Probabilmente Cagliari non è la prima città che ti viene in mente di visitare in un weekend, troppo distante dall’Italia continentale, troppo poco nota come città d’arte per risultare una meta interessante. Eppure è proprio qui che ti sbagli perché attraverso le visite guidate dell’evento Tour Kal ho scoperto una Cagliari emozionante, con una storia delineata da dominazioni venute dal mare e tradizioni popolari.
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Il quartiere Castello di Cagliari: antica roccaforte pisana
Per scoprire una città, il modo migliore è iniziare sempre dal centro storico. Quello di Cagliari corrisponde al quartiere Castello, da cui deriva il soprannome Casteddu che i sardi danno al loro capoluogo. Castello però non significa castello nel modo in cui lo intendiamo sul continente, perché in sardo il suo significato è quello di altura.
Cagliari si è sviluppata su dodici colli anche se alcuni sostengono che siano sette, come quelli di Roma. La verità è che nei secoli alcuni colli sono stati spianati e se ne sono perse le tracce, ma gli storici confermano il numero originario.
Il quartiere Castello è situato su uno dei colli cittadini ed era l’antica roccaforte pisana, poi aragonese e spagnola, un tempo circondata da mura, in cui aveva sede il governo ed era impedito ai sardi di restare dopo il tramonto. Si racconta che chi venisse sorpreso di notte al suo interno venisse gettato barbaramente dalle sue mura.
Le torri difensive
Simbolo del quartiere Castello è la Torre di San Pancrazio, costruita in soli due anni. Nata come torre pisana di avvistamento per un periodo fu anche utilizzata come carcere. La storia del centro storico di Cagliari però non è solo pisana, aragonese e spagnola.
Il sistema di torri difensive della città si può vedere chiaramente dall’alto della Torre Campanaria della Cattedrale di Cagliari, famosa per ospitare la campana più grande della Sardegna. Ma il linguaggio “parlato” tra le torri non funzionava attraverso i suoni.
Le torri difensive di Cagliari comunicavano attraverso un sistema di luci per avvisare la popolazione e le truppe che non c’erano invasioni o per avvisare dell’arrivo di nuove navi in porto. Partecipava a questa rete anche la Torre dell’Elefante, della stessa altezza della Torre di San Pancrazio, ma situata in un punto più basso della città e pertanto visivamente meno imponente.
Il Palazzo Regio di Cagliari
Per un periodo, durante l’occupazione di Napoleone, qui vissero i piemontesissimi sovrani del Regno di Sardegna. Ora, chiunque abbia vissuto a Torino conosce l’opulenza dei nostri palazzi reali, palazzine di caccia, castelli nel cuore della città o appena all’inizio delle campagne.
Quando la guida ci ha raccontato che i Savoia erano molto insoddisfatti della loro sistemazione nel Palazzo Regio non mi ha stupito per niente. Per i loro gusti non era abbastanza elegante e confortevole. Non a caso era un grande palazzo sì, ma in un punto della città ben poco da salotto cittadino, quanto eredità di un periodo di passaggio di mani e di conquista.
Il Palazzo Regio, come gli altri edifici del quartiere Castello di Cagliari, si trovano in alto in posizione difensiva, per controllare l’arrivo dei nemici e sopravvivere agli attacchi che venivano dal mare piuttosto che per esibire tutta la ricchezza della nobiltà sabauda!
La Cattedrale di Cagliari
Il luogo religioso più importante di Cagliari, la Cattedrale dedicata a Santa Maria e Santa Cecilia, è un misto di stili romanico, gotico e barocco. L’aspetto più interessante però è quello della sua facciata, un falso storico che racconta incompetenza edilizia ai massimi livelli.
La storica facciata barocca infatti venne distrutta senza ripensamenti per cercare di riportare alla luce la facciata originale, senza però riuscirci. Venne quindi ricreata in fretta e furia una nuova facciata in stile pisano che potesse avere un senso architettonico, coprendo tutti i precedenti tentativi.
Sulla facciata sono anche riportate le unità di misura in auge all’epoca, come avveniva in tutta Europa perché solitamente i luoghi di culto principali si trovavano vicino ai luoghi del commercio. Se hai già difficoltà a capire il sistema imperiale, pensa a vivere in un mondo in cui ogni regione aveva le sue personali unità di misura!
Quella della facciata però non è l’unica curiosità, perché su un lato c’è una pietra dedicata al Santo Maumma, ovvero a Maometto, per via della mezzaluna incisa, simbolo dell’Islam. In questo caso però si tratta di un’interpretazione popolare perché in antichità per edificare luoghi istituzionali e di culto venivano volentieri utilizzati materiali di recupero (proprio come alla Sacra di San Michele).
La pietra di Maometto infatti non è altro che una lapide posata al contrario, per “annullare” il suo precedente significato. Ed ecco che una semplice decorazione sottosopra è stata identificata dai cagliaritani come un simbolo della religione musulmana e creato una curiosa devozione popolare per un santo profeta dell’Islam!
Gli interni della cattedrale
L’interno della Cattedrale di Cagliari è sontuoso come tutte le chiese cattoliche, ma raccoglie altre curiosità. Se il palco dei reali con ingresso segreto dal Palazzo Viceregio, perché i Savoia potessero assistere a messa non visti dalla folla, non è una rarità architettonica, è invece molto interessante il riciclo creativo del pulpito donato dai pisani.
Dopo averlo dismesso dalla Cattedrale di Pisa, il pulpito fu riciciclato in due balconcini separati nella Cattedrale di Cagliari. Con la divisione creativa però perse ogni continuità temporale delle storie narrate nei bassorilievi.
Il prepotente Mausoleo di re Martino il Giovane invece è un classico esempio di come veniva utilizzata l’arte a scopo politico. Edificato all’interno della cattedrale due secoli dopo gli eventi narrati, commemora quel re che tolse ai sardi ogni sogno di indipendenza, dopo aver sedato nel sangue una ribellione.
Ultima curiosità della Cattedrale di Cagliari è la raffigurazione di San Michele, nonostante ci troviamo distanti dalla linea micaelica dei santuari a lui dedicati. Qui l’angelo guerriero per eccellenza usa un fulmine invece che la solita spada per scacciare i diavoli, e l’espressione di questi ultimi vale sicuramente la visita.
La Cripta dei Martiri
All’interno della Cattedrale di Cagliari si trova uno dei luoghi di culto più famosi della Sardegna, nata per raccogliere i resti dei martiri della diocesi cittadina. A prima vista può sembrare un’opulenta cripta cattolica dove sono raccolte le spoglie mortali di martiri morti per la loro fede. Quello che è strano è il numero di martiri cagliaritani, decisamente troppo alto rispetto alle medie nazionali e regionali.
La storia narra di una diatriba tra il vescovo di Cagliari e quello di Sassari per scegliere la diocesi principale della Sardegna. Dopo lungo discutere, i vescovi avevano convenuto che scelta sarebbe ricaduta sulla diocesi che aveva donato alla Sardegna il maggior numero di martiri.
Ora non capisco perché questo amore per il martirio splatter nella Chiesa cattolica, ma a scanso di equivoci, la diocesi principale avrebbe ricevuto anche consistenti sovvenzioni in denaro. Ecco perché tanto entusiasmo nell’andare a dissotterrare le salme. Il dubbio sull’eticità della caccia al martire però sorge spontaneo visto che Cagliari ne aveva recuperati ben 179, mentre Sassari solo tre.
Confermata comunque Cagliari come diocesi vincitrice, restava la domanda di cosa fare di tutte queste salme riesumate di persone a caso, da cui la costruzione della Cripta dei Martiri. Qui i martiri sono raffigurati tutti con una foglia di palma in mano che nell’iconografia cristiana corrisponde alla palma del martirio.
Il quartiere Stampace: la Cagliari sotterranea di Sant’Efisio e Santa Restituta
Oltre a Castello, un altro quartiere storico di Cagliari è Stampace, toponimo di probabile origine pisana. Il quartiere è così pieno di chiese che sembra ci siano più chiese che abitazioni. Da vedere almeno dall’esterno la Chiesa di Sant’Anna, in stile tardo barocco piemontese, quasi rococò, completata dopo oltre un secolo.
Costruita probabilmente con la stessa attenzione ai dettagli della facciata della Cattedrale di Cagliari, pure la facciata della Chiesa di Sant’Anna ha una storia di disagio architettonico. Voluta con due torri campanarie e due orologi, nessuno riuscì nell’impresa di far andare allo stesso ritmo le lancette e finirono per rimuovere quelle dell’orologio di destra per risolvere drasticamente il problema.
Il culto di Sant’Efisio
Il santo più amato di Cagliari è sicuramente Sant’Efisio, patrono della città e destinatario da secoli di una devozione popolare che non sembra voler diminuire. La processione di Sant’Efisio infatti si tiene da più di 365 anni, nata nel periodo della peste come frutto di ex voto.
La chiesa dedicata a Sant’Efisio, così come l’antistante piazzetta e l’omonima cripta, sono proprietà dell’Arciconfraternita di Sant’Efisio che si dedica a tramandare il culto del santo. La chiesa, in stile barocco piemontese, dall’esterno non sembra particolarmente ridondante di decorazioni perché progettata da architetti militari, eppure da qui parte ogni anno la processione più grande di tutta la Sardegna.
La parte più interessante però è la cripta sotterranea, nata come cava e poi diventata una prigione nel periodo romano, famosa oggi perché ricordata come luogo di tortura del santo. Qui pare che Sant’Efisio, soldato romano nato a Gerusalemme, fosse stato torturato a lungo per la sua conversione al cristianesimo e ogni volta che il boia falliva a tagliargli la testa si convertissero altre persone nella diocesi di Cagliari.
L’accesso originale della Cripta di Sant’Efisio era al livello della strada, ma quando il carcere romano venne chiuso, l’intera cripta fu riempita di detriti e ritrovata soltanto nel periodo della frenetica ricerca dei martiri durante la rivalità delle diocesi sarde. Una volta riscoperta la cripta divenne luogo di culto con anche un altare ricoperto di azulejo a ricordare il martirio del santo.
L’aspetto più curioso del culto di Sant’Efisio è quello iconografico perché un soldato romano di chiare origini mediorientali nel tempo si è trasformato in un soldato spagnolo, con tanto di baffetti e abbigliamento non particolarmente sobrio. Il motivo storico era per avvicinare il popolo sardo ai dominatori spagnoli, ma il risultato è una statua del santo patrono particolarmente addobbata, con elaborati vestiti donati dai fedeli per le processioni.
La Cripta di Santa Restituta
Sempre sotterranea, la Cripta di Santa Restituta è luogo del martirio dell’omonima santa, ma fu usata anche come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. Davanti al suo ingresso si consumò uno dei drammi più intensi della guerra, con una bomba alleata caduta sulla fila di persone in attesa di entrare.
Anche la Cripta di Santa Restituta fu creata inizialmente come cava per estrarre materiale calcareo, ma fu utilizzata principalmente come deposito dai romani. Al suo interno infatti si trovano delle cisterne per la raccolta di grano e acqua piovana, oltre che un deposito di anfore di epoca romana.
Oggi puoi leggere sui suoi muri le scritte delle persone che si nascondevano nel rifugio antiaereo e vedere la colonna a cui fu legata Santa Restituta durante il martirio per la sua fede cristiana. La colonna è curiosamente racchiusa in un blocco di cemento per porre fine alla pratica delle donne di strusciarsi contro per ottenere in dono fertilità.
Fenicotteri e spiagge: i percorsi naturalistici di Cagliari
Per concludere questo tour di due giorni nel capoluogo della Sardegna, ti suggerisco di assaporare i percorsi naturalistici che offre Cagliari. La spiaggia del Poetto è la spiaggia cittadina per eccellenza, una lingua di sabbia lunga 8 km che arriva fino a Quartu Sant’Elena.
Un tempo poligono militare, la sua sabbia bianca iniziò con il tempo ad attrarre sempre più cagliaritani e nel 1913 furono costruiti i primi stabilimenti balneari e i casotti, vere e proprie casette in legno che diventavano le abitazioni estive dei cittadini, poi abbattute per motivi igienico-sanitari.
Poco fuori città invece si trova il Parco Naturale Regionale Molentargius Saline in cui nidificano i fenicotteri rosa provenienti dalla Camargue francese. Puoi visitarlo in autonomia affittando una bicicletta oppure con un tour guidato per scoprire la storia delle Saline di Stato di Cagliari e visitare l’area protetta dello stagno del Molentargius.
Dove dormire a Cagliari
Per la tua vacanza a Cagliari puoi scegliere tra alcuni hotel molto belli e tantissimi appartamenti arredati con cura, sia in centro città vicino a musei e attrazioni che vicino alla lunga spiaggia sabbiosa. Cerca su Booking.com la sistemazione perfetta per te.
Come hai potuto leggere in questo articolo, Cagliari è una città che ha moltissimo da raccontare e due giorni bastano solo a scoprire le attrazioni principali. Con più tempo a disposizione, potresti scoprire i Musei Civici, passeggiare lungo il Bastione Saint Remy e vivere la città moderna. Scrivimi nei commenti se conoscevi già chiese, torri e parchi inseriti nel mio itinerario del Tour Kal e cosa ti piacerebbe vedere di Cagliari.
18 commenti
La Sardegna è l’unica regione italiana in cui ancora non ho messo piede. Potendo viaggiare solo d’inverno e nelle mezze stagioni avevo sempre timore di trovare una landa desolata. Leggendo il tuo articolo mi sono ricreduta! C’è comunque molto da fare e da vedere in città!
Anche in inverno si sta bene, il clima è davvero piacevole. Ti consiglio Cagliari per un city break
Non sono mai stata a Cagliari, ma sono sempre stata convinta sia una bellissima città da visitare!
Vale la pena vederla! Ora ci sono diversi voli low cost quindi avrai sicuramente l’occasione per organizzare un weekend!
Ho visitato Cagliari per la prima volta lo scorso anno e mi ha stupito. Una città veramente bella, con un sacco di cose da vedere e da scoprire e tanto legata anche alla nostra città natale, Torino! E’ stato bello scoprire storia e aneddoti di una città che non avevo mai considerato come meta turistica e invece è una città affascinante assolutamente da visitare!
Cagliari è davvero una città nascosta, non ti aspetti tutte queste cose da fare e vedere!
Ti confesso che ho sempre considerato la Sardegna come una destinazione ideale per un soggiorno balneare, e non mi sarebbe mai venuto in mente di visitarla per la sua cultura e le sue città. Sono rimasta sorpresa di scoprire quanto è bella Cagliari e quante attrazioni offre, le tue foto ne sono una testimonianza!
Grazie ❤︎ Cagliari ha una bellissima spiaggia cittadina, ma la sua storia è sicuramente la parte più interessante!
Purtroppo non sono ancora stata in Sardegna ma è una regione che mi ispira sempre di più, soprattutto in inverno: i suoi resti archeologici, la sua natura, le sue città… E Cagliari è sicuramente una meta imprescindibile!
L’ideale sarebbe fare Cagliari più on the road nella zona centrale dell’isola per scoprire anche le aree meno conosciute
Cagliari sarebbe una bella città da visitare in primavera, la aggiungo tra quelle che stiamo scegliendo per passarci il fine settimana.
Concordo, il clima dev’essere ottimo in primavera!
Lo ammetto… non sono mai stata in Sardegna!!! Devo assolutamente rimediare, e Cagliari mi attira tantissimo!
Io ho rimediato con questo blogtour! Neanche io c’ero mai stata 😀 (confessioni di una blogger che ha girato un sacco, ma non ha ancora visto posti in Italia)
Sono stata a Cagliari la scorsa estate, città bellissima! Unico rimpianto? Non aver visitato il Parco Naturale Regionale Molentargius!
Il parco Molentargius è incredibile! I fenicotteri sono stupendi, non ne avevo mai visti così tanti liberi tutti insieme. Mi piacerebbe ritornare sia con mio figlio che adora queste visite, che per scoprire di più sull’archeologia industriale e la storia delle saline.
Ammetto che ti avevo già seguita con molto interesse su Instagram! Questo approfondimento è stato molto utile, soprattutto perchè sono stata in Sardegna molti anni fa, quindi mi piacerebbe molto tornarci!
Grazie! A Cagliari effettivamente c’è molto più da vedere di quello che si immagina fuori Sardegna. Spero che questo articolo possa dare un’idea di cosa fare anche in un solo weekend visto che ora ci sono parecchi voli low cost diretti 🙂