L’Orto Botanico di Torino, situato all’interno del Parco del Valentino, è una destinazione perfetta per una piacevole gita con bambini e per tutti gli appassionati di piante. All’interno dei giardini e delle serre puoi scoprire la flora del Piemonte e alcune specie di piante esotiche acclimatate a Torino. In questo articolo puoi scoprire la storia dell’Orto Botanico di Torino e cosa vedere durante la tua visita.
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Dal sapere scientifico a Orto Botanico aperto a tutti
La nascita dell’Orto Botanico è strettamente legata al periodo sabaudo. Istituito nel 1729 come Regio Orto Botanico in occasione della fondazione della Cattedra Ordinaria di Botanica dello Studium di Torino, occupò lo spazio del preesistente orto olitorio voluto dal re Vittorio Amedeo II di Savoia, accanto al Castello del Valentino.
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La scienza del periodo positivista, come puoi scoprire nei musei del polo ottocentesco (Museo Lombroso, Museo della Frutta e Museo di Anatomia) si basava soprattutto sull’osservazione e catalogazione. Lo scopo del Regio Orto Botanico era conoscere e classificare le piante spontanee del territorio, capire come si potevano acclimatare le specie esotiche, e individuare le proprietà medicinali.
Per accogliere sempre più piante e perseguire la sua natura scientifica, la struttura dell’Orto Botanico si è trasformata nel tempo. Nell’Ottocento in particolare venne ampliato notevolmente, con l’aggiunta delle serre fredde per le coltivazioni tropicali e gli alberi del boschetto.
La raccolta di disegni di piante del Regio Orto Botanico
Sotto la direzione di Vitaliano Donati nel 1752 vennero documentate tutte le specie di piante presenti nel Regio Orto Botanico con disegni a matita e acquerello. Questa raccolta di illustrazioni continuò con il direttore successivo Carlo Allioni fino al 1868.
Oggi questo imponente lavoro è raccolto nell’Iconographia Taurinensis, una serie di 64 volumi comprendenti 7470 tavole realizzate da quattro diversi pittori-botanici.
L’erbario essiccato del Regio Orto Botanico di Torino
Il direttore Carlo Allioni, oltre a portare a termine l’opera dell’Iconographia Taurinensis, si dedicò all’esplorazione botanica del Piemonte, scrivendo il trattato Flora Pedemontana. Sotto la sua direzione il numero di piante dell’Orto Botanico aumentò a 4.500 e gettò le basi dell’attuale erbario dell’Orto Botanico, una collezione di piante essiccate chiamata Herbarium Universitatis Taurinensis.
Cosa vedere all’Orto Botanico di Torino
L’Orto Botanico di Torino è suddiviso in due parti, Giardino e Boschetto, molto diverse tra loro come stile che riflettono il periodo in cui sono state progettate.
Il Giardino dell’Orto Botanico
Il Giardino è la parte più antica dell’orto costruita nel Settecento. Ha una struttura regolare, con un viale centrale circondato da alberi, tre vasche e delle aiuole geometriche con le piante raggruppate nell’ordine sistematico di Flora Europaea (Rosacee, Leguminose, Labiate, Oleacee, Scrofulariacee, Composite, Liliacee, Iridacee, e Ranuncolacee).
Entrando nell’Orto Botanico probabilmente vedrai per primo l’Alpineto che raccoglie le piante spontanee delle Alpi occidentali. In realtà il percorso di visita suggerito parte dal suggestivo viale centrale piantumato, intervallato da tre vasche contenti piante autoctone. Nel mezzo della vasca centrale è collocato il busto di Carlo Allioni, secondo direttore dell’allora Regio Orto Botanico che per primo in Italia ha adottato la nomenclatura binomia delle piante usata da Linneo.
La mia parte preferita del Giardino sono le quattro serre. La serra del Sud Africa ricostruisce gli ecosistemi delle Tsitsikamma Forest e Fynbos, Karoo e Richtersveld, e dei campi di quarzo. La serra tropicale ospita una vasta collezione di orchidee, tra le mie piante preferite, mentre la serra delle succulente raggruppa queste piante per famiglie. Nella serra delle agavi sono invece raccolte numerose specie del genere Agave delle zone tropicali e subtropicali del continente americano.
Davanti alla serra tropicale sono esposte anche delle grandissime piante carnivore protette da una rete, probabilmente per non far loro fare indigestione delle ferocissime zanzare che nidificano lungo il fiume Po. Infine, prima di proseguire nella zona del Boschetto, puoi ammirare i cassoni delle piante officinali utilizzate in farmacia sin dal Settecento.
Il Boschetto dell’Orto Botanico
Il Boschetto, chiamato anche Arboreto, è stato costruito nel 1831. La sua architettura contrasta la geometria del Giardino e si trova su a diverse altezze per creare un effetto scenico di natura selvaggia.
La prima parte del Boschetto è piantumata con alberi e arbusti dei boschi planiziari che occupavano la Pianura Padana prima dello sfruttamento agricolo, insieme a specie presenti nella flora locale prima delle glaciazioni e ora confinate in altre aree geografiche. Al centro di questo bosco si trova uno stagno che ricostruisce un ambiente palustre della Pianura Padana, con piante completamente o in parte sommerse.
Un’altra area del Boschetto ospita invece antiche specie di piante da frutto ora non più in coltivate. Si tratta delle stesse piante che producono le varietà di frutta esposte al Museo della Frutta di Torino. Infine, puoi vedere anche degli alveari legati a progetti di apicoltura con antiche varietà di piante.
Informazioni per visitare l’Orto Botanico di Torino
L’Orto Botanico di Torino è gestito dal Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino ed è aperto al pubblico nel 1997. Le scuole possono visitarlo tutto l’anno mentre cittadini e turisti solo da metà aprile a metà ottobre nei fine settimana e nelle festività.
Puoi acquistare il biglietto dell’Orto Botanico di Torino direttamente all’ingresso, durante l’orario di apertura. Il biglietto è gratuito per i possessori dell’Abbonamento Musei e ridotto se hai sottoscritto la tessera turistica Torino + Piemonte Card.
Accessibilità dell’Orto Botanico
Le persone con disabilità visiva possono scoprire l’orto attraverso un percorso tattile di dieci cartelli in braille e con scritte di grosse dimensioni creato in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi.
L’orto botanico è tutto in piano o con delle rampe su asfalto, sterrato e prato per essere accessibile alle persone con disabilità motorie. L’unica parte non accessibile è la serra delle piante tropicali perché ha quattro gradini stretti all’accesso.
Orto Botanico di Torino
Viale Mattioli, 25
10125 Torino
Dove dormire a Torino
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Se invece preferisci un’area comoda alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e in una zona ricca di locali e ristoranti ti consiglio gli Apart Hotel Torino o l’economico ostello Tomato Backpackers nel quartiere di San Salvario, vicino a dove ho abitato per molti anni prima della nascita di mio figlio.
L’Orto Botanico di Torino non è tra le mete turistiche più conosciute, ma merita una visita sia in famiglia che per apprezzare un momento di pace e tranquillità lontano dal trambusto cittadino. Scrivimi nei commenti se hai già avuto l’opportunità di esplorare l’Orto Botanico di Torino o se ti è venuta voglia di scoprirlo dopo aver letto questo articolo.