La Grande Sinagoga è senza dubbio uno dei luoghi simbolo del Quartiere Ebraico di Budapest ed è davvero magnifica all’interno. Tuttavia, per scoprire davvero l’influenza ebraica nella capitale ungherese, ti consiglio di visitare anche la più raccolta Sinagoga di via Kazinczy e cercare i raffinati dettagli in stile Art Déco sulle facciate degli edifici intorno. Con un tour guidato, avrai l’occasione di approfondire la cultura ebraica da una prospettiva autentica, per un’esperienza coinvolgente come quella che racconto in questo articolo.
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Da dove iniziare per scoprire la Budapest ebraica
Quando pensi alla Budapest ebraica, la prima immagine che ti viene in mente è probabilmente quella della Grande Sinagoga di via Dohány, la più grande d’Europa. È una tappa imperdibile, che non puoi assolutamente tralasciare. Al suo interno puoi ammirarne la bellezza architettonica e prenderti un momento di silenzio per ricordare i tragici eventi che hanno segnato la storia della comunità ebraica.
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Camminando per il Quartiere Ebraico, ti renderai però subito conto che c’è molto di più oltre alla sinagoga principale e ai famosi ruin pub. Passeggiando tra le sue vie, potrai scoprire come la cultura ebraica si sia intrecciata profondamente con quella ungherese, lasciando tracce visibili e invisibili nella città.
La meno nota Sinagoga di via Kazinczy è un edificio da non perdere per scoprire un’architettura ebraica più tradizionale. Nelle facciate dei palazzi intorno invece puoi vedere dettagli nascosti in stile Art Déco, spesso nascosti a uno sguardo non esperto. C’è davvero tanto da vedere, e se non conosci bene la storia, rischi di perdere collegamenti importanti con il passato e con la cultura ebraica.
Per questo motivo ho deciso di esplorare il Quartiere Ebraico e le sue sinagoghe con una visita guidata. Proprio grazie alle spiegazioni di Miklós, una guida della comunità ebraica di Budapest, sul blog posso raccontarti un’esperienza molto più completa di quella che avrei fatto da sola. Se sei appassionato di cultura ebraica, o semplicemente curioso, un tour a piedi a tema è un’esperienza da fare.
Il Quartiere Ebraico: cuore della Budapest ebraica
Il Quartiere Ebraico oggi si trova nel cuore di Budapest, ma in origine questa zona si trovava alla periferia della città di Pest. Come sicuramente sai, le comunità ebraiche non sono sempre state ben integrate e spesso lasciate volutamente in aree delimitate.
L’unificazione di Buda, Pest e Óbuda nel 1873 segnò un momento cruciale nella storia di Budapest. All’inizio del Settecento, Buda era una città aristocratica, priva di una presenza ebraica. La situazione cambiò intorno al 1780, quando l’imperatore Giuseppe II emanò un decreto di tolleranza che permise agli ebrei di stabilirsi in città.
Nonostante le iniziali restrizioni, quel decreto aprì la strada alla crescita e allo sviluppo della comunità ebraica. E infatti la storia degli ebrei di Budapest da quel momento racconta un desiderio di integrazione nella nascente nazione ungherese, purtroppo non sempre ricambiato.

Nazionalismo e identità culturale
Quando l’idea del nazionalismo moderno aveva iniziato a diffondersi in Europa, in Ungheria le comunità ebraiche dovettero affrontare la pressione di assimilarsi e magiarizzarsi nella loro identità. I tradizionali patronimici furono trasformati in cognomi ungheresi, in un complesso gioco di equilibri tra eredità culturale e appartenenza nazionale.
Allo stesso tempo però, il Quartiere Ebraico divenne un centro di innovazione architettonica, dove architetti ebrei lasciarono il segno progettando splendidi edifici in stile Art Nouveau ungherese, con motivi che richiamano i tradizionali ricami.
Queste correlazioni non sono facilissime da scoprire se non conosci alla perfezione storia, cultura e architettura, per questo ho trovato indispensabile la presenza della mia guida durante il tour a piedi nel quartiere. Da sola non sarei mai stata in grado di identificare le menorah floreali quasi nascoste sulle porte e sulle ringhiere dei balconi.

Gli ebrei ungheresi durante la Seconda Guerra Mondiale
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, molti ebrei ungheresi cercarono di integrarsi sempre più nello Stato ungherese, dando vita a un’identità culturale unica, capace di unire tradizioni antiche e aspirazioni moderne.
Purtroppo, durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto il regime delle Croci Frecciate (i nazisti ungheresi), la comunità ebraica fu duramente colpita da deportazioni di massa nei campi di lavoro in Ucraina.
Se a Budapest circa il 60% della popolazione ebraica riuscì a sopravvivere, la situazione fu molto più tragica nelle aree al di fuori della capitale, dove solo circa il 10% degli ebrei riuscì a salvarsi.
Gli anni del comunismo
Il trauma dell’Olocausto lasciò un segno profondo nella comunità ebraica. Durante il periodo comunista, successivo alla Seconda Guerra Mondiale, il rapporto con il regime sovietico fu complesso e ambivalente.
Da un lato, l’Armata Rossa aveva liberato gli ebrei dall’oppressione nazista; dall’altro, il nuovo governo diede il via a una campagna contro la borghesia, che includeva molte famiglie ebraiche.
Nonostante la nazionalizzazione delle imprese e dei beni, fu mantenuta una facciata di libertà di culto, e questo periodo portò con sé una fragile speranza in una società ungherese più omogenea.

La comunità ebraica di Budapest oggi
Solo dopo la caduta del regime sovietico, a partire dagli anni ’90, iniziarono a comparire in città memoriali e monumenti ebraici per commemorare la storia della comunità. Oggi, il Quartiere Ebraico di Budapest è un’area vivace, ricca di negozi e ristoranti, ma anche un racconto vivente di resilienza e patrimonio culturale.
Tra le sculture e le opere d’arte urbana, L’Albero della Vita, all’interno del giardino della Grande Sinagoga di via Dohány è sicuramente una delle più belle da vedere, ma ne puoi vedere altre tra le vie dei dintorni. Per cogliere tutti questi riferimenti, il modo migliore è sicuramente partecipare a una visita guidata del quartiere con una guida locale. Nonostante fossi al mio terzo viaggio a Budapest, per me era tutto nuovo.
La Sinagoga di via Dohány: la più grande d’Europa
A Budapest ci sono molte sinagoghe, ma la più celebre è senza dubbio la Grande Sinagoga, situata in via Dohány. Al momento della sua costruzione, era la Grande Sinagoga era la più grande d’Europa. Ancora oggi contende questo primato con un’altra, più moderna, che si trova a Uman, in Ucraina. In ogni caso, come potrai vedere con i tuoi occhi, la Sinagoga di via Dohány resta un edificio davvero impressionante.
La Grande Sinagoga venne costruita durante il periodo dell’Impero Austro-Ungarico, un’epoca importante per la comunità ebraica. Molti ebrei ashkenaziti infatti immigrarono in Ungheria in quegli anni, portando a un significativo aumento della popolazione ebraica, presente nella regione già dall’epoca romana.
Questa fu la prima sinagoga costruita appositamente per il culto ebraico nella città di Pest, ed è stata realizzata tra il 1854 e il 1859. Il progetto architettonico fu affidato al celebre architetto viennese Ludwig Förster. L’Arca dell’Alleanza, un elemento fondamentale nel culto ebraico, fu invece disegnata da Frigyes Feszl, uno dei maggiori esponenti del romanticismo architettonico ungherese.
I servizi religiosi nella sinagoga prevedevano l’uso dell’organo e di un coro, con sermoni pronunciati in ungherese da parte dei rabbini. Questi dettagli, che oggi potrebbero sembrare secondari, erano in realtà rivoluzionari per l’epoca e lo sono tuttora per i credenti più ortodossi. Per questo motivo, la Sinagoga di via Dohány è diventata un simbolo della divisione tra l’ebraismo ortodosso e quello neologo.
Dopo l’Olocausto, circa il 90% degli ebrei ungheresi era residente a Budapest. La comunità non si è mai ufficialmente divisa, ma per queste differenze nel rito, gli ebrei possono scegliere se frequentare la Grande Sinagoga, che segue i riti neologhi, oppure una sinagoga con un’architettura e rito più tradizionali.

L’ebraismo neologo e lo stile della Grande Sinagoga di Budapest
Come accennato prima, la Grande Sinagoga di Budapest è anche il simbolo della divisione tra l’ebraismo ortodosso e quello neologo. A spiegarmi questa frattura è stato Miklós, la guida locale con cui ho visitato il quartiere: sono informazioni che puoi scoprire solo grazie a chi conosce davvero la storia dall’interno!
Ma che cos’è l’ebraismo neologo? Si tratta di un movimento riformista nato tra gli ebrei ungheresi nella seconda metà dell’Ottocento, con l’obiettivo di favorire l’integrazione nella società ungherese.
In un contesto prevalentemente cristiano che spingeva verso l’assimilazione, molti ebrei cercarono di adattarsi, senza però rinunciare alla propria identità. Movimenti simili nacquero anche in Europa e in Nord America, ma in Ungheria la riforma neologa fu meno rigida rispetto ad altre forme di ebraismo riformato.
L’ebraismo neologo era considerato molto moderno e liberale per l’epoca: lasciava alle persone la libertà di scegliere il proprio livello di osservanza. Frequentare la sinagoga era consigliato, ma non obbligatorio: ognuno poteva decidere se pregare anche a casa o meno. Paradossalmente, in quel periodo, erano i cristiani ad avere regole più rigide!
Le caratteristiche uniche della Grande Sinagoga di Budapest
La Grande Sinagoga di via Dohány è stata la prima sinagoga a Budapest progettata con un concetto architettonico proprio. Ha resistito sia al regime nazista che al comunismo e, con il tempo, è stata restaurata grazie a fondi statali.
Ciò che la rende davvero speciale sono alcune caratteristiche uniche, come ad esempio la presenza di un organo. Questo elemento è considerato talmente “moderno” che alcuni ebrei ortodossi scelgono di non frequentare questa sinagoga proprio a causa della musica che vi viene suonata.
Anche questi dettagli li ho scoperti grazie al tour a piedi nel Quartiere Ebraico. Senza la mia guida, mi sarei limitata ad ammirarne la bellezza e imponenza, senza cogliere il significato più profondo che si cela dietro ogni scelta architettonica.
Struttura in ferro e illuminazione
Dal punto di vista architettonico, l’edificio presenta una struttura in ferro, con colonne metalliche leggere che, all’epoca della costruzione, rappresentavano una vera innovazione. All’interno ci sono anche numerose luci, un altro elemento all’avanguardia e costoso per l’epoca.
Le luci e le strutture in ferro riflettono chiaramente come la Grande Sinagoga di via Dohány fosse frequentata principalmente dalla borghesia ebraica benestante.
Stile eclettico
Lo stile architettonico della sinagoga è un mix eclettico di elementi neo-moreschi, neo-bizantini e moreschi. Se hai già visitato altre sinagoghe, probabilmente hai notato come il moresco sia uno stile piuttosto diffuso. Evoca infatti una “età dell’oro” degli ebrei sefarditi in Spagna, priva di persecuzioni e piena di prosperità.
Inoltre, nel XIX secolo, il movimento dell’orientalismo influenzò anche la borghesia ebraica, desiderosa di stare al passo con le tendenze artistiche del tempo. Infine, ebraismo e islam condividono alcune caratteristiche, come il divieto di rappresentare Dio: da qui nasce il ricco stile decorativo privo di ritratti o immagini sacre.
Elementi tradizionali
Nell’ebraismo, è la comunità a rendere sacro un luogo. Tuttavia, avere un posto riservato nella Grande Sinagoga era anche uno status symbol. Le famiglie più ricche acquistavano i propri banchi contribuendo al finanziamento del tempio. Ancora oggi puoi leggere i loro nomi incisi sulle panche, proprio come in alcune chiese cattoliche.
Gli elementi fondamentali della sinagoga sono l’Arca Santa, che custodisce la Torah, e l’altare. La comunità ebraica di Budapest possiede 17 rotoli della Torah, alcuni dei quali molto antichi e riservati alle letture speciali. Nella sinagoga puoi notare anche una luce rossa, simbolo della presenza di Dio, e una galleria femminile in alto. In genere però oggi, durante le funzioni, le donne siedono nelle gallerie laterali.
Caratteristiche insolite
Tra le caratteristiche più inusuali della Grande Sinagoga di via Dohány c’è la sua architettura simile a una basilica, con una pianta rettangolare anziché quadrata, e un altare centrale. Anche il pulpito laterale, simile a quello delle chiese cattoliche, è una particolarità poco comune nelle sinagoghe.
Infine, come già accennato, la presenza di un organo è alquanto atipica per un luogo di culto ebraico. Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme, infatti, l’uso della musica strumentale fu vietato in segno di lutto. Va detto, però, che la musica in sé non è proibita: è solo l’uso degli strumenti che non è consentito durante lo Shabbat.

Il Cimitero e il Giardino della Sinagoga di via Dohány
Dietro la Grande Sinagoga si trovano diversi monumenti commemorativi dedicati alla memoria degli ebrei ungheresi. Dall’esterno, puoi anche scorgere un piccolo cimitero, racchiuso da una fila di arcate.
Inizialmente fu realizzato come memoriale per i soldati ebrei caduti nella Prima Guerra Mondiale, ma alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quest’area fu inglobata nel ghetto di Budapest. Quando il ghetto fu liberato, i corpi degli ebrei morti a causa dell’assedio o della brutalità delle milizie delle Croci Frecciate furono sepolti nel giardino.
Le vittime dell’Olocausto sono ricordate anche con la splendida scultura L’Albero della Vita, realizzata da Imre Varga nel 1991. Si tratta di un grande albero di metallo che puoi ammirare nel giardino dopo la visita alla sinagoga.
Vicino all’albero, si trova anche una vetrata colorata creata per il museo dell’Olocausto. Il disegno rappresenta il fuoco che uccide un serpente, simbolo del regime nazista.
Nel giardino troverai inoltre targhe commemorative dedicate ai Giusti tra le Nazioni, le persone non ebree che aiutarono a salvare gli ebrei durante la persecuzione nazista. La maggior parte erano diplomatici, che rilasciarono documenti falsi per permettere agli ebrei di fuggire.
Sul lato opposto del giardino si trova infine una piccola sinagoga invernale, usata per le cerimonie nei mesi più freddi. Può ospitare circa 50 persone, con donne e uomini seduti separatamente. Anche in questo spazio raccolto è presente un organo seppur nascosto, un dettaglio piuttosto raro per una sinagoga.

La Sinagoga di via Kazinczy: un capolavoro architettonico poco conosciuto
La Sinagoga di via Kazinczy si trova al civico 29–31 di via Kazinczy, nella zona di Pest. Fu completata nel 1913 e il suo progetto fu ispirato dall’Art Nouveau nazionale di Lechner del periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale, ma anche dallo stile Secessione viennese.
Dopo la separazione tra le comunità ebraiche neologa e ortodossa, molte città ungheresi vissero profonde divisioni interne. A Budapest, però, non ci fu una rottura completa: la comunità ortodossa scelse semplicemente di costruire un proprio luogo di culto, senza organo, rispettando le tradizioni.
Sono certa che troverai la sinagoga di via Kazinczy decisamente affascinante. Molti visitatori la preferiscono persino alla più celebre Grande Sinagoga per il suo stile più tradizionale e intimo.

Il declino e la rinascita della Sinagoga di via Kazinczy
La Sinagoga di via Kazinczy riuscì a sopravvivere alla Seconda Guerra Mondiale, ma nel 1959 fu chiusa, a causa del calo dei fedeli e della mancanza di donazioni. Lo Stato ungherese stanziò alcuni fondi, ma non furono sufficienti per un restauro adeguato.
Verso la fine degli anni ’80, l’edificio fu venduto a un’azienda intenzionata a trasformarlo in uno spazio per conferenze. Fu dichiarato monumento storico e iniziarono i lavori di recupero, ma questi furono interrotti con il fallimento della società.
L’edificio passò quindi allo Stato, per poi essere riacquistato dalla comunità ebraica, che lo ha restaurato completamente nel 2015, grazie anche a finanziamenti governativi.
Oggi la sinagoga di via Kazinczy è sia un luogo di culto che un centro culturale. L’altare e il pulpito all’occorrenza possono scendere al di sotto del pavimento, in modo da rendere lo spazio versatile quando non si tengono cerimonie religiose.

Dove dormire a Budapest
Budapest offre una vasta scelta di splendidi hotel, ciascuno con il suo fascino unico. L’Hampton By Hilton Budapest City Centre (leggi qui la mia recensione completa), posizionato a soli 600 metri dalla Basilica di Santo Stefano, ti accoglie con camere curate, una deliziosa colazione, ristorante e bar interno. L’elegante Stories Boutique Hotel, a 500 metri dall’Opera, offre un’atmosfera unica e il suo ristorante serve colazioni alla carta, continentali o vegetariane. Se preferisci un aparthotel, Zoya Luxury Residence è una scelta eccellente, con comodi appartamenti dotati di macchina del caffè, lavastoviglie e parcheggio.
In conclusione, visitare la Budapest ebraica è un vero viaggio nella storia e nella cultura. Personalmente, devo ringraziare la mia guida, Budai Miklós, per le sue spiegazioni appassionate che hanno reso la mia esperienza ancora più coinvolgente. Per questo motivo, se stai pianificando la tua visita, ti consiglio vivamente un tour guidato: ti aiuterà a scoprire le storie nascoste di questo quartiere così particolare. Scrivimi nei commenti cosa ti incuriosisce di più del Quartiere Ebraico di Budapest, ma anche il tuo angolo preferito se hai già visitato questa zona.