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Il D-Day della decimalizzazione: quando gli inglesi hanno iniziato a contare in base dieci

di Paola
12 commenti

La decimalizzazione è una delle curiosità di un popolo abituato a contare in base dodici pinte di birra, miglia e fino al 1971 anche i soldi. Fortunatamente per la contabilità, negli anni Settanta la sterlina venne convertita in base dieci, come in quasi tutto il resto del mondo. Questo evento epocale è ricordato come D-Day, ovvero Decimalisation Day.

Il Sistema Imperiale Britannico: le misure britanniche in base dodici

Il primo impatto con l’Inghilterra può essere scioccante per l’abuso di alcol e l’incomprensibile senso dell’umorismo, ma soprattutto per il modo in cui vengono calcolate le distanze e le quantità. Per molte attività, come bere birra o calcolare come arrivare al pub più vicino, gli inglesi utilizzano ancora il Sistema Imperiale Britannico, un sistema di misura non decimale. Invece di litri e chilometri, i britannici ragionano in pinte e miglia.

Calcolare liquidi e distanze in base dodici sembra una complicazione assurda, ma dopo un po’ ci fai l’abitudine. Non oso immaginare le difficoltà per la contabilità quando vigeva ancora la suddivisione in base dodici per la sterlina. Fino al 1971, anno della decimalizzazione, vigeva un sistema non decimale anche per il calcolo del denaro e la sterlina era suddivisa in scellini.

Sterline, penny e scellini: i soldi nel Regno Unito prima della decimalizzazione

Il D-Day (come Decimalisation Day, non come il D-Day dello sbarco in Normandia) è il giorno della decimalizzazione della sterlina britannica. Ovvero il giorno in cui la sterlina venne suddivisa in dieci parti, e gli abitanti delle isole britanniche abbandonarono a malincuore scellini e pence per il penny.

Nel sistema tradizionale, una sterlina era suddivisa in venti scellini e ogni scellino in dodici pence. All’epoca quindi una sterlina era composta da 240 pence. Questo sistema era chiamato £sd ovvero “pounds, shillings and pence” e pronunciato LSD come la popolare droga degli hippies per via delle allucinazioni che causava. Per confondere ancora di più i turisti in visita nella Perfida Albione, circolavano contemporaneamente anche monete assurde come la mezza corona, del valore di due scellini e sei pence.

Tabella di comparazione tra sistema il £sd e il sistema decimale per le sterline inglesi e irlandesi prima della decimalizzazione

La decimalizzazione delle valute negli altri Paesi

I sistemi monetari, così come quelli di misura, non sono sempre stati tutti in base dieci. E non parliamo di antichi egizi, greci o romani, bensì di secoli più recenti. La decimalizzazione, il passaggio ai conteggi in base dieci, è infatti avvenuta in tempi diversi per diversi Paesi.

Fino al Decimalisation Day la sterlina irlandese, detta anche Irish punt, era agganciata al sistema monetario britannico e le due valute erano legate tra loro con un tasso di cambio fisso 1:1. Quindi tutto quello che abbiamo letto sopra su sterline, scellini e penny valeva anche per la Repubblica d’Irlanda.

I Paesi del Commonwealth

Le ex colonie del Regno Unito cambiarono sistema monetario quando acquisirono l’indipendenza. Primi tra tutti gli Stati Uniti. Altri Paesi del Commonwealth però, affezionati ai calcoli con divisioni in venti e dodici parti, mantennero il sistema monetario tradizionale anche in seguito. L’Australia ne è l’esempio perfetto perché passò al sistema decimale solo nel 1966.

Altri Paesi con sistemi valutari non in base dieci

Tra gli altri Stati che scoprirono la semplicità di contare in base dieci, c’è la Russia che adottò il sistema decimale tra il 1701 e il 1704. La Francia invece approfittò della Rivoluzione per cambiare sistema valutario, esportandolo in seguito in tutti i suoi dipartimenti d’oltremare.

Oggi le uniche due valute non decimali rimaste al mondo sono l’ariary malgascio del Madagascar e l’ouguiya della Mauritania, entrambi divise in cinque parti più piccole. Per quanto sia originale, il sistema di calcolo in base cinque rimane comunque più semplice della divisione in scellini e penny.

La lunga strada del Regno Unito verso la decimalizzazione

Il Regno Unito adottò il sistema decimale solo nel 1971. Tuttavia già dall’Ottocento vennero presentate diverse proposte di decimalizzazione. Una prima mozione per abbandonare la sterlina divisa in duecentoquaranta penny avvenne nel 1795, in seguito all’introduzione in Francia del franco decimale. John Wrottesley, fondatore della Royal Astronomical Society, riprovò una seconda volta a decimalizzare la sterlina nel 1824 e anche questa proposta bocciata in Parlamento.

Il lavoro della Decimal Association

Nel 1841 nacqua la Decimal Association con l’obiettivo di promuovere la decimalizzazione e la metrizzazione. Secondo i suoi fondatori l’utilizzo del sistema decimale per misure e valuta infatti avrebbe favorito il commercio internazionale in vista dell’Esposizione Universale del 1851 ed effettivamente non avevano tutti i torti.

La Decimal Association non riuscì a convincere i Lord della necessità di contare in base dieci, ma fece almeno emettere il fiorino, una moneta d’argento del valore di due scellini, ovvero 1/10 di sterlina.

La Royal Commission on Decimal Coinage, probabilmente come contentino per la Decimal Association, negli anni seguenti valutò gli eventuali benefici e problemi della decimalizzazione. Curiosamente, nella relazione finale del 1859 Lord Overstone e il governatore della Banca d’Inghilterra John Hubbard dichiararono di essere contrari alla decimalizzazione perché secondo loro aveva “pochi meriti”.

Una successiva Royal Commission on Decimal Coinage nel 1920 propose invece con l’avviso di dividere la sterlina in millesimi, idea a dire il vero già presentata nel 1824. Una parte dei Lord disapprovò la proposta, mentre altri suggerirono l’ulteriore complicazione di sostituire la sterlina con un reale, un’ipotetica moneta composta da 100 mezzi penny.

Alla fine negli anni sessanta, visto il successo della decimalizzazione nel resto del mondo, anche il Regno Unito si arrese, non senza ulteriori proposte di decimalizzare i penny invece che la sterlina.

Come avvenne il D-Day della decimalizzazione nel Regno Unito

La decimalizzazione della sterlina avvenne mantenendo la sterlina allo stesso valore, ma suddivisa in 100 nuovi penny. Per avvicinarsi a questo traguardo senza fare troppi danni, la zecca britannica introdusse negli anni precedenti delle nuove monete da 5, 10 e 50 “nuovi penny” con un valore pari a quello degli scellini circolanti, mentre ritirò altri tagli di monete in scellini.

Per avvisare la popolazione del cambiamento, nelle settimane precedenti al D-Day la BBC e le altre reti televisive trasmisero programmi e campagne pubblicitarie sulla decimalizzazione, proprio come avvenne in Italia durante il passaggio all’euro. Le banche invece restarono chiuse per quasi una settimana per rifornirsi delle nuove monete che sarebbero uscite in circolazione il Decimalisation Day.

In teoria il passaggio dalla vecchia alla nuova sterlina sarebbe dovuto durare diversi mesi. Venne però accelerato con a poche settimane perché i commercianti scoprirono di non poter gestire la doppia valuta con i loro registratori di cassa.

Immagine storica del D-Day (Decimalisation Day) nel Regno Unito, crediti BT
Immagine storica del D-Day della decimalizzazione nel Regno Unito, crediti BT

Ora sai anche tu perché i turisti nel Regno Unito fino agli anni Sessanta non riuscivano a raccapezzarsi con la valuta britannica e pagavano gli acquisti rovesciando le monetine sulla cassa. Per fortuna la decimalizzazione ha risolto questo problema. Scrivimi nei commenti se conoscevi già questa curiosa storia sulla sterlina inglese e sulla decimalizzazione.

12 commenti

Claudia 03/11/2019 - 16:11

Viva il D-Day!!! Basta già la guida a destra e tutti i complicati calcoli con cui abbiamo a che fare ogni volta che mettiamo piedi in Inghilterra! Almeno ci hanno evitato quest’ulteriore complicazione! Grazie della spiegazione!

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Paola 03/11/2019 - 16:15

Non salirò mai in macchina con te se guidi a destra in UK ahahah! Scherzi a parte, l’ex British boyfriend a Torino era riuscito a prendere un paio di controviali nel senso opposto di marcia quindi il rischio confusione è reale 😀

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raffigarofalo 31/10/2019 - 07:52

Grazie di questo post. Finalmente ho capito tutto sui penny e sulle bizzarre abitudini “non decimali” dei Britannici.

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Paola 31/10/2019 - 09:25

Se vuoi approfondire ho scritto anche un altro post sul sistema di misura imperiale britannico. Io mi ci sono affezionata e su Google Maps ho ancora le distanze in miglia. Riguardo alla valuta però sono felice che sia stata semplificata!

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antomaio65 29/10/2019 - 13:59

Davvero interessante il tuo post. Non sapevo che la perversione britannica fosse arrivata a tanto! Mi sembra impossibile che si possa contare in modo diverso da quello decimale! E contro la logica!

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Paola 29/10/2019 - 21:13

Forse addirittura contro natura ahahah! Io le apprezzo perché il calcolo in basi diverse era una delle cose che più mi aveva affascinato a scuola

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Claudia 29/10/2019 - 12:47

Fino ad oggi conoscevo solo un D-Day non sapevo ce ne fosse anche un secondo! Avevo sentito dire il termine scellino ma pensavo fosse un sinonimo di penny…un’altra “particolarità” degli inglesi! Fortuna che ho visitato UK dopo il 71′ sennò sai che confusione!

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Paola 29/10/2019 - 21:10

Amici e famigliari mi hanno raccontato che per pagare in vacanza in UK usavano il sistema di mettere mucchi di monetine sulla cassa e far prendere i soldi direttamente ai cassieri tanto era assolutamente impossibile riuscire a capire il sistema al volo ahahahah

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Lucy 29/10/2019 - 12:22

Certo che prima era un incubo! Ma pensavo fosse avvenuto molto prima il passaggio, non nel ’71! Anche se, riguardo ai soldi, ora che ci penso per me sta diventando un incubo anche solo ragionare in termini di soldi normali a base decimale, visto che dove sto io pago con la carta anche il caffè, non uso più nemmeno il portafoglio 🙂

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Paola 29/10/2019 - 21:09

Quello sarebbe il mio sogno, in Italia ti fanno storie ovunque per pagare con la carta, il rientro era stato un trauma. In compenso qui vanno tutte delle app del cavolo per pagare con il telefono che odio!

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Silvia - The Food Traveler 29/10/2019 - 09:14

Ce ne aveva parlato l’insegnante di inglese del liceo ma siccome non amo la matematica, quel giorno di sicuro non ho prestato troppa attenzione a lezione
No, per fortuna non mi è mai capitato di ritrovarmi a pagare in valuta non decimale – e se dovesse succedere spero di poter usare la carta di credito!

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Paola 29/10/2019 - 21:05

Io invece mi sono appassionata e ora continuo a conteggiare le distanze in miglia in mancanza di altre lunghezze non decimali 😀

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