Prima di scrivere questo post pensavo che il Museo di Anatomia Umana dell’Università di Torino fosse solo una banale esposizione di modelli anatomici e invece, dopo averlo visitato per raccontarne la storia sul blog, l’ho trovato davvero interessante e mi sono appassionata alle sue curiosità scientifiche. Si tratta infatti di un museo molto particolare, dove i preparati anatomici creati a scopo didattico ci accompagnano in un tuffo nella storia della medicina. Attraverso l’ossessione degli scienziati ottocenteschi di catalogare e misurare tutto, possiamo percepire chiaramente la voglia di approfondire la conoscenza del corpo umano.
Il fascino di un museo ottocentesco
Il Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando è un museo unico nel suo genere perché, dopo essere nato come museo scientifico nel Settecento, si è sviluppato nell’Ottocento e poi rimasto chiuso per quali tutto il Novecento, mantenendo l’esposizione originale nel chiuso delle sue sale. La sua riscoperta ha lasciato a bocca aperta i curatori per il numero impressionante di oggetti conservati, di incredibile valore scientifico.
Quando nel 2007 il Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando ha riaperto non è stato, per scelta, rimodernato con audiovisivi o esposizioni più accattivanti, è volutamente rimasto un museo dallo stile ottocentesco. Il suo fascino consiste proprio in questa caratteristica, messa in risalto dalle etichette spoglie e dai mobili originali dell’epoca.
Camminando tra una vetrina e l’altra possiamo percepire anche noi l’entusiasmo del positivismo italiano per le nuove scoperte e immaginarci gli studenti di medicina in camice bianco intenti a scoprire la funzione di vene e muscoli.

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La cattedrale (laica) della scienza
Come la scienza si contrappone alla fede, la pianta stessa del Museo di Anatomia Umana imita quella di una cattedrale. La struttura delle due sale principali è infatti suddivisa in tre navate da un colonnato, mentre le vetrine sono disposte in modo da creare delle piccole cappelle scientifiche.
Il rimando al voler essere una cattedrale della scienza è poi chiarissimo nella vetrata decorata con sezioni di cervello dipinte, uguali a quelle che venivano preparate per le ricerche scientifiche dell’Ottocento. Al posto dei ritratti di santi e martiri, nella cattedrale del Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando troviamo raffigurati i più famosi scienziati dell’epoca e i pionieri della scienza, come Giulio Bizzozero e Andries van Wiesel, per citarne solo due.
Le curiosità scientifiche di fine Ottocento
Se vi state chiedendo come si studiava medicina nell’Ottocento, la risposta è nel Museo di Anatomia Umana di Torino. Le forme e i collegamenti di muscoli, vene e scheletro venivano studiate minuziosamente, e nello stesso periodo si stava sviluppando un interesse per il cervello e la riproduzione umana.
I modelli in 3D dell’epoca erano corpi veri o copie minuziose in cera e cartapesta. Tra la fine del Seicento e la metà dell’Ottocento per ovviare ai problemi di conservazione dei cadaveri, visto che non esistevano celle frigorifere, si sviluppò l’arte della ceroplastica anatomica, ovvero la creazione di modelli anatomici in cera a scopo didattico.
Il Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando ha una collezione unica di oltre duecento opere in cera, delle migliori officine ceroplastiche italiane di Firenze e Napoli. I modelli anatomici in cera divennero però obsoleti alla fine dell’Ottocento quando le conoscenze dell’anatomia macroscopica erano ormai affermate e si cominciavano le prime indagini attraverso l’utilizzo dei Raggi X.

Infine gli studenti di medicina dell’epoca studiavano anatomia con modelli e statue che oggi possiamo ammirare per essere il perfetto compromesso tra arte e scienza. Pensiamo agli scorticati, un genere di statua di un uomo in movimento, con muscoli e tendini realizzati in cera per evidenziare le parti rilassate o contratte del corpo.
Altri modelli curiosi e interessanti sono l’enorme cervello in legno e avorio, realizzato a scopo didattico, e un modello neuroanatomico in palline di sughero colorato e fili di ferro che sembra arte contemporanea e invece è una delle prime brillanti intuizioni di come sono collegate le vie nervose.
📌 Museo di Anatomia Umana Luigi Rolando
Corso Massimo d’Azeglio 52
10126 Torino
Come sempre, scrivetemi nei commenti se conoscevate già questo museo o se pensate di visitarlo nella vostra prossima gita a Torino. Io vi consiglio di affiancarlo al Museo Lombroso e al Museo della Frutta che si trovano nello stesso edificio e fanno parte dello stesso polo museale.
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Se invece preferisci un’area comoda alla stazione ferroviaria di Porta Nuova e in una zona ricca di locali e ristoranti ti consiglio gli Apart Hotel Torino o l’economico ostello Tomato Backpackers nel quartiere di San Salvario, vicino a dove ho abitato per molti anni prima della nascita di mio figlio.
8 commenti
Ma sai che non conoscevo l’esistenza di questo museo!! Andrò a curiosare, ma secondo te è adatto anche a bambini della scuola primaria? Grazie! Ciao!
Io ho portato mio figlio quando aveva sei mesi, ma forse i bambini più grandi non apprezzerebbero la particolarità di questo museo! Quello vicino della Frutta potrebbe essere sicuramente più interessante per loro 🙂
Ma è meraviglioso! Mi ricorda un museo simile che vidi anni fa a Vienna, che se non ricordo male si chiamava Museo della Medicina ma nella sostanza assomigliava proprio a questo. Però qui il concetto di cattedrale con tanto di vetrata-cervelli mi ha conquistata
Attendo con ansia gli altri due post, soprattutto quello sul Museo della Frutta che si preannuncia abbastanza assurdo
Il Museo della Frutta è totalmente folle, io lo adoro! Il Museo Lombroso che invece a prima vista sembra quello più creepy solleva interrogativi profondissimi. In ogni caso usciranno entro fine mese, quindi non ti farò attendere a lungo 😉
Non vedo l’ora di leggerli ☺️
Ho ben presente dove si trova il museo, ma non conoscevo la sua esistenza mentre invece sapevo di quello di Lombroso. Devo ammettere che da un lato forse mi farebbe un po’ “impressione”, ma dall’altro c’è anche tanta curiosità nei confronti della scienza che da allora ha fatto enormi passi avanti. Anche se comunque è impressionante quello che riuscivano a fare i medici secoli fa, considerando i mezzi limitati a disposizione.
Io non faccio testo, sono stata a Torino troppi anni fa e ricordo a malapena il Museo Egizio… Urge assolutamente una nuova visita e sono curiosa anche di conoscere il Museo della Frutta! Hai scritto qualcosa in proposito?
Entro fine giugno usciranno anche i post sul Museo della Frutta e il Museo Lombroso che sono nello stesso edificio e sono accumulati dall’ossessione ottocentesca di catalogare tutto!