Il Sacro Monte di Varallo è il più antico e importante Sacro Monte Patrimonio UNESCO e si trova su un promontorio roccioso. La montagna ospita ben 45 cappelle e una basilica che dovevano riprodurre una “Nuova Gerusalemme” in Valsesia come meta di pellegrinaggio alternativa alla Palestina.
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Cosa sono i Sacri Monti
Il Sacro Monte di Varallo fa parte del Patrimonio UNESCO dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia. Con il termine Sacri Monti vengono identificati gruppi di edifici religiosi che seguono un tema specifico e sono integrati nel panorama naturale. Il modello del Sacro Monte nacque e si diffuse alla fine del Quattrocento allo scopo di creare dei luoghi di pellegrinaggio alternativi a Gerusalemme e Palestina. Al tempo la Terrasanta era infatti occupata dai turchi.
L’ideatore del Sacro Monte fu il padre francescano Bernardino Caimi. Dopo aver svolto il ruolo di custode del Santo Sepolcro decise di riproporre in Valsesia la sua ricostruzione topografica. Il progetto iniziale prevedeva la costruzione di tre “Nuove Gerusalemme” a Varallo Sesia, in Toscana e in Portogallo, tuttavia ne nacquero molte di più. Dopo il Concilio di Trento del Cinquecento il format del Sacro Monte fu sfruttato per promuovere la religione cattolica e contrastare la diffusione del protestantesimo.
In pratica, i Sacri Monti diventarono una serie di parchi a tema sulla vita di Gesù, sul culto della Madonna, della Trinità, dei Santi e del Rosario. Le strutture erano in aperto contrasto, anche stilistico, con le chiese protestanti basate sull’assoluta semplicità e mancanza di decorazioni.
San Carlo Borromeo e i Sacri Monti
La popolarità crescente dei Sacri Monti attirò l’interesse del vescovo di Milano San Carlo Borromeo che impose il suo gusto personale sul Sacro Monte di Varallo per poi imporlo come modello per gli altri siti. Questo vescovo è lo stesso a cui è stata dedicata la statua del Sancarlone di Arona dopo la santificazione. Va però detto che non era così santo. In Svizzera, per esempio, fece arrestare per stregoneria e torturare oltre 150 persone, con la condanna al rogo di dodici donne e il prevosto che non abiurarono alla fede protestante.
Grazie all’intervento di San Carlo Borromeo alla fine del Settecento il ducato di Milano aveva monopolizzato la costruzione dei Sacri Monti. Nuovi edifici religiosi erano stati costruiti a Crea, Ghiffa, Domodossola, Oropa, Orta, Ossuccio e Valperga e Varese (in ordine alfabetico).
La struttura dei Sacro Monte doveva seguire le stesse regole di base ed erano dei veri e propri parchi a tema religioso. Tuttavia dopo la morte di San Carlo Borromeo ogni santuario proseguì il suo sviluppo con uno stile artistico e architettonico originale.
Cosa vedere al Sacro Monte di Varallo
Il Santuario del Sacro Monte di Varallo comprende 45 cappelle con affreschi e statue a grandezza naturale, oltre a una basilica situata al termine del cammino, dietro alla Porta Aurea di Gerusalemme. Cappelle e basilica sono uniti in uno scenografico percorso di vie e piazze che si snoda attraverso il bosco del promontorio.
A livello architettonico il Sacro Monte è molto interessante, si tratta di un vero parco a tema religioso. Purtroppo le visite guidate sono orientate più all’aspetto religioso che alla sua importanza storica e artistica quindi potrebbero risultare abbastanza noiose.
Il percorso di visita
L’ordine delle cappelle nel pellegrinaggio al Sacro Monte è cambiato nel tempo e da secoli non è più quello del progetto originario Bernardino Caimi. Nel Quattrocento la disposizione delle cappelle ricalcava la base topologica dei luoghi di pellegrinaggio in Terra Santa.
Durante la Controriforma però la funzione del Sacro Monte era cambiata, trasformandosi da riproduzione dei luoghi della Terra Santa a vero e proprio percorso devozionale nei luoghi sacri del cattolicesimo. Per questo motivo nella seconda metà del Cinquecento l’architetto Galeazzo Alessi modificò il percorso in ordine cronologico, seguendo le tappe del cammino terreno di Gesù.
Le statue e gli affreschi delle cappelle
Ogni cappella del Sacro Monte di Varallo contiene affreschi o statue a grandezza naturale, realizzati dai migliori artisti e scultori rinascimentali. Purtroppo sono praticamente invisibili perché nascosti in penombra dietro grate di legno e vetro volute da San Carlo Borromeo. Lo scopo non era tanto di protezione quanto di barriera per separare fisicamente i pellegrini penitenti dalle scene sacre.
Alcune statue sembrano molto belle e sono a grandezza naturale, altre invece sono solo manichini. Ovvero teste e mani con una struttura di legno sotto i vestiti che li tiene dritti. Alcune cappelle sono decorate con più cura rispetto ad altre, ma se devo essere sincera non ho capito come viene attribuito il valore artistico spiegato durante le visite guidate.
Per esempio la cappella Ultima Cena, elogiata per gli affreschi e le statue, per me è di un kitsch difficilmente replicabile. Le statue di Gesù e discepoli sono manichini originali del tardo Quattrocento dall’aspetto inquietante, mentre la decorazione rococò e le aggiunte di tovaglie, alimenti e decori dei secoli successivi la fa apparire più un negozio di robivecchi che un luogo di preghiera.
Curiosità sulla “Nuova Gerusalemme”
Durante il corso dei secoli molte personalità hanno contribuito al successo del Sacro Monte di Varallo. L’interesse di religiosi, nobili e reali hanno reso celebre il Santuario ai loro contemporanei. Primo tra tutti va citato il padre francescano Bernardino Caimi, promotore e ideatore del progetto, seguito dal pittore e scultore Gaudenzio Ferrari che dedicò al Sacro Monte la maggior parte della sua carriera.
Dalla seconda metà del Cinquecento il personaggio maggiormente legato alla promozione del Sacro Monte di Varallo fu San Carlo Borromeo che lo sfruttò per promuovere i principi della Controriforma. La costruzione e l’ampliamento del Santuario fino alla struttura visibile ancora oggi venne finanziato dalla famiglia reale Savoia.
Dopo la sua visita del 1583 Carlo Emanuele I fece costruire la cappella della Strage degli Innocenti, mentre la marchesa di Messerano fece erigere quella dell’Inchiodazione. Donna Matilde di Savoia, oltre a sovvenzionare il completamento di una cappella, fece costruire una residenza estiva proprio all’interno del Sacro Monte.
Nel secolo scorso Giovanni Testori, critico d’arte, scrittore e drammaturgo, coniò l’espressione “gran teatro montano” per l’effetto scenico delle cappelle del Sacro Monte di Varallo.
Informazioni per visitare il Sacro Monte di Varallo
Nonostante il nome, la “Nuova Gerusalemme” non assomiglia per nulla ai luoghi sacri della Palestina. Io sono stata a Gerusalemme e non ho trovato nessuna somiglianza, il Sacro Monte mi è sembrato più un parco a tema religioso.
Le cappelle si trovano su un promontorio roccioso e sono collegate tra loro attraverso dei sentieri in salita. Il cammino del Sacro Monte vuole essere un percorso di elevazione spirituale, in analogia con la fatica della salita per arrivare in cima al Santuario.
Accessibilità del Sacro Monte
Il Sacro Monte, pur essendo nato come meta di pellegrinaggio accessibile a tutti, non è totalmente accessibile nel senso moderno del termine. Se vuoi visitare il Santuario con un passeggino o hai problemi di mobilità, considera che le cappelle sono collegate tra loro attraverso sentieri non asfaltati e ci sono diversi gradini da affrontare.
Nel materiale informativo del Sacro Monte sono indicati dei percorsi accessibili, ma ti suggerisco di contattare l’Ufficio del Turismo in anticipo per capire se davvero sono percorribili.
Orari di apertura
L’area in cui si trova il Sacro Monte è sempre aperta, non ci sono orari di apertura o cancelli che vengono chiusi di sera. La Basilica invece apre alle 9:00 e chiude alle 17:30. Ti suggerisco però di visitare il Santuario di giorno con la luce naturale, soprattutto perché il percorso tra le cappelle si trova in un bosco senza illuminazione pubblica.
Come arrivare al Sacro Monte di Varallo
Il Sacro Monte si trova all’interno di un’Area Protetta della Regione Piemonte con accesso gratuito, ma puoi arrivare direttamente al Santuario con la tua auto.
Da Varallo puoi raggiungere il Sacro Monte a piedi oppure in funivia. Le cabine partono da dietro la chiesa Santa Maria delle Grazie, famosa per la Parete Gaudenziana, un ciclo di affreschi sulla vita di Gesù che anticipa il percorso del Santuario.
In automobile l’uscita dell’autostrada più vicina è Romagnano Sesia, da cui prosegue la Strada Provinciale 299 fino a Varallo. In città trovi un parcheggio a circa due chilometri dal Santuario.
Con i mezzi pubblici è un po’ più complicato perché non ci sono autobus o treni diretti per Varallo da Torino o Milano. La ferrovia di Varallo Sesia è stata dismessa e viene utilizzata solo più saltuariamente con i treni storici. Puoi però raggiungere Vercelli in treno e proseguire il viaggio con l’autobus 50 che arriva a Varallo.
Santuario del Sacro Monte di Varallo
Piazza G. Testori
13019 Varallo (VC)
Scrivimi nei commenti se hai già visitato il Sacro Monte di Varallo e se secondo te può essere una destinazione interessante per il suo valore storico. Oppure se a tuo parere è ancora viva la sua funzione evangelizzatrice a distanza di secoli dalla sua edificazione.