Solferino è un località del mantovano passata alla storia per la celebre battaglia che tutti abbiamo studiato a scuola. Nei luoghi in cui sono accaduti i fatti raccontati sui libri, la Storia ritorna viva. L’Ossario, il Museo del Risorgimento, il monumento alla Croce Rossa e la Rocca con la torre “Spia d’Italia” non sono più solo nomi, ma diventano parte di un percorso ancora vivo.
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La battaglia di Solferino e l’Unità d’Italia
Prima di accompagnarti virtualmente a vedere i luoghi simbolo di Solferino è necessario darti un contesto storico sulle Guerre d’Indipendenza. Io stessa avevo fatto un ripasso di Storia prima di partire per questa gita, così da arrivare preparata! Solferino infatti è famosa perché legata a uno degli eventi chiave che hanno portato all’Unità d’Italia.
Facciamo un salto indietro nel tempo e fermiamoci al Risorgimento, quel periodo italiano in cui si è costituita l’Italia così come la conosciamo: unita da nord a sud, con un comune sentimento di Patria, fino ad allora sconosciuto. Precedentemente infatti l’Italia era suddivisa in regni, ducati e granducati che non avevano neanche la stessa lingua in comune visto che al nord si parlava francese e austriaco.
A dirla tutta probabilmente l’ideale di Nazione era solo marketing del Regno di Sardegna, il quale mirava a espandersi lungo la penisola. Gli ideali risorgimentali infatti provenivano dall’élite intellettuale dell’epoca più che da una necessità del popolo italiano. Unire l’Italia infatti era costata battaglie sanguinose, come quelle di Solferino e San Martino, due località della stessa zona, del 24 giugno 1859.
Con i piemontesi e gli alleati francesi da un lato e gli austriaci dall’altro, la battaglia di Solferino e San Martino fu un vero bagno di sangue, tanto da inquinare le falde acquifere negli anni successivi a causa del sangue filtrato nel terreno. Quel giorno gli eserciti nemici si erano ritrovati di fronte senza aspettarsi alcuna battaglia perché avevano entrambi ignorato gli avvertimenti delle loro vedette!
I numeri della battaglia di Solferino e San Martino
Per farti capire quanto la battaglia di San Martino e Solferino fu davvero sanguinosa ti riporto le cifre fornite dal locale Museo del Risorgimento:
- 140.000 soldati austriaci
- 95.000 soldati francesi (alleati dei piemontesi)
- 40.000 soldati piemontesi
- 10.000 morti
- 20.000 feriti
- 11.400 prigionieri o dispersi
La nostra guida del blogtour #TBImeetDunant2021 non ci ha risparmiato nessun dettaglio. Cifre simili sono davvero difficili da immaginare, anche perché oggi Solferino e San Martino sono graziose cittadine immerse nella campagna mantovana a pochi chilometri dal Lago di Garda.
L’Ossario di Solferino
A Solferino puoi iniziare la tua visita dall’Ossario, in cui sono custodite le spoglie di oltre 7.000 caduti. Non impressionarti, ma l’Ossario si chiama così perché è davvero una raccolta-esposizione di ossa, meno macabra rispetto al Santuario di San Bernardino alle Ossa di Milano, ma pur sempre una decorazione a base di resti umani. Per fortuna gli ampi spazi della chiesa sconsacrata di San Pietro che ospita l’Ossario rendono la visita toccante senza essere inquietante.
Probabilmente se mi stai leggendo probabilmente hai il mio stesso sguardo curioso sulla Storia, senza morbosità. Nel prossimo paragrafo però leggerai come è stato realizzato l’Ossario, per cui se potrebbe urtare la tua sensibilità ti consiglio di saltarlo.
L’interno dell’Ossario è una raccolta di ossa umane suddivise per tipologia, a parte due scheletri di soldati francesi ricostruiti e riconosciuti per la loro etichetta. Le ossa sono grigio chiaro perché in seguito all’inquinamento delle falde acquifere, e dei corpi dei caduti riemersi dalle fosse comuni, i morti vennero esumati e i loro resti disinfettati con la calce viva. I resti anonimi dei soldati vennero quindi deposti nell’Ossario, all’epoca già una chiesa sconsacrata, dove riposano ancora oggi.
Vedere tante ossa umane così allineate in ordine a me fa solo pensare all’inutilità della guerra ed è la stessa impressione che diventa sempre più forte in ogni luogo storico di questo tipo che visito. Il fatto che la battaglia di Solferino sia accaduta in un tempo più lontano non rende questo sentimento più debole, semmai aumenta solo la tristezza pensando al risultato di questi sacrifici per unire l’Italia.
Il Museo del Risorgimento di Solferino
Il piccolo Museo del Risorgimento di Solferino è una raccolta di divise e armi belliche. Se come me vieni da Torino, tutt’ora invasa da monumenti risorgimentali e ancora inorgoglita per il suo ruolo, forse questo museo ti sembrerà piccolo e spoglio. Ti suggerisco però di soffermarti su alcuni elementi che ci ha fatto notare la nostra guida che potranno cambiare il tuo sguardo.
Al museo sono esposti alcuni pupazzetti realizzati con mollica di pane e pezzi di stoffa da un soldato francese per i suoi bambini, prima di morire per le ferite. I pupazzetti arrivarono al museo un secolo dopo, portati dalla famiglia di contadini di Solferino che ospitò il soldato. Non ci sono però né nomi né lieto fine: ho chiesto informazioni al Museo del Risorgimento e si tratta di un racconto orale, senza fatti o nomi per identificare i protagonisti.
Nella prima sala espositiva puoi anche scoprire le differenze tra i cannoni francesi e quelli austriaci. I primi erano molto più efficienti e tecnologicamente avanzati grazie alla canna rigata e alla punta a ogiva. Rispetto ai cannoni a canna liscia con palle rotonde, potevano infatti sparare molto più lontano e con maggiore precisione.
La Rocca “Spia d’Italia”
La Rocca di Solferino è invece una boccata d’aria fresca dopo tutto questo parlare di morti. Dalla terrazza panoramica puoi vedere le campagne circostanti, allora campi di battaglia. Qui venivano date le direttive per la battaglia di Solferino. La torre è stata trasformata in un museo, con tanto di saletta in stile risorgimentale in cui sono esposti i ritratti dei protagonisti di questo scontro.
Il Monumento alla Croce Rossa
Lungo il sentiero che conduce alla Rocca puoi fare una piccola deviazione e vedere il Monumento alla Croce Rossa, associazione neutrale e indipendente nata proprio in seguito alla battaglia di Solferino. Il suo fondatore Henry Dunant infatti rimase così scosso dal vedere il numero impressionante dei feriti che decise di dedicare la sua vita alla creazione di un’associazione di soccorso che non facesse distinzione per nazionalità.
All’epoca del Risorgimento infatti non era possibile prestare soccorso al nemico, non valeva lo stesso principio di umanità che oggi è per noi ovvio (o almeno dovrebbe esserlo). I feriti non erano tutti uguali, si curavano solo quelli dello stesso schieramento. Henry Dunant ribaltò questa visione e contribuì a organizzare l’assistenza ai soldati, facendo anche liberare i medici austriaci prigionieri per compiere il loro lavoro.
Alla fine il Bene vince sempre sul Male nonostante tutto, e la Croce Rossa è la preziosa eredità che ci è rimasta del triste evento della battaglia di Solferino. Scrivimi se conoscevi questo lato cruento della battaglia di Solferino e se ti è piaciuto leggere questo percorso storico.