci ristoranti, tre piscine, nove bar, spa, campo da golf e persino un delfinario. Una vacanza all-inclusive ovviamente non può non avere buffet no-limit, intrattenimento diurno e serale, accesso a paddle surf, kayak, tennis, catamarano, attrezzatura da snorkeling, kids club, snack bar ventiquattro ore al giorno, lettini, ombrelloni e teli per la spiaggia e la piscina.
Per la maggior parte delle persone, questa è la tanto agognata vacanza estiva, da completo relax, reset mentale e zero decisioni da prendere. Da quando ho cinque anni e ho fatto la mia prima vacanza all-inclusive in un resort della Tunisia con la mia famiglia, ho passato una o due settimane in mega-hotel del genere ogni anno della mia gioventù. Per mio marito invece era la prima volta in questo tipo di hotel e con questo tipo di vacanza, e non sono sicura che sia necessariamente un tipo di viaggio che vorrà ripetere… Nel complesso, esserci regalati una settimana di completo relax dopo due settimane piuttosto avventurose è forse proprio quello che ci voleva per concludere un viaggio di nozze incredibile!

Cibo e spa in vacanza con mamma
Viaggio pigro di Raffaella, autrice di Raf around the world ⛱
Più di dieci anni fa, io e mia mamma abbiamo fatto un patto: dal momento che vivo lontana dall’Italia, almeno una volta all’anno, dobbiamo concederci una piccola vacanza insieme. Abbiamo così dato vita a tutta una serie di esperienze più o meno raccontabili: dalle classiche capitali europee come Londra e Parigi, a mete più improbabili per un viaggio mamma-figlia come Ibiza e Santorini.
Quattro anni fa, arrivato il momento di scegliere la destinazione per il nostro ennesimo viaggio, mi sono trovata in difficoltà. L’anno stava quasi per terminare, io ero stata totalmente assorbita dal lavoro ed ero reduce da un memorabile, ma anche altrettanto impegnativo, viaggio in Namibia.
Dove andare, quindi, senza doversi preparare troppo in anticipo? Ma soprattutto, senza fare troppa fatica? Ecco che mi arriva in aiuto un’illuminazione: mi ricordo di un hotel a Madonna di Campiglio dove, quando facevo la consulente, avevo alloggiato in occasione di un progetto turistico.
Uno di quegli hotel di montagna che hanno tutto ciò che si può sognare per questo tipo di vacanza: camere moderne ed accoglienti, un’ottima cucina, grande attenzione e cura da parte del personale, una piscina immersa nel giardino innevato ed un centro benessere. La possibilità, poi, di partecipare ad escursioni organizzate nella neve metteva perfettamente a tacere la coscienza di una montanara come me, solitamente attiva e propositiva.
Questa breve vacanza è stata molto intensa. Inutile sottolineare che, tra il mio spirito sportivo e la passione per il buon cibo di mia madre, ha vinto quest’ultima a mani basse. In cinque giorni (e fortuna per il mio peso forma che non ho soggiornato più a lungo!) l’attività più impegnativa che ho intrapreso è stata quella di percorrere a piedi il tragitto dalla camera al secondo piano alla sala ristorante.
Per il centro benessere all’ultimo piano, però, prendevo l’ascensore. In piscina sono entrata, ma rigorosamente solo nella vasca idromassaggio. Tutti o quasi i nostri discorsi vertevano sull’ampia scelta dei formaggi e dei dolci a buffet oppure sul vino da scegliere per accompagnare le proposte gastronomiche del giorno.
Un’unica volta abbiamo anche deciso di uscire dall’hotel: indossati indumenti termici dalla testa i piedi come per sfidare la tempesta del secolo, siamo entrate in un bar per prendere un aperitivo. In realtà, abbiamo anche guardato le vetrine dei negozi della via principale, ma i sensi di colpa sui bagordi alimentari quotidiani ci hanno tenute lontanissime dalle cabine-prova.
Tenerife all inclusive
Viaggio pigro di Elisabetta, autrice di Free soul on the road ⛱
Chi mi conosce e mi segue sul web, sa che sono un’amante delle avventure. Mi piace vivere delle esperienze straordinarie durante i miei viaggi che, molto spesso, si trasformano in veri e propri tour de force dai quali ritorno stanchissima, ma arricchita da splendidi ricordi.
Per me il viaggio non ha mai significato vacanza, l’ho sempre vissuto come una vera e propria esperienza di vita. Sono sempre andata alla ricerca di situazioni uniche, il più possibile a stretto contatto con la gente del posto. Dalle levatacce prima dell’alba per vedere il sole sorgere in mezzo alle rovine di un sito archeologico, ai viaggi della speranza su bus sgangherati che prendevo di notte per ottimizzare il tempo a mia disposizione. Dai chilometri percorsi in bici tra le risaie ai pranzi con le persone del luogo conosciute per caso in un mercato… insomma, ogni mio viaggio è sempre stato una bellissima avventura.
Anche io però, almeno una volta nella vita, ho ceduto al richiamo di un “viaggio pigro”, perché quell’anno ebbi davvero bisogno di staccare la spina, spegnere il cervello e non pensare a nulla. Oltre all’attività di blogger, lavoro anche nel mondo del turismo e, dopo una stagione di fuoco, sentivo più che mai la necessità di andare in ferie. Per quanto amassi stare a contatto con la gente, quell’anno la stagione era stata particolarmente difficile, ed ero al limite della sopportazione.
I miei superiori avevano creato una serie interminabile di overbooking che avevano dato luogo ad altrettanto interminabili lamentele. Lamentele che dovevo gestire io. Quindi dopo diversi mesi di stress, sentii il bisogno di una vera vacanza, possibilmente senza troppi contatti con altri esseri umani.
Dal momento che il mio ragazzo non aveva molti giorni di ferie a disposizione e non è mai stato un amante dei viaggi lunghi in aereo, optammo per una meta super convenzionale. Scegliemmo le Canarie e decidemmo di trascorrere una settimana a Tenerife.
Guarda cosa puoi fare a Tenerife
Mi occupai io della prenotazione: mi assicurai di avere la camera migliore, con il trattamento all inclusive. Ero talmente stremata dalla stagione che l’idea di dover cercare un locale per il pranzo o la cena, potevano essere fonte di stress. Inoltre optai per una sorta di servizio VIP che ci garantiva l’accesso esclusivo ad alcune aree del resort. Queste includevano piscina, zona dove prendere il rilassandosi su comodi lettini balinesi e un’area privata per fare colazione. Tutto adult only ovviamente: le parole d’ordine per quella vacanza erano pace e silenzio, quindi niente bambini urlanti grazie.
Trascorsi i miei sette giorni a Tenerife rilassandomi come mai avevo fatto prima. Al mattino andavo a fare colazione scegliendo tra mille prelibatezze, per poi prendere il sole prima di fare un tuffo in piscina. Prima di pranzare mi concedevo un po’ di palestra con vista oceano e poi mi aspettava un bagno nella rinfrescante piscina di acqua di mare. Dopo un immancabile aperitivo al tramonto e una cena a base di pesce, uscivo per una passeggiata al chiaro di luna e il giorno dopo avrei rifatto esattamente le stesse cose. Ovviamente mi sono concessa anche un paio di escursioni must per scoprire i tesori dell’isola, ma quello è stato il mio viaggio pigro per eccellenza, all’insegna del totale relax.

Un mese in paradiso alle Bahamas
Viaggio pigro di Paola, autrice di Party e partenze ⛱
Lo ammetto, in vacanza mi piace farmi coccolare, trovare i pasti pronti e godermi le ore della giornata senza alcun pensiero. Allo stesso tempo però lo spirito errabondo e inquieto che è in me, ogni tanto si sveglia e mi porta a cercare situazioni al limite, non vacanze ma veri e propri corsi di sopravvivenza per esploratori provetti.
Di solito medio tra le due pulsioni, dando spazio sia all’esplorazione che alle coccole, ma c’è una lunga estate pigra nel mio curriculum di viaggiatrice, ad Eleuthera, la lunga isola delle Bahamas. Con famiglia e pochi amici abbiamo deciso che, per quell’anno, il mondo poteva aspettare e che avevamo bisogno di riposo assoluto in un luogo accogliente, silenzioso e deserto. Un effetto cast away, per riprendere le forze di un lungo e faticoso inverno.
Guarda cosa puoi fare alle Bahamas
Non amando i villaggi turistici, abbiamo optato per una soluzione classica: affittiamo una casa sulla spiaggia. Siamo quindi partiti in sei, con la pagina stampata di una agenzia immobiliare di Eleuthera e alcune foto di una casa, troppo belle per non essere state ritoccate.
Il viaggio è stato lungo, le aspettative erano contenute, ma il nostro cuore ha avuto un sussulto non appena arrivati a destinazione. Cay House, il nome della villa concordata, era bellissima, bianca con un patio meraviglioso, direttamente affacciata su una spiaggia di sabbia candida, solo nostra, lambita dal mare trasparente dei Caraibi.
Nulla all’orizzonte, se non un’isoletta spettinata, nessuno intorno a rompere il silenzio o i sospiri di meraviglia. All’interno stanze e bagni ampi e puliti, una cucina attrezzata e un salone accogliente, una casa spettacolare con tutto il necessario per trascorrere le vacanze nel più comodo dei modi.
Nel pacchetto villa e mare da favola abbiamo inserito l’aiuto di due deliziosi tuttofare, marito e moglie, che si sono occupati di noi per tutto il mese, dalle pulizie alla cucina. Due figure trasparenti e cordiali che hanno reso la nostra vacanza davvero all inclusive diventando più amici che collaboratori: dalla spesa, al bucato, dalla colazione fino alla preparazione di splendidi gelati fatti in casa per la merenda in riva al mare.
Il tutto a un costo molto simile a quello di un villaggio turistico, ma la qualità del riposo e del relax in un contesto simile non ha paragoni. Non c’è stata noia, non c’è stato alcun disturbo: abbiamo fatto una pigrissima vita di mare e girato l’isola senza pensieri, ma sempre felici di rientrare alla nostra casa speciale, in riva al mare, per goderci spiaggia e sole. L’unica ansia? L’enorme villa poco distante dalla nostra, di proprietà di Lenny Kravitz: non siamo mai riusciti a vederlo!

Villaggio italiano a Zanzibar
Viaggio pigro di Elisa, autrice di L’isola di Elisa ⛱
Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha desiderato essere su una spiaggia bianca, all’ombra di una palma e farsi portare un cocktail colorato con tanto di ombrellino e ananas come decorazione. Io lo ammetto: non solo l’ho desirato ma l’ho anche fatto, ma in più mi gingillavo su un’amaca guardando le nuvole (troppo pigra persino per leggere un libro). È successo tanto tempo fa, quando ancora credevo che bastasse visitare un Paese straniero per considerarsi un’amante dei viaggi.
Avevo scelto Zanzibar come meta del mio viaggio post “pesantissima stagione lavorativa” e non mi ero neanche presa la briga di andare in un’agenzia di viaggi: è bastato un click dal mio comodo divano e avevo in tasca un voucher per una settimana in un villaggio all-inclusive sull’isola delle spezie.
Guarda cosa puoi fare a Zanzibar
Non si trattava di un resort lussuoso che non avrei potuto permettermi, ma sembrava una succursale italiana con tanto di gruppi rumorosi e persone che si lamentavano della sporadica assenza di corrente e Wi-Fi (ma non eravamo in Africa?).
Nella mia testa si formò subito l’idea di aver fatto un grande errore, ma la varietà di buffet e cocktail disponibili a tutte le ore mi fecero pensare che non era poi così male. Sì, ho mangiato anche le lasagne e la pizza e no, non facevano schifo. Mi sono abbuffata di frutta tropicale così ricca di fibre da costringermi a letto per un giorno intero.
Per sfatare l’apparenza di essere “quella che se la tira” perché non volevo partecipare alle attività dell’animazione, mi sono candidata volontariamente come protagonista del siparietto serale, con tanto di caccia al tesoro e tuffo in piscina vestita. Nessuno dei miei amici lo saprà mai ma ho ballato Danza Kuduro mimando i movimenti di una papera.
Non mi pento di aver fatto questo viaggio perché mi ha fatto capire quanto questo tipo di vacanza sia poco affine alla mia voglia di esplorare e conoscere. Non nascondo però che ogni tanto sogno ancora di essere su una spiaggia tropicale all’ombra di una palma a gingillarmi su un’amaca.

Vacanza italiana pensione completa in Abruzzo
Viaggio pigro di Anna, autrice di Profumo di Follia ⛱
Ciao, mi chiamo Anna, ho trentatré anni e nel 2020 ho viaggiato una volta sola, ma per andarmene in vacanza in Abruzzo in pensione completa. Eh sì. Perché ci sono delle priorità nella vita, e durante la pandemia (o quando il lavoro mi manda fuori di testa) la mia priorità assoluta era rilassarmi a pancia all’aria sotto al sole in un posto tranquillo, dove non mi sarei dovuta occupare di niente.
Come? Ti sembra noioso? Ti sembra una vacanza per gente che ha il doppio dei miei anni?
Allora ti ci metto pure il carico da novanta e ti dico che in quel minuscolo hotel ci vado in vacanza da quattro anni (quasi) di fila, che quando arrivo lascio la macchina nel parcheggio e la riprendo dopo sette giorni contati, e che ho pure la pensione completa. L’unico pensiero che ho in quella settimana di beatitudine è: “cos’hanno detto che mangeremo oggi a pranzo?” Dopo cena vado pure a farmi la passeggiatina per digerire!
Guarda cosa puoi fare in Abruzzo
In realtà faccio questo tipo di vacanza da quando ero piccola ed è un abitudine a cui non riesco a rinunciare. Quando io ero piccola internet non c’era (battute sulla mia età fra tre… due… uno…) e ricordo che in un certo periodo dell’anno mia madre tornava a casa con delle riviste. Passava interi pomeriggi a guardare degli annunci, con l’evidenziatore in una mano e il telefono nell’altra.
Crescendo ho iniziato ad interessarmi a quella strana attività: io pensavo che mamma cercasse l’indirizzo di casa di Babbo Natale per andare a dargli una bastonata e fargli aggiustare il tiro coi miei regali, e invece no. Mia madre stava semplicemente organizzando le nostre vacanze estive. Si metteva lì al tavolino, scorreva tutti gli annunci degli alberghi italiani con la santa pazienza che la contraddistingue, e telefonava. Interi pomeriggi passati a setacciare annunci minuscoli con una sola foto dell’albergo e una tabella delle tariffe divise per il periodo di alta o bassa stagione.
Ed erano vacanze così: hotel vista mare, spiaggia privata, pensione completa. Poi ho cominciato a darle una mano pure io, ed ecco spiegato come mai sono diventata miope così giovane. E quindi sì, lo ammetto: sono una travel blogger che ad agosto va a fare le vacanze da vecchia e non vuole pensare a nulla! Pensa, ci vado pure quest’anno e ho già prenotato, ma… stavolta ho scelto il brivido della Sicilia.

Resort a Marsa Alam
Viaggio pigro di Sara, autrice di Slovely ⛱
Tra viaggio e vacanza, da brava travel blogger, opto sempre per il viaggio rigorosamente fai-da-te, magari on the road, ma pur sempre un’avventura in un luogo più o meno lontano da casa. Ci sono però luoghi dove questo tipo di viaggio è difficilmente realizzabile o semplicemente poco conveniente. Da anni sognavo di fare snorkeling nelle acque del Mar Rosso e questa zona è proprio una di quelle in cui è decisamente più semplice, ed economico, concedersi una di quelle vacanze all-inclusive che di norma non farei mai!
E così nel novembre del 2019 abbiamo approfittato del volo inaugurale di Easyjet da Venezia per Marsa Alam, a prezzi di saldo ovviamente, per realizzare questo antico desiderio di tuffarci nelle meravigliose acque del Mar Rosso, in Egitto. Oltre al volo abbiamo semplicemente prenotato il resort su Booking.com in formula all-inclusive a un prezzo a dir poco ridicolo. Un paio di e-mail a un tassista locale ritenuto affidabile per gli spostamenti da e per l’aeroporto ed ecco che la vacanza più semplice della nostra vita era già pronta dopo pochi click!
A Marsa Alam non c’è nulla. Mare, deserto e tanti scheletri di case e resort abbandonati o mai finiti, intervallati da altri resort ancora funzionanti. La crisi politica degli ultimi anni ha colpito molto duramente il turismo in Egitto, per questo è oggi ancora più conveniente di un tempo. Il nostro resort era l’Aurora Bay, scelto non solo in base al prezzo, ma soprattutto perché con una spiaggia ben riparata (a Marsa Alam può esserci molto vento) e con accesso diretto al mare, senza pontili. L’unico difetto è che tra spiaggia e resort passa in mezzo la strada, ma poco male.
Un resort semplice, un po’ démodé, frequentato per lo più da cechi (anche i camerieri egiziani parlavano il ceco!), pulito e ordinato, con belle piscine (mai usate!). Il cibo è monotono e migliorabile, ma non ci aspettavamo nulla di più. Qui si viene per il mare, che è meraviglioso e, nonostante dopo due minuti mi sia morta l’action cam e non abbia ricordi fotografici del fondale marino, mi sono rimaste ben impresse nella mente le meraviglie sottomarine che ho potuto ammirare già a pochi metri dalla riva!
La cosa più bella della vacanza, oltre al mare ovviamente, era un simpatico gattone rosso, da noi subito chiamato Ramses, che quasi ogni sera veniva a trovarci e a farsi coccolare. L’abbiamo anche portato in camera, non riuscivamo più a staccarci da lui e torneremmo in quel resort solo per passare un’altra vacanza col nostro piccolo leone rosso!

Relax in trullo
Viaggio pigro di Anna, autrice di Posh backpackers ⛱
Correva l’anno 2020 e dall’inizio dell’anno ero sopravvissuta a: una pandemia, la nascita di mio figlio (in lock-down) e la rottura del femore di mia madre con conseguente gestione bambino-nonno durante il ricovero della neo-nonna. Chi mi conosce sa che io sono un filo iperattiva e non mi fermo mai.
Eppure in quest’estate così difficile mi sono trovata a casa, ad agosto, con 40 gradi fuori e la voglia di non fare niente. Che strana sensazione per me…. Se vogliamo aggiungere poi che la Puglia, regione in cui vivo, era sommersa da turisti e che rispettare il distanziamento sociale in paese o peggio in spiaggia era un’utopia, l’unica soluzione era restare in casa (o come si diceva nel 2020 #iorestoacasa).
Ma poi la brillante idea: restare in casa si, ma casa altrui! Mi rendo conto d’un tratto che il trullo dei miei genitori, normalmente affittato nel mese di agosto, non solo è vuoto a causa di cancellazioni dettate dalla pandemia, ma si trova per giunta a 200 metri da casa dei nonni. Le mie sinapsi entrano in moto e in men che non si dica impacchetto casa, marito, bambino: il cofano della macchina è pieno, stracolmo (peccato non avere il portapacchi)!
E si parte: percorriamo i quindici chilometri (sì, ho detto 15) che dividono casa nostra dal trullo dei miei con mio marito che mi chiede “ma quanto ci fermiamo? Giusto il weekend, vero?” e iniziamo la nostra vacanza a scrocco nel freschissimo trullo, tra una colazione sotto l’albero d’ulivo, un riposino, un tuffo in piscina e un pranzo a base di focaccia e mozzarelle e una cena a base di grigliata o di panzerotti take-away.
Il trullo praticamente lo lasciamo solo per uscire a fare la spesa e diventiamo anche latitanti con gli amici, come se ci trovassimo davvero in vacanza, magari in un altro continente. E il trullo offre proprio tutti i servizi: ogni tanto abbiamo anche i baby-sitter (zia o nonni) per goderci ancora meglio il dolce fare niente.
Dovevamo restarci un weekend, l’idea di mio marito era quella, ma io immaginavo già come sarebbe andata. Salutiamo il trullo, la quiete della campagna, il dolce fare niente dopo ben due settimane e percorriamo i quindici chilometri che ci separano da casa felici di questa scelta: era proprio quello che ci voleva!

Dopo questa carrellata di viaggi pigri che proprio non ti aspetti da travel blogger, la diatriba tra viaggiatore e turista è decisamente superata. Puoi amare i viaggi avventurosi senza disdegnare delle vacanze all inclusive in completo relax, senza per questo sentirti meno viaggiatore. Raccontami nei commenti la tua esperienza di vacanze tutto compreso e quali ti piacerebbe fare. Io in questo momento sogno una crociera o un villaggio per passare una settimana a sorseggiare cocktail a bordo piscina!
14 commenti
Mi sono appena recuperata questo bell’articolo, tra l’altro sono d’accordissimo sul fatto che questa famosa faida tra “viaggiatori” e “turisti” non abbia senso! E un articolo così lo dimostra proprio bene ; )
Lo abbiamo dimostrato anche noi a Dubai… travel blogger super esploratrici pronte a spiaggiarci in piscina con poke e cocktail di frutta ahahah
L’articolo è davvero spassosissimo… Le confessioni segrete delle travel blogger italiane! Anche se capisco che a volte si abbia davvero bisogno di staccare la spina, non pensare e partire. Io ammetto di essere stata sedotta all’idea di un flycube, salvo poi cambiare idea all’ultimo minuto perché affidarmi troppo a terzi non è nella mia natura…
Sai che il Flycube tentava molto anche me? Però è più una cosa che farei da sola, tipo stacco la spina e parto per un weekend. Con mio figlio mi piace essere più organizzata e devo confessare che ultimamente sono davvero affascinata da tutte le offerte all inclusive pensione completa. Se me l’avessero detto quattro/cinque anni fa non ci avrei creduto!!!
Stupendo! Super divertente leggere le esperienze pigre di altre viaggiatrici!!!
Credo sia uno degli articoli più divertenti che ho pubblicato!
Leggendo tutte queste esperienze mi sento in buona compagnia! Io sono la prima ad utilizzare spesso la dicotomia tra turista e viaggiatore. L’esperienza (chiamiamola cosi!) mi ha insegnato però che nella vita ci sono momenti in cui l’importante è partire, senza guardare troppo la modalità. Quindi ben venga al viaggio pigro e organizzato se l’alternativa sarebbe quella di starsene a casa!
Io ero molto viaggiatrice prima della nascita di mio figlio, dopodiché ho iniziato a sentirmi nella mia zona di comfort anche come turista. Credo di essere nel momento giusto per sperimentare villaggi all inclusive e crociere con mini club 😉
Articolo fantastico, mi sono divertita moltissimo a leggerlo. Eh, noi travel blogger siamo davvero capaci di tutto!
Eh già! Ma facciamo sempre tutto in grande, viaggi pigri compresi!
Vengo pure io!
Il mio prossimo progetto: viaggi pigri per blogger 🙂
Vabbè io ora faccio la valigia, parto per un’isola deserta e ci si vede a fine pandemia che voglia di relax e di non pensare a niente!
Voto per l’isola pure io però all inclusive ahahahah