Home DestinazioniEuropaUngheria Casa del Terrore a Budapest: un viaggio attraverso la storia più oscura dell’Ungheria

Casa del Terrore a Budapest: un viaggio attraverso la storia più oscura dell’Ungheria

La vita in Ungheria sotto i regimi nazista e comunista

di Paola Bertoni
0 commenti

La Casa del Terrore è uno dei musei più visitati di Budapest e racconta la storia del totalitarismo ungherese in modo davvero scenografico, all’interno dell’edificio che fu sede sia del Partito Nazista ungherese sia della Polizia Segreta comunista. Visitando la Terror Háza, questo il suo nome in ungherese, attraverserai una scenografica esposizione che racconta l’oppressione vissuta dal popolo ungherese tra il 1944 e il 1990.

Cosa devi sapere sulla Terror Háza

Situata nel cuore di Budapest, il museo della Casa del Terrore cerca di raccontarti com’era la vita in Ungheria sotto i due regimi totalitari che l’hanno segnata. In modo altamente simbolico, il museo si trova proprio nell’edificio che fu sede prima del Partito delle Croci Frecciate, affiliato al regime nazista, e poi della polizia segreta comunista ÁVH (Autorità per la Protezione dello Stato).

PIANIFICA IL TUO VIAGGIO A BUDAPEST
Organizza al meglio il tuo viaggio con la Budapest Card e usufruisci dei trasporti pubblici gratuiti in tutta la città, gli ingressi gratuiti in alcuni dei migliori musei di Budapest e nelle famose Terme di Lukács, oltre a sconti esclusivi per attrazioni turistiche e tour.
Rimani sempre connesso con una Airalo eSim e risparmia sulla copertura dati nel tuo viaggio in Ungheria.

Il museo nasce con l’intento di ricordare le vittime dei regimi fascista e comunista, raccontando questo periodo buio della storia ungherese. All’interno della Casa del Terrore però puoi anche scoprire storie personali delle vittime, racconti spesso assenti nei libri di storia.

Tuttavia, quello che ti colpirà di più sarà la scenografia. L’edificio stesso è imponente, con una facciata nera da cui la scritta “TERROR” proietta ombre drammatiche sull’edificio stesso e sul marciapiede. Anche gli allestimenti all’interno cercano in tutti i modi di catturare la tua attenzione, riuscendoci con un effetto “wow” davvero impressionante.

Per questo motivo, ciò che ti resterà più impresso sarà probabilmente l’atmosfera suggestiva creata dalle scenografie, più che la tragica storia ungherese in sé.

Casa del Terrore di Budapest
Casa del Terrore di Budapest

Cosa vedere alla Casa del Terrore

L’esposizione del museo ti accompagna attraverso l’oppressione, la sorveglianza e la brutalità che gli ungheresi hanno subito sotto il regime nazista prima, e sovietico poi. Ogni sala racconta un diverso capitolo di questa storia, attraverso fotografie, video, testimonianze personali e oggetti.

L’aspetto più impressionante è che si tratta di una storia relativamente recente: l’Ungheria è diventata un paese libero e democratico, e membro dell’Unione Europea, solo nel 2004. Molti visitatori, tra cui forse anche tu, conservano ancora ricordi del blocco sovietico!

Dal 1944 al 1990, infatti, l’Ungheria è stata prima governata dal Partito delle Croci Frecciate, appoggiato dalla Germania nazista, e poi dal regime comunista sostenuto dall’Unione Sovietica.

La Terror Háza vuole far comprendere ai visitatori come hanno vissuto gli ungheresi sotto le dittature subite. Tuttavia, l’allestimento così spettacolare rende l’esperienza più simile a una visita al Retro Museum Budapest o a un tour su una Trabant, piuttosto che a un tradizionale museo di storia.

La doppia occupazione dell’Ungheria

La visita alla Casa del Terrore inizia dal secondo piano e segue una linea temporale cronologica che ripercorre le dittature totalitarie in Ungheria. Se non noleggi l’audioguida, troverai in ogni sala dei fogli con spiegazioni in ungherese e in inglese.

La prima sala, Occupazione dopo occupazione, introduce l’esposizione permanente e ti offre una panoramica delle occupazioni nazista e sovietica che hanno segnato il Paese.

Per darti un po’ di contesto, tutto ha inizio con il diktat del Trattato del Trianon del 1920, in seguito al quale l’Ungheria perse due terzi del suo territorio. Il desiderio di rivincita spinse il Paese ad allearsi con i governi nazista e fascista di Germania e Italia.

Nel 1944, la Germania nazista occupò l’Ungheria. Poco dopo, alla fine dell’estate dello stesso anno, l’Armata Rossa invase il Paese, scacciando i nazisti, ma instaurando a sua volta una dittatura comunista.

Le Croci Frecciate

Proseguendo nel percorso, entrerai nel Corridoio delle Croci Frecciate e nella Sala delle Croci Frecciate, entrambe dedicate al Partito delle Croci Frecciate, il partito nazista ungherese. Va detto che questa parte della storia, raccontata alla Casa del Terrore, risulta piuttosto edulcorata rispetto a quello che potresti sentire durante una visita guidata al Quartiere Ebraico di Budapest.

In Ungheria, le idee nazionalsocialiste trovarono un ampio consenso e i nazisti presero il potere nel 1944 con il sostegno della Germania. La persecuzione della popolazione ebraica fu spietata, e quasi nessuno tentò di fermare le deportazioni di massa.

L’Armata Rossa in Ungheria

Dopo la sezione dedicata al Partito delle Croci Frecciate, entrerai nella Sala del Cambio d’Abiti, un’installazione che espone uniformi sia delle Croci Frecciate sia della polizia segreta comunista. Questa installazione simboleggia il passaggio da una dittatura all’altra, sottolineandone le profonde somiglianze.

Anche se nazismo e comunismo possono sembrare forze opposte, in realtà rappresentano due facce della stessa medaglia: qualsiasi regime totalitario, indipendentemente dal suo nome, non tollera la libertà di parola, di culto o di pensiero.

Dopo l’occupazione sovietica, centinaia di migliaia di ungheresi furono costretti a “cambiare abito” e adattarsi a una nuova realtà, dove non c’era più spazio per aristocratici, borghesi, imprenditori e religiosi.

Deportazione e persecuzioni dopo la Seconda Guerra Mondiale

L’esposizione al primo piano inizia con una sala dedicata al reinsediamento forzato e alla deportazione che illustra la persecuzione collettiva seguita alla fine della guerra.

Più di 200.000 ungheresi di origine tedesca furono obbligati a lasciare le proprie case. Anche la Cecoslovacchia, considerata una nazione alleata vittoriosa, costrinse quasi 100.000 ungheresi a fuggire.

Oltre 700.000 prigionieri di guerra, civili e oppositori politici furono deportati nei campi di lavoro forzato sovietici, dove molti morirono a causa delle condizioni disumane.

La persecuzione colpì anche i civili, come i contadini proprietari di terre, definiti kulak, un termine preso in prestito dal russo poiché non esisteva un equivalente diretto in ungherese. In questa sezione dell’esposizione puoi vedere video di kulak sopravvissuti, proiettati su un muro costruito con mattoni che imitano l’aspetto di pezzi di lardo. Sebbene non siano realizzati in vero grasso, l’effetto visivo è incredibilmente realistico.

Io stessa non conoscevo questi eventi storici se non a grandi linee, e persino molti ungheresi non ne sono pienamente consapevoli. Per decenni, infatti, i sopravvissuti ai gulag non hanno potuto parlare delle loro esperienze nei campi. Anche questa storia è molto recente: András Toma, l’ultimo prigioniero di guerra a tornare da un gulag, è rientrato in Ungheria solo nel 2000, all’età di 74 anni!

La vita in Ungheria negli anni ’50

La Sala degli anni ’50 ti mostra l’ottimismo ufficiale e l’entusiasmo dell’epoca, attraverso una serie di manifesti di propaganda dai colori vivaci e grafiche mozzafiato. Se ami l’estetica della propaganda sovietica, troverai questa esposizione davvero affascinante.

Tuttavia, quest’area mette anche in evidenza il forte contrasto tra l’apparente allegria e il controllo totale esercitato sulla società. L’Unione Sovietica consolidava la propria influenza nei paesi occupati, come l’Ungheria, attraverso una rete di consiglieri e agenzie di servizi segreti, il cui compito era plasmare le nazioni satellite secondo il modello sovietico.

La polizia segreta ungherese

Proseguendo nella visita, scoprirai la storia dell’ÁVH, l’Autorità per la Protezione dello Stato (in ungherese Államvédelmi Hatóság), che operò come polizia segreta in Ungheria tra il 1945 e il 1956.

Vedrai una stanza destinata agli interrogatori che però veniva anche utilizzata per torturare i prigionieri, oltre all’ufficio della polizia politica ungherese. Qui potrai scoprire anche l’inquietante figura di Gábor Péter, il leader dell’ÁVH.

Come spesso accade nei regimi dittatoriali, anche il regime ungherese era dominato dalla paranoia, e la sicurezza personale non era garantita per nessuno, nemmeno per i ministri o i membri del governo. Inoltre, non era raro che membri dell’ÁVH partecipassero personalmente all’arresto o alla tortura dei propri genitori o fratelli.

La Sala della Giustizia mette in evidenza la brutalità dei processi farsa, che venivano condotti su ordine politico e sotto il diretto controllo del partito dominante. I contadini ricchi, gli aristocratici e i membri della borghesia ricevevano pene molto più severe rispetto ai rappresentanti della classe operaia.

Le celle della prigione

Il seminterrato del numero 60 di via Andrássy divenne tristemente famoso durante il regime delle Croci Frecciate. I militanti nazisti radunavano le persone e le portavano proprio qui, dove venivano brutalmente picchiate nei sotterranei della sede.

Raggiungerai le celle attraverso un ascensore che si muove lentamente: durante la discesa, un breve documentario ti spiegherà i metodi di esecuzione utilizzati all’epoca. Una volta arrivato nel seminterrato, potrai vedere le piccole celle dove i prigionieri venivano torturati. Le persone venivano detenute in queste celle con tempi variabili, e molti non ne uscirono mai vivi.

Parte del seminterrato è stata ricostruita per mostrarti l’aspetto originale che aveva a metà del secolo scorso, quando era in uso come prigione. L’aspetto più scioccante è che non ti trovi in una prigione militare isolata o nelle segrete di qualche castello medievale, ma in una delle principali arterie della città, a pochi metri dal marciapiede e dalla vita quotidiana.

Alla fine del percorso espositivo, una volta raggiunto il cortile, potrai vedere un enorme carro armato sovietico.

Carro armato sovietico esposto nella Casa del Terrore di Budapest
Carro armato sovietico esposto nella Casa del Terrore di Budapest

Come pianificare la tua visita alla Casa del Terrore

La Casa del Terrore offre un’esperienza immersiva e altamente dettagliata, capace di lasciare un’impressione indelebile. È sicuramente una delle attrazioni imperdibili di Budapest.

Tuttavia, la visita potrebbe non risultare piacevole e scorrevole. Anche durante la bassa stagione, la Casa del Terrore può essere estremamente affollata. Non sono sicura che il flusso di accesso sia ben gestito, perché durante la mia visita la ressa era davvero opprimente.

Il museo era talmente pieno che ho dovuto aspettare più di dieci minuti per prendere l’ascensore che porta al seminterrato, senza alcuna alternativa tramite scale. Inoltre, i gruppi delle visite guidate tendevano a bloccare l’ingresso alle varie sale.

Dal punto di vista linguistico, alcune installazioni interattive, come i telefoni con voci registrate, sono disponibili solo in ungherese. Nel seminterrato, anche le didascalie delle fotografie dei prigionieri sono esclusivamente in ungherese.

Sebbene alcuni video siano sottotitolati in inglese, l’ambiente sovraffollato rendeva difficile seguirli, soprattutto a causa delle numerose guide che parlavano contemporaneamente a distanza ravvicinata.

All’interno del museo non è possibile scattare fotografie, quindi le immagini che vedi in questo articolo sono foto d’archivio o immagini di pubblico dominio. Una nota positiva: la Casa del Terrore è completamente accessibile, dotata di ascensori e rampe.

Visitare la Casa del Terrore con bambini

A causa della natura di alcune esposizioni, i bambini non sono ammessi all’interno del museo. Personalmente, il mio parere è simile a quello che ho espresso per l’Ospedale nella Roccia Bunker Antiatomico di Budapest.

Nonostante i temi complessi trattati, non troverai nulla di particolarmente scioccante nell’allestimento. Anzi, la presentazione è talmente scenografica che persino gli adulti rischiano di perdere di vista la serietà dei contenuti per farsi trascinare dall’effetto “wow”.

Visita guidata alla Casa del Terrore

La Casa del Terrore propone visite guidate in inglese solo per gruppi di almeno 10 persone. Tuttavia, puoi arricchire la tua esperienza noleggiando una delle audioguide disponibili in varie lingue.

In alternativa, puoi prenotare un tour privato dedicato alla storia del comunismo, che include anche l’ingresso alla Casa del Terrore. Ti consiglio il Tour della storia comunista di Budapest per un’introduzione completa al comunismo in Ungheria, oppure il Tour Nato sotto la Stella Rossa per esplorare la cultura pop comunista e i lati più oscuri della storia di Budapest.

Orari di apertura

La Casa del Terrore è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 18:00. Rimane chiusa il lunedì.


Biglietti

Il biglietto d’ingresso al museo Terror Háza costa 4.000 HUF (circa 10 euro). Purtroppo non è possibile acquistare i biglietti online, puoi comprarli solo direttamente alla biglietteria del museo.

Sono disponibili biglietti a prezzo ridotto per famiglie, adolescenti e persone tra i 62 e i 70 anni (valido solo per cittadini ungheresi e cittadini UE), al costo di 2.000 HUF.

Se vuoi risparmiare, sappi che l’ingresso è gratuito per tutti i cittadini UE la prima domenica di ogni mese. Tuttavia, tieni presente che in quei giorni il museo può essere molto più affollato del solito.

Come raggiungere la Casa del Terrore

La Casa del Terrore si trova al numero 60 di Andrássy út a Budapest, in una posizione facilmente accessibile con diversi mezzi di trasporto.

Puoi prendere la linea M1 della metropolitana e scendere alla stazione Vörösmarty utca, che si trova a pochi passi dal museo. In alternativa, puoi prendere i tram 4 e 6 e scendere a Oktogon, distante solo qualche minuto a piedi.

Anche diverse linee di autobus, tra cui la 105 e la 979, hanno fermate nelle vicinanze. Il mio consiglio è di controllare il percorso più comodo da dove si trova il tuo hotel direttamente su Google Maps.

Terror Háza
Budapest 1062, Andrássy út 60

Dove dormire a Budapest

Budapest offre una vasta scelta di splendidi hotel, ciascuno con il suo fascino unico. L’Hampton By Hilton Budapest City Centre (leggi qui la mia recensione completa), posizionato a soli 600 metri dalla Basilica di Santo Stefano, ti accoglie con camere curate, una deliziosa colazione, ristorante e bar interno. L’elegante Stories Boutique Hotel, a 500 metri dall’Opera, offre un’atmosfera unica e il suo ristorante serve colazioni alla carta, continentali o vegetariane. Se preferisci un aparthotel, Zoya Luxury Residence è una scelta eccellente, con comodi appartamenti dotati di macchina del caffè, lavastoviglie e parcheggio.

In conclusione, visitare la Terror Háza è un’esperienza intensa ma fondamentale se vuoi approfondire la storia dell’Ungheria. Qui puoi comprendere meglio l’impatto dei regimi totalitari e la resilienza del popolo ungherese. Proprio per questo, nonostante la folla, il museo resta una tappa imprescindibile durante un viaggio a Budapest. Condividi nei commenti le tue impressioni o la tua esperienza alla Casa del Terrore!

Altri articoli che potrebbero interessarti

Lascia un commento

* Quando lasci un commento autorizzi Pasta Pizza Scones a gestire i tuoi dati secondo quanto previsto dal GDPR