Open House Torino è una manifestazione annuale in cui puoi visitare case e palazzi normalmente chiusi al pubblico per scoprire la migliore architettura urbana antica e moderna. In questo articolo ti porto alla scoperta del quartiere San Salvario.
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Cos’è Open House Torino
Torino è una città ricca di edifici storici e architettura moderna meno conosciuta, ma molti palazzi sono chiusi al pubblico. Per questo partecipare a manifestazioni come Open House Torino ti permette di scoprire meglio il tessuto urbano e scoprire abitazioni che sono vere opere d’arte ed edifici d’epoca in attesa di una nuova destinazione d’uso.
Open House in particolare è una manifestazione gratuita per scoprire edifici abitualmente chiusi al pubblico che si svolge in tutto il mondo. Il format è nato a Londra nel 1992 da un’idea della fondatrice Victoria Thornton e oggi più di quaranta città in ogni continente aderiscono alla rete Open House Worldwide.
Durante l’evento moltissimi luoghi ed edifici privati aprono le proprie porte agli appassionati di architettura e a semplici curiosi. A Torino è possibile visitare appartamenti privati, spazi verdi, uffici ed edifici di ogni epoca. Puoi vedere sia aree vincolate per il loro valore storico che strutture moderne o contemporanee, accompagnata da una guida volontaria, dai proprietari della struttura e talvolta dagli stessi architetti che hanno curato il progetto.
Come partecipare a Open House Torino
Per visitare gli edifici e gli appartamenti di Torino che aprono le loro porte per questo evento è sufficiente registrarti su Open House Torino. Se vuoi partecipare all’evento Open House Torino con bambini, come ho fatto io con mio figlio, su ogni profilo puoi associare altre due persone. Le persone aggiunte possono anche essere adulti, come amici e parenti.
La maggior parte delle visite è ad accesso libero: è sufficiente metterti in coda e presentare il codice QR rilasciato con la registrazione. Solo alcuni edifici torinesi prevedono l’accesso su prenotazione, come la Sinagoga di Torino i cui posti sono andati esauriti quasi immediatamente. In questo caso puoi prenotare la tua visita guidata direttamente sul sito Open House Torino dalla scheda della struttura.
Sulla mappa del sito web Open House Torino trovi tutte le strutture che aderiscono all’evento, con data e ora di apertura. Alcuni edifici sono aperti solo in un giorno specifico o seguono orari diversi, controlla sulla scheda di ogni singola struttura. Nel quartiere San Salvario per esempio La casa tra gli alberi era aperta solo al mattino, mentre CX Belfiore solo la domenica.
Cosa vedere a San Salvario: gli edifici aperti al pubblico per Open House Torino
San Salvario è un quartiere dal tessuto urbano molto particolare. Fianco a fianco convivono da sempre case popolari con ville di lusso e strutture industriali ormai dismesse. Un tempo aperta campagna, il quartiere comprende anche il Castello del Valentino, parte delle Residenze Reali Patrimonio UNESCO.
In questo contesto è difficile immaginare architettura moderna, soprattutto perché Torino è una città generalmente poco aperta alle sperimentazioni. Tuttavia, tra edifici storici vincolati e ristrutturazioni contemporanee che conservano tratti originari di edifici e appartamenti, nel quartiere San Salvario puoi vedere anche alcuni edifici imponenti che offrono un curioso contrasto tra verde e cemento.
Di seguito puoi scoprire gli edifici che ho visitato durante la manifestazione Open House Torino. Ne mancano ancora molti che spero di visitare alla prossima occasione.
25 Verde
Come prima tappa di Open House Torino mi sono diretta subito con il baby blogger al condominio 25 Verde, un edificio di forma irregolare costruito nel 2011 e concepito come una foresta abitabile. Abbiamo fatto una lunghissima coda perché è sempre una delle case di San Salvario più visitate della manifestazione. Vale sicuramente la pensa aspettare per visitarla tuttavia considera che c’era già la fila prima ancora dell’apertura.
Il progetto del condominio 25 Verde è dell’architetto Luciano Pia che ha disegnato anche il Molecular Biotechnology Center, mentre la parte verde è stata curata dagli architetti Chiara Otella, Stefania Naretto e Giovanni Vercelli. Quello che colpisce entrando nel cortile è sicuramente il contrasto tra il cemento grezzo e il verde vivo delle piante, insieme alle strutture in ferro e le tegole in legno delle facciate che cambiano colore con il tempo.
Nell’ingresso del cortile c’è anche uno specchio d’acqua a maggiore contrasto tra gli spazi vuoti e pieni. La nostra guida volontaria Cristina ci ha spiegato che gli alberi stilizzati in ferro hanno il duplice scopo di portare acqua piovana alle piante del condominio e nascondere i cavi elettrici. Abbiamo anche visitato un appartamento privato che sembra tutt’uno con la natura grazie all’ampia vetrata e gli spazi aperti delle stanze.
25 Verde
Via Gabriele Chiabrera, 25
10125 Torino
Molecular Biotechnology Center
Progettato nel 2006 dall’architetto Luciano Pia, il Molecular Biotechnology Center riprende il suo stile caratteristico di cemento grezzo e natura. Scoprire alberi rigogliosi dietro la facciata di vetro dell’Università di Biotecnologie è una vera sorpresa. Al suo interno ospita anche un parcheggio sotterraneo, inimmaginabile dall’esterno.
La visita ha attraversato le varie aree aperte, con un giardino mediterraneo nel primo cortile e un giardino d’inverno nel secondo. Il terzo cortile, su cui si affaccia la palazzina storica, è stato mantenuto nella sua originalità mentre terrazzi in vetro e cemento collegano in modo panoramico gli edifici vecchi e nuovi.
Oltre ad ammirare questa struttura imponente e leggera allo stesso tempo, visitare il Molecular Biotechnology Center con la dott.ssa Tiziana Cravero come guida ci ha permesso di scoprire curiosità sui laboratori. Per esempio qui è ospitata la Cell Factory e i laboratori sono volutamente open space perché la scienza è comunicativa: le scoperte migliori arrivano facendo rete. L’appuntamento per scoprire cosa succede all’interno del Molecular Biotechnology Center è la Notte dei Ricercatori con appuntamenti per bambini di ogni età.
Molecular Biotechnology Center
Via Nizza, 52
10126 Torino
Downtown Loft
Questo appartamento è stata una vera scoperta perché da fuori ha ancora l’aspetto originario di negozio. Si tratta infatti proprio di un negozio convertito in abitazione situato in un edificio del 1962 in mattoni pieni e traforati firmato dagli architetti Sergio Jaretti e Elio Luzi.
La conversione in loft è del 2019 ad opera dell’architetto Angelo Rasero, il proprietario dell’appartamento che ci ha fatto da guida. Da fuori colpiscono sicuramente le vetrine trasformate in serra, con le serrande originali mantenute come decorazione. La privacy del loft è garantita dai vetri opachi e dalle finestre a rullo.
L’appartamento ha mantenuto gli spettacolari pavimenti in marmo originali e la pianta aperta, con le zone notte chiuse da vetrate scorrevoli. La scelta di mantenere i termosifoni originali e rialzarli su apposite strutture, creare un nuovo impianto elettrico a vista e porre al centro della scena bar, cucina e un’imponente televisione che scorre giù dal soffitto conferisce al Downtown Loft un’atmosfera industriale molto particolare. L’appartamento è inoltre decorato da oggetti di design esposti su scaffali aperti.
Downtown Loft
Via Saluzzo, 88
10126 Torino
Scalo Merci Vallino
La visita allo Scalo Merci Vallino è di tipo completamente diverso rispetto alle altre del quartiere. Si tratta infatti di un immobile tutelato che delinea la sagoma di Piazza Nizza ed è in attesa di una nuova destinazione. A condurre la nostra visita Fabrizio della proprietà Biesse Investment con la guida volontaria Marco, entrambi diventati subito grandi amici del baby blogger.
La parte interessante della nostra visita guidata è stato scoprire una parte di storia torinese, dagli uffici e magazzini delle Ferrovie costruiti a fine Ottocento in quella che allora era aperta campagna alla trasformazione in officina per costruire i motori delle locomotive. Fino a oggi, con una parte dello stabile affittato a Wind e un altra trasformata in palestra.
Lo Scalo Vallino prende il nome dalla cascina che sorgeva in questa zona prima di venire integrata nel centro abitato e gli edifici sono stati progettati dall’ingegnere Pozzi. Le facciate esterne delle strutture sono decorate in mattoni a vista con elementi decorativi in pietra, mentre quelle interne sono intonacate con solo i cornicioni in mattoni a vista, per risparmiare.
Gli edifici più piccoli erano uffici dello scalo merci e gli appartamenti di custode e guardia daziaria. Davanti alle palazzine si vede ancora un peso mentre le banchine con i binari per caricare e scaricare i treni non sono più visibili.
La visita si è concentrata sulla palazzina più grande, un perfetto esempio di archeologia industriale in attesa di nuova destinazione. Passeggiando tra le stanze vuote abbiamo scoperto la storia di bombardamenti della seconda guerra mondiale e dei nuovi progetti di recupero in corso. In attesa di una nuova destinazione, le sale al piano interrato dall’aria da ruin bar ospitano eventi privati o vengono utilizzate per manifestazioni, come San Salvario District nel 2017.
Scalo Merci Vallino
Via Nizza, 40
10125 Torino
La casa tra gli alberi
Progettata nel 2008 dai proprietari Alberto Rosso, che ci ha fatto da guida, e Giulia Giammarco di Studioata, la casa tra gli alberi è probabilmente la struttura più sorprendente per il contrasto tra l’esterno e l’interno. Ricavata da un basso fabbricato interno cortile, da fuori sembra semplicemente un anonimo garage per via del muro grigio.
Entrando all’interno dell’abitazione invece si viene travolti dalla natura, con alberi che escono dalle pietre del cortile. L’effetto del grigio e del cemento a vista, con un patio alberato e un insolito giardino sul tetto è difficile da descrivere a parole. Gli arredi su misura non fanno che esaltare l’unicità del progetto. Non per nulla questa abitazione ha vinto il Premio Architetture Rivelate nel 2013.
Tra i particolari degni di nota l’utilizzo della pietra blu di Liegi per i pavimenti esterni e la parte di pietra, un materiale che cambia sfumatura a seconda della luce. E poi ancora il sapiente utilizzo dei lucernari per illuminare i bagni ciechi e la continuità tra esterno e interno nel grigio del piano in cemento del salotto su cui poggia la televisione. Infine un aspetto che rende unica questa abitazione è il tetto giardino, con orto e alberi per isolare la casa dal caldo estivo.
La casa tra gli alberi
Via Saluzzo, 49
10125 Torino
CX Turin Belfiore
CX significa Campus X, ovvero per la generazione X, ed è una catena di hotel e residenze per studenti e giovani lavoratori presente in differenti città italiane. Le strutture hanno uno stile ben definito con colori accesi e luci neon sia nelle camere che negli spazi comuni. Il CX Belfiore è stato progettato nel 2021 dallo Studio Balducci per trasformare una struttura industriale dismessa e ospita 246 camere, aree studio e coworking, lavanderia, palestra e una spettacolare terrazza da cui si vede il panorama di Torino.
La struttura del CX Turin Belfiore è molto funzionale nonostante sia un ibrido tra hotel e studentato perché 5-6 piano sono destinati esclusivamente a hotel mentre i piani più bassi sono monolocali e appartamenti in condivisione per studenti. Le residenze hanno un costo più alto rispetto a un normale appartamento in affitto, ma comprendono servizi come pulizie e manutenzione, oltre all’accesso a tutte le aree comuni.
L’aspetto più particolare del progetto di ristrutturazione dell’edificio riguarda però il piano interrato che risulta incredibilmente luminoso perché sfrutta la luce proveniente da delle bocche di lupo e riflessa dalla ghiaia bianca del patio come ci ha spiegato la nostra guida volontaria Erica, anch’essa architetto. A me il CX è piaciuto moltissimo e spero di soggiornarci in qualche città italiana al prossimo viaggio!
CX Turin Belfiore
Via Belfiore, 23
10125 Torino
Open House Torino: la mia esperienza a San Salvario
Dopo aver partecipato a Open House Torino il mio consiglio è di non perdere questa manifestazione. Questa volta mi sono concentrata esclusivamente sul quartiere San Salvario per ridurre gli spostamenti perché ero con il baby blogger, ma l’iniziativa si estende su tutto il territorio cittadino con qualche edificio in provincia come le Cartiere Burgo.
Puoi quindi scegliere un unico quartiere, munirti di abbonamento del bus e girare per Torino oppure prendere l’auto e andare alla scoperta di capolavori architettonici meno conosciuti dai non addetti ai lavori. Alcuni edifici come il condominio 25 Verde sono più famosi di altri per cui puoi trovare lunghe code già dal mattino presto. Altri come la Sinagoga hanno invece pochi posti disponibili per le visite guidate che si esauriscono subito.
Purtroppo se partecipi a Open House con bambini non c’è possibilità di saltare la fila (così come se sei incinta o hai una disabilità) rendendo più difficile la fruizione degli edifici. Per esperienza ti posso dire che dopo aver aspettato in coda più di mezz’ora i bambini diventano facilmente irritabili e rendono difficile seguire le spiegazioni delle guide. Per questo motivo sarebbe opportuno che Open House pensasse a una corsia preferenziale per queste categorie che ho citato, come peraltro già avviene in alcuni luoghi.
A parte questa criticità l’esperienza è stata bellissima, con guide volontarie preparate e l’opportunità di scoprire Torino da un diverso punto di vista.
Dove dormire a Torino
A Torino puoi dormire sia in hotel eleganti situati in palazzi storici che in moderni appartamenti dotati di tutti i comfort, la scelta dipende solo dai tuoi gusti. Da torinese posso solo consigliarti gli hotel più belli. Personalmente soggiornerei al Best Western Plus Executive Hotel and Suites o al lussuoso hotel Principi di Piemonte, entrambi in centro.
Se invece preferisci un’area comoda alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e in una zona ricca di locali e ristoranti ti consiglio gli Apart Hotel Torino o l’economico ostello Tomato Backpackers nel quartiere di San Salvario, vicino a dove ho abitato per molti anni prima della nascita di mio figlio.