Il mio primo viaggio in Asia è stato in Cambogia, parecchi anni fa. All’epoca non era una meta molto popolare e non conoscevo nessuno che ci fosse stato prima di me. La Cambogia era un mistero e per prepararmi alla partenza avevo visto tutti i documentari e letto tutti i libri possibili. Avevo scoperto che era uno dei Paesi più minati al mondo, un genocidio in un passato non troppo remoto e che Angkor Wat era il complesso di templi più bello del mondo.
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La Cambogia sotto gli Khmer Rossi spiegata da Tiziano Terzani
Il primo libro che mi aveva introdotto alla storia della Cambogia era stato In Asia, di Tiziano Terzani, e in seguito il suo Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia. Grazie a questi libri ho scoperto come un Paese dalla cultura pacifica e millenaria sia diventato luogo di campi minati, esecuzioni sommarie, torture e carestie, come conseguenza della politica attuata da Pol Pot senza nessuna influenza esterna.
Nel 1975 gli Khmer Rossi erano un partito rurale della Cambogia. Conquistarono il potere dopo essersi alleati con i Viet Cong per cacciare gli americani. Per una distorta idea di “purificazione della Cambogia” deportarono la popolazione delle città nelle campagne, eliminando tutte le persone con un minimo di cultura e professionalità. Il loro obiettivo era ottenere un’assoluta autosufficienza alimentare.
Le conseguenze furono la cancellazione di una cultura millenaria, una diffusa carestia per via di riforme agrarie senza senso e migliaia di persone morte per malattie facilmente curabili con la medicina moderna. Oltre a un clima di terrore che aveva diviso intere famiglie.
Detta così sembra che gli Khmer Rossi fossero un gruppo di ignoranti che ce l’avevano a morte con gli intellettuali e la cultura straniera, tuttavia i loro leader si erano conosciuti all’università a Parigi. Un’altra contraddizione è che terminato il periodo di chiusura della Cambogia e ripresa una parvenza di democrazia, i responsabili del genocidio continuarono a fare attività politica per parecchi anni prima di venire processati per i loro crimini.
Sembra inimmaginabile, ma è successo davvero, quindi prima del mio viaggio in Cambogia ho cercato libri autobiografici per approfondire.
Il racconto autobiografico di Loung Ung
First They Killed My Father: A Daughter of Cambodia Remembers è probabilmente il libro autobiografico più famoso sul genocidio cambogiano. In italiano è stato tradotto con il titolo Per primo hanno ucciso mio padre. Racconta la storia di deportazione e sopravvivenza di Loung Ung, figlia di un funzionario governativo, che all’epoca aveva solo cinque anni.
Luong Ung oggi è un’attivista per i diritti umani naturalizzata americana che si batte per la messa al bando delle mine terrestri. Sulla sua esperienza di sopravvissuta al genocidio cambogiano ha scritto anche un secondo libro Lucky Child: A Daughter of Cambodia Reunites with the Sister She Left Behind tradotto in italiano come Il lungo nastro rosso. Qui racconta l’emigrazione negli Stati Uniti, la nostalgia di casa e la riunificazione con la sorella Chou rimasta in Cambogia.
La storia narrata nel primo libro inizia nell’aprile del 1975 quando l’armata degli Khmer Rossi arriva a Phnom Penh. La sua famiglia viene spostata in vari villaggi durante il grande esodo di massa dalle città alle campagne.
Chi riesce a sopravvivere lo fa nascondendo l’identità, l’educazione e lo stile di vita prima dell’avvento dei Khmer Rossi. Il libro è molto intenso perché racconta anche l’esperienza della fame e di bambina soldato dell’autrice.
Il libro di Luong Ung nel film di Angelina Jolie
First They Killed My Father: A Daughter of Cambodia Remembers è diventato un film prodotto da Angelina Jolie e disponibile su Netflix che riporta fedelmente tutti i passaggi del libro. Il libro di Luong Ung, comprato per $ 2 su una bancarella a Siem Reap durante le riprese di Lara Croft, le aveva aperto gli occhi sul genocidio, le mine e l’influenza americana sulla politica del sud est asiatico.
Proprio in Cambogia Angelina Jolie decide di dedicarsi alle missioni umanitarie, diventando ambasciatrice di buona volontà per l’Alto Commissario per i Rifugiati. Durante una missione UN, conosce e diventa amica di Luong Ung, con la quale inizia ad abbozzare il progetto del film sul suo libro.
Angelina Jolie spiega che “Il cuore del film è la storia di Loung. È la storia di una guerra vista attraverso gli occhi di una bambina, ma è anche la storia di un paese”. First They Killed My Father è un film corale nel quale recitano solo attori cambogiani che parlano khmer, la loro lingua madre.
Da ogni scena emerge la Cambogia vera, quella che si riesce a respirare solo visitandola davvero e incontrando i suoi abitanti. First They Killed My Father è un film bellissimo e coinvolgente che segue fedelmente la storia di Luong Ung in ordine cronologico e commuove nella scena finale in cui i fratelli sopravvissuti emigrati negli USA e rimasti in Cambogia si ritrovano e commemorano i familiari scomparsi.
Se stai per partire per la Cambogia, i libri di Tiziano Terzani e Luong Ung ti aiuteranno a comprendere la storia tragica e assurda del Paese, mentre il film di Angelina Jolie ti anticiperà alcuni dei paesaggi meravigliosi di quest’angolo di Sud Est Asiatico.
10 commenti
La Cambogia è una meta che ho messo in lista da due anni a questa parte, forse proprio grazie al delirio mediatico promosso dai tour operators per quei vacanzieri incontenibili che sono sempre in cerca di mete impensabili. In generale la cultura asiatica mi ha sempre affascinata e spero di riuscire presto a visitare questi luoghi dalla forte impronta culturale. Intanto seguo le tue indicazioni e mi vado a cercare sia il film che le letture consigliate.
La Cambogia è stato il mio primo viaggio in Asia, un po’ spiazzante sotto alcuni aspetti, ma ha aperto la strada al grande amore che provo per la cultura orientale. Ci sono mete più facili e “occidentalizzate” come la Thailandia per la quale non bisogna impegnarsi troppo e altre più autentiche da scoprire poco per volta come la Cambogia (almeno lo era tempo fa…) È un viaggio che merita sicuramente e che lascia tantissimo in termini di emozioni
Anche a me piace prepararmi ai viaggi con libri ambientati nel paese che visiterò. Conosco poco della storia dei Khmer Rossi e me be rammarico. È storia recente che viene fin troppe volte lasciata cadere nel dimenticatoio.
Io l’avevo scoperta prima di andare in Cambogia per caso e mi ha lasciata sconvolta. Una volta visitata la Cambogia mi ha invece stupito come i cambogiani siano riusciti a perdonare quanto accaduto e lasciarsi alle spalle il passato. Nella capitale oggi trovi autisti di tuk tuk che ti offrono un passaggio al campo di sterminio proponendotelo quasi come un giro a un parco di divertimenti!!!
Voglio vedermi subito il film, e poi rileggerò volentieri i testi di Terzani che sono l’Asia a portata di mano… Andremo in Cambogia a giugno quindi questo post cade a pennello!!Grazie , Marina
La Cambogia mi è davvero rimasta nel cuore, è stato il mio primo viaggio in Asia sognato per anni. Sarò molto felice di leggere nei tuoi post come è cambiata nel frattempo. Io ero andata ai tempi che era ancora considerata una destinazione a rischio, secondo il nostro Ministero degli Esteri, e solo qualche anno dopo una mia amica me l’aveva descritta come molto più turistica. Un altro libro molto valido da leggere prima di partire è Cambodge Année Zero di Ponchaud, magari nel frattempo è uscita un’edizione italiana.
Vedrò questo film, mi sembra molto interessante. Hai avuto una bella intuizione a visitare la Cambogia tanto tempo fa. Chissà se ne frattempo è cambiata.
Credo che si sia modernizzata molto, già a due anni di distanza era andata una mia collega e aveva trovato molte più strutture turistiche e non sempre è un bene perché si rischia di perdere l’autenticità del luogo 🙁
Sono stata in Cambogia tanti anni fa, ho fatto del volontariato in una delle zone rurali ed è rimasta nel mio cuore. Vedere il trailer del film mi ha fatto venire i lacrimoni, non so mica se riesco a vederlo tutto!
La Cambogia è un posto indimenticabile per chiunque ci sia stato e ti confermo che il film è ad alto tasso di lacrime