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La Ruota degli Esposti nel Complesso Monumentale dell’Annunziata di Napoli

di Paola
2 commenti

A Napoli, nel Complesso Monumentale dell’Annunziata, si trova la Ruota degli Esposti più famosa d’Italia. Qui nei secoli passati venivano abbandonati i neonati non voluti. Oggi per fortuna è solo una curiosità storica in disuso da molto tempo, ma nei secoli passati era un’istituzione molto attiva. In questo articolo puoi leggere come visitare la Ruota degli Esposti di Napoli e cosa c’è da vedere.

Cos’erano le ruote degli esposti

La ruota degli esposti, chiamata anche rota degli esposti, era una bussola girevole in cui venivano abbandonati i figli illegittimi o quelli di famiglie troppo povere per allevarli. I neonati erano collocati nella ruota attraverso uno uno sportello che girando andava andava a combaciare con un’apertura all’interno da cui veniva raccolto.

In Italia c’erano diverse ruote degli esposti, nome con cui erano chiamati i neonati abbandonati. Oltre a Napoli, erano presenti ruote degli esposti nelle principali città italiane, tra cui Milano, Firenze e Roma. Oggi consideriamo l’abbandono di un bambino una pratica terribile eppure nei secoli scorsi le ruote degli esposti erano largamente utilizzate.

Gli esposti venivano nutriti e allevati dalle congregazioni religiose che gestivano le ruote, fornendo loro cibo e avviamento a una professione. In un periodo in cui non esisteva il latte in polvere, i neonati venivano inizialmente affidati a delle balie che li crescevano come parte della famiglia, quindi dati in adozione.

I motivi per cui le madri abbandonavano i neonati erano sia la povertà che perché illegittimi. Tuttavia talvolta le madri inserivano nella ruota, insieme al bambini, dei segni distintivi come medagliette dei santi o documenti, con la speranza di poterlo successivamente riconoscere e riprendere con sé.

Come funzionava la Ruota degli Esposti di Napoli

A Napoli le madri che non potevano o volevano allevare il proprio figlio lasciavano il neonato nella Ruota degli Esposti della Congregazione della Santissima Annunziata, una delle ruote più conosciute in Italia, insieme a quelle di Milano, Firenze e Roma).

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La Ruota degli Esposti di Napoli si trova all’interno del Complesso Monumentale dell’Annunziata che comprendeva anche una chiesa e un’istituzione assistenziale per la cura dei bambini abbandonati. Dalla ruota degli esposti deriva anche il cognome napoletano più diffuso: Esposito.

L’istituzione della ruota fu attiva a Napoli dal 1300 circa fino al 1875, ma negli anni successivi i neonati continuarono a venire abbandonati sui gradini della chiesa dell’Annunziata. L’orfanotrofio invece funzionò fino al 1980 ospitando i bambini abbandonati non affidati a famiglie esterne.

Interno della Ruota degli Esposti di Napoli nel Complesso Monumentale dell'Annunziata
La stanza interna in cui si trova la Ruota degli Rsposti di Napoli nel Complesso Monumentale dell’Annunziata

Il meccanismo della ruota degli esposti

La ruota degli esposti aveva un meccanismo molto semplice. Si trattava di una bussola girevole in legno, montata su un perno di metallo, con un’apertura per deporre i bambini.

L’apertura della ruota combaciava con l’apertura del muro dell’edificio, in modo che le madri potessero collocarvi i neonati senza essere viste dall’interno. Facendo girare la ruota, il bambino veniva portato all’interno del Complesso dell’Annunziata dove un campanello avvisava la suora addetta alle prime cure. Il vano della ruota era pensato per neonati, ma venne usato spesso anche per bambini più grandi.

I bambini lasciati nella ruota erano chiamati “figli della Madonna”, “figli d’a Nunziata” o più semplicemente “esposti”. A partire dal Cinquecento l’arrivo dei bambini abbandonati aveva iniziato a venire registrato in appositi libri, con l’annotazione di giorno e ora di ingresso, età e lineamenti, ed eventuali segni distintivi.

Alcuni genitori lasciavano un foglio con il loro nome o una medaglietta per poterli riconoscere e riprendere in futuro se la loro situazione fosse migliorata. Altre madri lasciavano delle monete con il bambino, ma più spesso i neonati venivano abbandonati solo con i vestiti che avevano addosso.

Il futuro dei bambini esposti

La Ruota degli Esposti di Napoli non ha un percorso turistico, solo alcuni cartelli informativi. Per scoprire come venivano accolti e cresciuti i bambini abbandonati mi sono affidata a internet, trovando versioni contrastanti sul futuro che li attendeva.

Per le bambine era molto comune partecipare al Rito del Fazzoletto, una tradizione per favorire i matrimoni delle giovani senza dote. Le suore che gestivano l’orfanotrofio dell’Annunziata facevano sfilare le ragazze in età da matrimonio nel cortile davanti agli aspiranti mariti. Se un pretendente era interessato gettava un fazzoletto bianco alla ragazza, la quale doveva raccoglierlo per accettare la proposta di matrimonio o lasciarlo cadere per rifiutarla.

L’esposto napoletano più noto fu Vincenzo Gemito che grazie al suo talento divenne famoso come disegnatore, scultore e orafo. Il suo cognome doveva essere originariamente Genito, ovvero generato, ma per un errore di trascrizione diventò Gemito.

Interno della Ruota degli Esposti di Napoli nel Complesso Monumentale dell'Annunziata
L’ingresso della stanza della Ruota degli Esposti di Napoli, con i cartelli che raccontano la sua storia e quella di Vincenzo Gemito, il suo esposto più famoso

Esposito: il cognome napoletano più diffuso che deriva dalla ruota degli esposti

Il cognome Esposito è molto diffuso a Napoli e trae origine proprio dalla ruota degli esposti. Esposito infatti significa proprio “esposto” e veniva assegnato come cognome a tutti i neonati abbandonati nella ruota. La prima registrazione di un Esposito è datata il 1 gennaio 1623 in un documento ufficiale dell’Ospedale dell’Annunziata in riferimento a “Fabritio, di anni due”.

La tradizione di dare il cognome Esposito ai bambini lasciati nella ruota continuò fino al 1811, quando sotto il governo francese venne imposto l’utilizzo di cognomi di fantasia per non gravare i neonati abbandonati con quello che veniva considerato all’epoca un marchio infamante.

Il Complesso Monumentale della Santissima Annunziata Maggiore

Composto da un convento, un ospedale, un orfanotrofio e un conservatorio per le ragazze povere senza famiglia, il Complesso Monumentale dell’Annunziata di Napoli era gestito dalla Congregazione della Santissima Annunziata, fondata nel 1318. Di tutte queste strutture oggi rimangono attive una struttura sanitaria tutt’ora in funzione, una basilica e la Ruota degli Esposti aperta al pubblico e visitabile gratuitamente.

Informazioni utili per visitare la Ruota degli Esposti di Napoli

La Ruota degli Esposti, nel Complesso Monumentale dell’Annunziata, si trova in via Annunziata, un classico vicolo popolare di Napoli con auto parcheggiate in modo irregolare e panni stesi ai balconi degli palazzi. La facciata della chiesa, nascosta dietro alle auto, lascia intuire un passato importante, ma durante la mia visita tutto il Complesso aveva un aspetto dimesso e poco curato.

L’ingresso alla Ruota degli Esposti avviene dallo stesso accesso della struttura sanitaria, con apertura gratuita dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 13:30. Durante la mia visita ho visto che qualche cartello sulla funzione della Ruota, ma mi è sembrato che la stessa stanza fosse semi abbandonata.

Non so se nel frattempo è stata risistemata visto la sua importanza storica, ma quando ho visitato la Ruota degli Esposti si poteva entrare e curiosare liberamente, nonostante un custode all’ingresso

Complesso Monumentale dell’Annunziata Ruota
Via Annunziata, 34
80139 Napoli

Cortile interno del complesso monumentale dell'Annunziata di Napoli
Il cortile interno del complesso monumentale dell’Annunziata di Napoli

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Visitare la Ruota degli Esposti di Napoli per me è stata un’esperienza abbastanza toccante, nonostante l’incuria generale della struttura. L’idea che un tempo potessero venire abbandonati neonati perché illegittimi oppure per motivi economici è un’idea oggi decisamente inconcepibile.

Tuttavia la Ruota degli Esposti racconta una Storia passata molto importante per cui secondo me vale la pena entrare e vedere con i propri occhi. Scrivimi nei commenti se conoscevi già questa istituzione di Napoli o se intendi visitarla nel tuo prossimo viaggio.

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2 commenti

Miss Polette 03/03/2020 - 17:09

Pazzesco.. Sai che avevo sentito nominare queste ruote ma non avevo idea del fatto che avessero questa funzione! Immagino infatti come hai detto tu che per una mamma sia una visita piuttosto sofferta, ma anche io che non ho figli sono rimasta molto colpita soltanto dalla tua descrizione

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Paola 03/03/2020 - 22:47

Pensa che io non mi impressiono facilmente, ma qui ho sentito davvero tutto il peso della tristissima storia di questo luogo, sono stata proprio travolta dall’eco delle emozioni di chi è passato dalla ruota. Ancora ci sto male se ci penso!

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