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Travel blogger: come cambia il modo di viaggiare e il blog dopo la nascita di un bambino

di Paola
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Quando scoperto di essere incinta ho pensato subito a come sarebbe cambiato il mio stile di vita e alle difficoltà che avrei affrontato. Soprattutto nel viaggiare da sola, ma anche riguardo ai cambiamenti che avrebbe subito il blog. A distanza di qualche anno posso dire che il mio blog non è stato stravolto e i miei viaggi sono continuati quasi come prima, dopo un necessario momento di assestamento. In questo articolo puoi leggere i consigli ricevuti dalle Travel Blogger Italiane che hanno allargato la famiglia prima di me.

Alessia di Una valigia di emozioni

Ho iniziato a bloggare quasi otto anni fa, quando decisi di trasferirmi all’estero con il mio ragazzo. Volevo che il blog diventasse il nostro diario personale per raccontare la nostra nuova vita al di fuori dei confini italici. Prima di trasferirmi lessi tanti blog sul mio futuro paese di residenza e volevo in qualche modo restituire a chi mi avrebbe letto, le stesse informazioni e la stessa speranza a chi avrebbe deciso di fare la nostra stessa scelta. Il blog si chiamava Netherlands chiama Italia (ora Una valigia di emozioni) e nei miei primi post da blogger raccontavo aneddoti e curiosità della mia nuova vita oltralpe, gli incontri e scontri con la cultura dutch e nel frattempo cercavo appunto di trasmettere informazioni e coraggio a chi voleva trasferirsi in Olanda.

Con il tempo ho iniziato a raccontare anche dei nostri viaggi e delle nostre corse in giro per il mondo. Diventando mamma è stato quindi inevitabile iniziare a scrivere dei nostri viaggi in tre. Se penso al nostro modo di viaggiare da soli o in famiglia credo che non sia cambiato più di tanto e che il nostro stile sia in fondo rimasto sempre lo stesso, ma con qualche accortezza in più. Una cosa sicuramente è cambiata: se prima cercavamo di viaggiare tanto, adesso cerchiamo di viaggiare ancora di più. William è nato in Olanda, a due anni ci siamo trasferiti in Spagna, è italiano, parla tre lingue e ha preso il suo primo aereo a quaranta giorni di vita.

In coppia abbiamo fatto campeggio al mare e visitato la maggior parte delle capitali europee. Sempre con voli low cost e scegliendo come sistemazioni per dormire hotel piuttosto che ostelli. Da quando viaggiamo in tre questo non è cambiato. Prenotiamo per la maggior parte hotel e preferiamo visitare città, anche se non ci siamo fatti mancare la vacanza al mare in casa a San Vito Lo Capo con William di dieci mesi, o il weekend lungo a Valencia in una casa affittata tramite in sito Airbnb. Tra qualche giorno partiremo per un viaggio in Portogallo e per la prima volta sperimenteremo le guest house.

William, Alessia e Stefano di Una valigia di emozioni a Disneyland
William, Alessia e Stefano di Una valigia di emozioni a Disneyland

Cerco di essere una mamma easy going, a casa come durante i nostri viaggi. Ho allattato al seno quindi non ho mai dovuto organizzarmi per portarmi biberon, ciucci, bollitori o latte in polvere e, allo stesso modo, durante lo svezzamento, mi sono affidata al baby led weaning, l’alimentazione complementare a richiesta, per cui il bambino mangiava quello che mangiavamo noi, a patto che fosse sano. In giro come a casa, cerchiamo di trovare posti dove mangiare cose tipiche e soprattutto salutari.

Mi ricordo che durante il nostro primo viaggio on the road nelle Fiandre mangiammo in un localino bellissimo ad Anversa e William si mangiò quasi tutta la mia crema di carote, lenticchie e curry: aveva sette mesi! Quello ovviamente è stato un caso eccezionale, in generale una pasta al pomodoro o una crema di verdure si trova sempre, lo stesso per un petto di pollo ai ferri o un pesce al forno.

Quando viaggiamo ci piace scoprire le città camminando il più possibile a piedi, perdendoci per i centri storici. Per farlo con un bambino, fino a quando è stato possibile, ci siamo aiutati con il nostro mitico Manduca, un marsupio ergonomico che fa stare comodo e in sicurezza il portato e non spezza la schiena al portatore. È stato fondamentale durante la nostra vacanza in Sicilia, perché nonostante il caldo William si addormentava appena caricato sulla schiena, e ancora di più a Bruxelles, Barcellona, Berlino o Napoli, anche se il passeggino comunque ce lo siamo sempre portato.

L’estate scorsa siamo stati in California per un on the road da San Francisco a San Diego, dedicando qualche giorno alle grosse città. Abbiamo fatto un massimo di 400 chilometri al giorno e William per fortuna in macchina ha quasi sempre dormito. L’idea iniziale era fare i grandi parchi ma poi abbiamo pensato che lui non avrebbe apprezzato e capito, avendo solo tre anni. In agosto avremmo trovato temperatura altissime e le distanze da percorrere sarebbero state eccessive, abbiamo quindi ripiegato sulle città, innamorandoci perdutamente di San Francisco e San Diego, con tappa a Disneyland. Un viaggio più a misura di bambino ma comunque molto interessante anche per noi.

Per me viaggiare con un bambino è trovare un accordo tra i nostri gusti e le sue esigenze, per non creare disagi rispettando i suoi tempi. Non porterei mai un bambino di tre anni al Louvre di Parigi, ma l’ho portato al museo di storia naturale di Ginevra, dove ci siamo divertiti a scoprire i vari animali e i loro habitat o all Museo Oceanografico di Valencia, giusto per nominarne un paio. Ovviamente durante i nostri viaggi non mancano le tappe ai vari playground cittadini, ne troviamo sempre di bellissimi, così lui gioca e noi ci rilassiamo.

Nel blog Una valigia di emozioni racconto la nostra esperienza, cercando sempre di essere obiettiva e dare consigli e informazioni utili. Non mi piace fare la maestrina quindi cerco di essere sincera, diretta e schietta, come lo sono nella vita reale e come potrei esserlo con una mia amica davanti a un caffè, al ritorno da un nostro viaggio.

Alessia, William e Stefano di Una valigia di emozioni a San Francisco
Alessia di Una valigia di emozioni con William e Stefano a San Francisco

Elena di Giorni Rubati

Che aspetto avrà, come sarà di carattere, che cosa gli piacerà e le tante avventure da vivere assieme: quando si aspetta, si vive di sogno e fantasia e non vediamo l’ora di conoscere il nostro piccolo e aiutarlo a scoprire il mondo. Poi lui o lei arriva e ci scombina tutte le carte, non proprio tutte a dire la verità, ma diciamo che avere dei figli significa anche saper accettare i cambiamenti ed essere sempre pronti a rimettere tutto in discussione.

Il mio blog Giorni Rubati nasce come uno spazio per raccontare viaggi ed escursioni: io e mio marito condividiamo la passione per la natura, le attività outdoor, le mete poco convenzionali e la ricerca di curiosità e tradizioni. Quando è nato il nostro primo cucciolo abbiamo continuato a viaggiare ma, non posso negare che ci siamo dovuti adattare alle sue esigenze. E non vi sto a raccontare che sia sempre semplice viaggiare con i bambini, anzi, sono forse più le volte che ci si chiede: “ma chi me l’ha fatto fare!” che quelle in cui si arriva a fine giornata tutti interi.

Tuttavia non abbiamo ceduto alle lusinghe delle vacanze tutto incluso, ai mini-club e ai parchi di divertimento. Cioè, intendiamoci, qualche volta ci sta… perché in quei posti ci si rilassa davvero, ma non saremmo noi stessi ad adottare quello stile di viaggio in tutto per tutto. Abbiamo preferito delle vie di mezzo: costruire viaggi che sappiano soddisfare i nostri interessi, ma che abbiano attrattive anche per i bambini, anche se è sicuramente più faticoso. In questo senso è stato perfetto il viaggio in Olanda e anche quelli in Svezia e a Valencia: tre mete che consiglio a tutti. In fondo credo che sia giusto che i figli capiscano gli interessi dei genitori e sono molto più felice quando riesco a coinvolgere il bambino durante una visita a un castello, a un museo, o a un parco naturale piuttosto che quando si diverte sulle giostre di un parco tematico.

Tuttavia non credo neanche che sia giusto far passare per family la visita a una mostra solo perché lo portavamo sulle spalle, magari annoiatissimo. Per questo Giorni Rubati non è totalmente family: ho mantenuto le nicchie precedenti l’arrivo dei bambini (già, ora sono due!) alle quali ho affiancato una rubrica espressamente family: così non prendo in giro nessuno e sono libera di coltivare anche tematiche estranee all’universo baby o, viceversa, di raccontare scampagnate in famiglia e il mio punto di vista da mamma.

Per quanto riguarda la questione della privacy, ci ho pensato veramente tanto perché sono contraria alla sovra-esposizione mediatica dei bambini, per un principio molto semplice: non possono scegliere. E sì, a me non piacerebbe sapere che ogni mio grugnito è stato condiviso con il mondo. Oltretutto essendo un fenomeno relativamente nuovo non sappiamo neanche che effetto può avere a lungo termine questo esser ripresi e fotografati continuamente. Ed io credo che non sia positivo vivere sempre come nel Truman show. D’altra parte oggi chi ha un blog non può fare a meno dei social e di condividere in diretta attimi delle proprie esperienze. Perciò ho scelto di mostrare il meno possibile dei piccoli e di schermare i volti quando sono in primo piano.

Insomma, sto facendo tutto il possibile per rimanere fedele a me stessa e ai miei principi. D’altra parte qualcuno tempo fa ironizzava su quei travel blogger che evolvono in family: questa evoluzione è comune ed è vera, ma è la conferma della genuinità di quei blogger. Un blog è un diario, un diario è la vita. E la vita cambia. Così il nostro blog, come un vestito, si allarga un po’, si fa più morbido, adattandosi alle nostre mutate esigenze. L’importante è che ci calzi sempre a perfezione e ci rispecchi intimamente.

Daniela di Noi con le valigie

Una delle frasi che mi sono sentita dire all’annuncio della mia gravidanza è stata “Adesso avete finito di viaggiare! Con i bambini non si può andare più da nessuna parte!”. Ammetto che all’inizio un po’ ci ho creduto e ho avuto paura, ma poi io e mio marito abbiamo smentito tutti, viaggiando anche più di prima. A tre mesi il primo aereo, destinazione Sardegna; a quattordici mesi il primo intercontinentale, destinazione Maldive. Un po’ di paura all’inizio c’era, ma l’ho messa in un angolino e non l’ho ascoltata… è stata proprio la decisione giusta! Ora nostro figlio Lorenzo ha nove anni ed è un piccolo viaggiatore, curioso di esplorare il mondo senza paura di adattarsi a situazioni nuove e luoghi sconosciuti.

Il nostro stile di viaggio dopo la sua nascita è un po’ cambiato, ma non di molto. Semplicemente abbiamo cercato di inserire ogni tanto spazi gioco e attività dedicate a lui nei nostri itinerari, a volte rallentando un po’ il ritmo, soprattutto nei viaggi itineranti. All’inizio spostarsi in tre era un piccolo trasloco, c’era sempre la paura di non avere qualcosa di essenziale, ma col tempo ci siamo tranquillizzati e nostro figlio è cresciuto, quindi questo problema è decisamente rientrato. Non mancano i momenti critici, ma i capricci possono arrivare a casa come in viaggio… allora meglio affrontarli in un luogo nuovo ed interessante piuttosto che tra le mura domestiche.

I nostri viaggi sono abbastanza vari, dall’on the road alle spiagge tropicali, dalle crociere alle capitali europee. Non siamo mai andati alla ricerca dei luoghi strettamente “kids friendly”, in fondo ogni meta può esserlo, basta presentarlo ai bambini nel modo giusto, rendendolo divertente, giocoso ed accattivante. Ormai abbiamo capito che volte in viaggio nostro figlio sembra poco interessato e partecipe in alcune situazioni che per noi sono importanti, ma poi ci fa capire in seguito quanto lo hanno colpito. Ad esempio, quando in Lapponia abbiamo assistito allo spettacolo dell’aurora boreale, lui non sembrava particolarmente affascinato. Sono passati quasi due anni e ancora la disegna e spesso associa alcuni colori ad essa… beh, forse non l’ha lasciato indifferente come voleva farci credere!

Il blog Noi con le valigie è nato due anni fa, con l’intento di testimoniare che viaggiare con i bambini si può e può essere anche molto divertente. I nostri racconto di viaggio parlano delle nostre avventure in tre, ma con itinerari e attività spesso adatti anche a chi non viaggia con i bambini.

Stefania di Con la valigia arancione

Sono Stefania, viaggiatrice e mamma di Alessandro, classe 2013. Amo viaggiare perché mi emoziona, mi fa stare bene, mi rende felice e da quando è arrivato Alessandro la voglia di partire non si è assopita. Al contrario ha dato una forte spinta ed un nuovo significato a questa passione.

Il primo viaggio in tre è stato a Dubai, quando Alessandro aveva appena compiuto cinque mesi e da lì non ci siamo fermati. Ogni anno aggiungiamo bandierine sul nostro colorato mappamondo e conserviamo le carte di imbarco dei voli di Alessandro. Attraverso questo blog conservo un diario delle sue avventure nel mondo. Insieme abbiamo passeggiato sulla spiaggia selvaggia di Boa Vista a Capo Verde, esplorato la città di Spiderman, New York, abbiamo imparato a nuotare nelle acque cristalline della Repubblica Dominicana, abbiamo visitato le rovine Maya in Messico e poi ci siamo rilassati sulle bianche spiagge della riviera. Abbiamo attraversato le foreste della Finlandia e ci siamo bagnati i piedi nei laghi, abbiamo fatto un salto nel passato visitando i Castelli della Loira, passando prima da Disneyland e dopo a Parigi, e poi navigato nel Mediterraneo a bordo di una nave da crociera diretti in Grecia. Infine la nostra ultima vacanza l’abbiamo trascorsa in montagna, in Friuli Venezia Giulia, in una terra a confine con l’Austria e la Slovenia che ci ha riempito gli occhi di  verde.

Nel tempo i nostri viaggi sono cambiati: in un primo momento abbiamo prediletto dei viaggi soft e relax, sicuramente più comodi con un baby traveller. Abbiamo evitato le strutture family: siamo esigenti si, ma non cerchiamo hotel con biberoneria o miniclub. Man mano che Alessandro cresceva, e noi con lui come genitori,  è aumentata la nostra voglia di esplorare, vedere più mondo possibile, farlo scoprire a lui e allora abbiamo strutturato i nostri viaggi in modo tale che non fossero solo una vacanza di mare.

Mi emoziona guardare con lui un grattacielo o un tramonto sul lago o  raccontargli aneddoti per coinvolgerlo durante il viaggio. Non è semplice, ma vederlo così curioso e pieno di entusiasmo mi fa battere il cuore. Forse non ricorderà quando ha visto per la prima volta il Burj Khalifa ma sta a me il compito di aiutarlo a costruire la memoria attraverso foto e racconti. E quella foto di noi tre davanti alla torre più alta del mondo è lì in camera sua, assieme al modellino dell’A380 di Emirates, il suo primo aereo.

Il mio blog Con la valigia arancione nasce nel 2017 per condividere i nostri viaggi in famiglia: per raccontare le nostre esperienze, la nostra organizzazione, consigliare, rassicurare ed ispirare altri  genitori ad intraprendere un viaggio con un piccolo compagno di avventure. Non troverete foto di Alessandro perché io ed il suo papà abbiamo scelto di non pubblicare immagini con il suo viso, ma se siete curiosi di scoprire i nostri viaggi con la valigia arancione di Alessandro, vi aspetto sul mio blog.

Stefania del blog Con la valigia arancione in Messico con suo figlio Alessandro
Stefania del blog Con la valigia arancione in Messico con suo figlio Alessandro

Elisa di Piccoli Grandi Viaggiatori

Piccoli Grandi Viaggiatori nasce a fine 2016 quando, ormai mamma da tre anni, morivo dalla voglia di raccontare ad altri genitori che l’arrivo dei figli non vuol dire fine dei viaggi! Quell’anno ero da poco tornata da un fly and drive di oltre quindici giorni in Canada Occidentale con mia figlia di neanche tre anni.

Prima della partenza molti intorno a me mi avevano dato per pazza, mio marito stesso aveva dubitato, ma io avevo letto il racconto di una mamma con un’esperienza di viaggio simile e tanto mi era bastato! A viaggio concluso la nostra bimba aveva superato ogni aspettativa: per il volo di nove + tre ore in aereo, nell’adattarsi a fuso orario e cibo diversi, nel divertirsi e raccontare quell’esperienza a tutti al suo rientro!

Il mio scrivere sul blog è quindi al 50% una missione e al 50% puro amore i viaggi. Il mio credo è che, se viaggiare è una nostra passione, questa non vada accantonata, ma trasmessa fin da subito ai nostri figli, come faremmo con ogni altro nostro talento o passione. Allora cosa cambia nel viaggiare con bambini? Sia ben chiaro, non sono qui a dirvi che non cambia niente. Molto dipende anche da che tipo di viaggiatori sono i genitori.

Noi siamo dei viaggiatori rigorosamente fai da te, che amano molto gli on the road e la natura incontaminata. Inconciliabile direte? Assolutamente no, ma se prima facevamo 8.000 chilometri in due settimane, cambiando un hotel ogni notte, ora non più. Scelta di paesi civili, soste di due o tre notti e percorsi molto più diluiti nel tempo: spostarsi con un ritmo più slow per scoprire che viaggiare con bambini può insegnare qualcosa anche a noi grandi!

Siamo quindi i soliti spiriti indipendenti, ma applichiamo il nostro buon senso alla scelta delle destinazioni, tappe e percorsi e tipo di alloggi. Ogni tanto un residence con cucina semplifica la vita, altrimenti un fornellino elettrico è più che sufficiente. Diciamo “no tutta la vita” ai soli villaggi turistici e parchi a tema, ma perché eravamo così anche prima.

L’importante secondo me è che i genitori non snaturino il loro stile di viaggio, ma lo adattino alle diverse fasi di crescita dei loro figli. Ora i bimbi sono due ed il blog mantiene il suo core business nei viaggi family, con qualche parentesi in cui racconto i miei viaggi per lavoro o i nostri viaggi di coppia (anche per i genitori che desiderano una fuga romantica).

Quando parlo di viaggi con bambini, non sto parlando dei viaggi dei miei bambini, per cui pubblico soprattutto foto di paesaggi e dettagli dei nostri viaggi. D’altro canto non sono fanatica del fatto che i miei figli non debbano mai comparire in foto, può capitare, come potrà capitare in altre mille occasioni della loro vita di nativi digitali. L’importante è come sempre il buon senso e, quando sarà il momento, una buona educazione e consapevolezza all’uso della rete anche per loro. Se poi, a una certa età mi diranno che non vogliono mai comparire sul blog rispetterò tale decisione.

Laura di IngirovagandoMum

Quattro anni fa è nato il mio giovane esploratore ed il suo arrivo ha cambiato completamente parecchie cose nella mia vita, in primis il viaggiare. Complici una serie di prime vacanze sfortunate, un compagno non molto avventuriero che ha colto la palla al balzo per cercare di stare più a casa e un rampollo che per quasi tre anni non ci ha fatto dormire, viaggiare era passato in secondo piano. Archiviati i viaggi on the road e le vacanze zaino in spalla, cioè il mio ideale di viaggio, abbiamo tentato nell’ordine:

  • Una vacanza in family hotel in Trentino naufragata causa malattia del pupo, io che totalmente impreparata non avevo il kit di primo soccorso salvavita (e vacanza) che ormai mi accompagna ovunque, e prima farmacia di turno a oltre 30 km.
  • Una vacanza di una settimana al mare a Caorle, che si sa il mare fa tanto bene ai bambini, e infatti stavolta il piccolo esploratore si è ammalato subito dopo la vacanza; stavolta il tempo è stato tiranno e io ho definitivamente capito che la vacanza stanziale al mare non fa per me.
  • Una vacanza in Slovenia un po’ più movimentata cioè tre giorni a Lubiana (bellissima e super family friendly) e quelli che avrebbero dovuto essere tre giorni tra i laghi di Bled e di Bohinj. Peccato che l’appartamento che avevo scelto era adatto ad una famiglia di trekker polacchi con figli adolescenti, sperso nel nulla delle colline slovene e per nulla adatto alle nostre esigenze. Dopo la prima notte facciamo su baracca e burattini e torniamo in Italia.

All’ennesima disfatta ho fatto una bell’analisi di coscienza e ho deciso che così non si poteva andare avanti quindi d’accordo con il mio compagno ho iniziato a prendermi qualche spazio in più solo per me e me ne sono andata un weekend in montagna con le mie amiche e quattro giorni in Germania. Nel frattempo ho anche aperto il blog Ingirovagandomum, sequel di Ingirovagando il mio primo blog che raccontava la mia esperienza di volontaria europea in un paesello dell’ex Germania Est. Nel blog parlo di viaggi a tutto tondo, anche se sono particolarmente legata alla sezione MondoBimbo in cui racconto tutto ciò che ruota attorno al mondo dei bambini.

Dedicare tempo a me stessa e alle mie passioni (viaggiare e scrivere) è stato un toccasana ed ha innescato una serie di cambiamenti positivi, tra cui i primi viaggi da sola con il mio bambino. Ho capito che scegliere destinazioni e alloggi a misura di bambino può fare la differenza tra una vacanza ben riuscita e un flop colossale. Il mio giovane esploratore è perennemente in movimento e non ama molto essere fotografato: la maggior parte delle sue foto che pubblico sono quindi di schiena o parzialmente girato. Questo diventa anche un modo per tutelare la sua privacy, come non pubblicare il suo nome.

Ammiro molto quelle famiglie che fanno viaggi pazzeschi in giro per il mondo con bambini anche piccoli, ma questo modo di viaggiare non funzionava per noi. Secondo me non esiste una regola che vada bene per tutti, credo che ogni famiglia e ogni mamma debba trovare la sua nuova dimensione, senza la paura di sfidare alcuni tabù come viaggi da sola anche se hai dei figli o viaggi da sola con tuo figlio o vai dall’altra parte del globo con un neonato.

Il piccolo viaggiatore di IngirovagandoMum
Il piccolo viaggiatore di IngirovagandoMum

Julia di Zucchero e farina in viaggio

Ho sempre amato viaggiare e già molti anni fa scrivevo di viaggi in un mio sito internet, ora non più on line, e nel frattempo sono arrivati due bimbi con conseguenti impegni e aspetti sia economici che di altra natura come la gestione delle vacanze con gli asili e le scuole chiuse per le vacanze scolastiche da tenere in considerazione. Senza dubbio è cambiato il modo ed il tempo di viaggiare per questi aspetti ma ciò che non manca è la stessa voglia di viaggiare che c’era prima.

Dal punto di vista pratico c’è un po’ di attenzione in più alla scelta dell’alloggio, considero maggiormente le condizioni igienico sanitarie della meta prescelta e non si può partire così spesso. Sicuramente l’organizzazione di un viaggio richiede più tempo, cerco esperienze che interessino noi, ma anche i bambini; l’offerta di mercato è molto varia e frequentemente anche nei musei, che forse possono annoiare i più piccoli, ci sono tour apposta, guide specializzate per famiglie, ristoranti che forniscono tovagliette colorate e pastelli, ecc…

Riguardo al blog da alcuni mesi ne ho aperto uno nuovo dedicato solo ai viaggi Zucchero e farina in viaggio (prima mi ero dedicata anche ad un blog dedicato prevalentemente alla cucina) dove tra destinazioni e rubriche a carattere generale vi è una sezione dove raccolgo esperienze particolari vissute con i bambini.

Dal 2011 tutti i nostri viaggi sono sempre stati fatti con loro. Poco è cambiato se non per i motivi di cui sopra. Anche i bimbi ora sono dei viaggiatori, tornati da un viaggio pensano già dove poter andare la volta successiva. Viaggiare con i bimbi significa anche fare esperienze che con buona probabilità prima non avremmo considerato o perlomeno accantonato a fronte di altre. Un esempio? Sono stata felicissima due anni fa di essere andata a Disneyland Paris, forse sola non lo avrei fatto.

Foto dei bimbi non ne trovate se non qualche scorcio o con il viso coperto da buffe emoticon, la scelta è di comune accordo con mio marito. Quando poi saranno grandi starà a loro decidere se comparire o meno sul blog.

Francesca di Mum what else

Siamo appena rientrati da un weekend lungo da Amsterdam. Per la prima volta dopo tanto, ci siamo rimessi a viaggiare. In quattro, due adulti e due bambini di due e quasi quattro anni. Da quando viviamo all’estero – questo è uno degli svantaggi dell’essere expat – abbiamo sempre cercato di sfruttare le vacanze per andare in Italia, e poter stare un po’ con i nonni. E quindi abbiamo ridotto drasticamente i viaggi verso città e mete da scoprire. E questo si rispecchia nel blog, dove si trovano soprattutto consigli e itinerari per visitare Londra con bambini, e sono ancora pochi i post dedicati ai viaggi, ma credo che Amsterdam segnerà una svolta.

Siamo una famiglia expat a Londra e il blog Mum what else è nato per condividere la mia esperienza di mamma all’estero. Non è mai stato un mummy blog puro, perché fin dall’inizio ho pensato di scrivere anche post utili a chi pensasse di trasferirsi a Londra e volesse avere delle informazioni legate ad esempio al sistema sanitario (es. esiste il pediatra in Inghilterra?) o educativo o linguistico (come crescere bambini bilingue).

Non è mai stato un mummy blog puro anche perché non voglio disperdere troppe immagini dei miei figli nella rete. Nei social, in particolare su Instagram, cerco di non abusare della loro immagine. Ho sempre un po’ l’impressione di approfittare di loro che non sanno dove vanno a finire i video che registro. Il blog sta naturalmente virando verso un family travel blog, e per questo forse rispetto alle altre blogger qui presenti, io sono in controtendenza. Prima di diventare mamma ero una una viaggiatrice seriale, ma il blog non esisteva ancora.

Francesca di Mum what else con uno dei suoi bambini
Francesca di Mum what else con uno dei suoi bambini

Viaggiare con dei bambini piccoli significa limitarsi in alcune scelte e rallentare. Vuol dire organizzare le giornate pensando di vedere due, massimo tre cose in un giorno, non di più e prevedere sempre tra queste un momento di svago per loro, che per noi di solito coincide con la ricerca di un playground o di un parco. I musei ad esempio, sono stati selezionati sulla base dell’interesse dei bambini principalmente.

Quando mio figlio era più piccolo, in genere facevamo coincidere il momento nanna pomeridiano, con le visite più noiose per dei bambini. Ma ora, che ha quasi quattro anni, raramente si addormenta il pomeriggio e quindi abbiamo proprio dovuto evitare alcuni musei. Con dei bambini di poco più grandi credo sia più facile conciliare gli interessi e le esigenze di tutti. Ma per noi è andata bene anche così. Scoprire una città attraverso i loro occhi, così curiosi e bramosi di novità da condividere, è stata una bella novità.

Ho sempre viaggiato in compagnia, non sono mai stata una solo traveller, e perciò ho trovato questa esperienza un vero arricchimento per tutti. Non sono mai stata neppure una da villaggio turistico, anche quando si trattava di località al mare, abbiamo sempre scelto l’appartamento. Meno comodità forse, ma più libertà! E anche a Amsterdam eravamo in un appartamento di Airbnb, scelto appositamente perché era una casa abitata da bambini e piena di giochi. Perfetti per i miei figli, che si sono così intrattenuti tutte le sere che rientravamo a casa.

La cosa più stupida che ho sentito dire è “Sono troppo piccoli, non si ricorderanno nulla”. Niente di più falso. Alcuni dei ricordi più vividi che ho, sono proprio quelli in cui non andavo ancora all’asilo. Le emozioni influiscono sulla nostra capacità di salvare certe esperienze nel cassetto che un giorno ci ricorderemo di aprire. E il viaggio di certo amplifica le emozioni!

“Fill your life with adventures not things. Have stories to tell not stuff to show”

Francesca Mum what else alla scoperta di un galeone
Francesca Mum what else alla scoperta di un galeone con uno dei suoi bambini

Scrivimi nei commenti la tua esperienza di come è cambiato il blog e il tuo modo di viaggiare dopo un bambino.

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17 commenti

Lei 05/05/2020 - 22:18

Ho letto anche le altre due parti su queste travel-mum-blogger (usiamo l’english così siamo abbastanza cool).
Nella seconda pagina, nell’ordine delle esperienze ci sono la prima con più paletti e meno partenze; la seconda con tre concetti chiave: limitare, evitare, serate a casa; la terza dà speranza con la bella lista di viaggi ma non scende nei particolari di cosa voglia dire fare quei bei viaggi con un bambino così piccolo al seguito.

Nella terza pagina, la prima testimonianza è carina ma col bambino appeso sulle spalle e dovendo rinunciare ad andare là, a vedere questo e quello, al tour deciso in precedenza finendo per stravolgere interi viaggi.
La seconda è praticamente fare la metà delle cose nel doppio del tempo e diventare razzisti (solo paesi “civili”?).
Insomma il prima e il dopo cambia eccome. Ciao e buoni viaggi!

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Paola 06/05/2020 - 16:33

Certo, cambia tantissimo! Ora rientro anche io nella categoria e ti confermo che un weekend fuori con il pargolo è più stancante di un trekking estremo, ma ci sono dei momenti così divertenti che ne vale assolutamente la pena. Molto dipende però anche dal carattere del bambino. Il mio momento preferito delle nostre gite è provare cucine tipiche nei vari ristoranti, un momento speciale solo per me e mio figlio. Per quanto riguarda i “Paesi civili” ho vissuto in Inghilterra e posso confermarti che per le famiglie l’Italia è assai incivile 🙁

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Lei 05/05/2020 - 21:20

Ti hanno “rassicurato”??
La prima è più i giorni che si chiede chi gliel’abbia fatto fare che altro, la seconda si scarrozza dietro il figlio ma si gira e vede solo disinteresse (e non do la colpa al figlio, porello), la terza ha abbandonato tutto direttamente ché tanto era una guerra persa. Cosa c’è da essere rassicurati?

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Paola 06/05/2020 - 16:29

Ahahahah avrei avuto la tua stessa reazione quando ero una single senza figli 🙂 Dopo la nascita del Britalian baby però è cambiato molto il mio metro di valutazione e quindi una giornata alla sua velocità in cui riusciamo a visitare un museo insieme rientra nelle gite ben riuscite. E poi continuo a viaggiare da sola al mio ritmo quando ho l’occasione, quindi ti confermo che viaggiare con un bambino cambia totalmente punto di vista, ma non ci impedisce di viaggiare!

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Sognando Viaggi 26/04/2019 - 10:26

Io non ho bimbi e, anche se l’età giusta la avrei, al momento non rientrano nei miei progetti. Leggere il tuo blog e imparare a conoscerti attraverso la community di Travel Blogger Italiane, però, almeno sta smussando qualche mia remora. Ti spiego meglio: ho assistito a trasformazioni da parte di amiche che mi hanno terrorizzata. Le loro vacanze sono diventate solo con altre coppie con bambini in modo che gli adulti stiano a rosolare in spiaggia mentre i bimbi sono occupati al mini club e le gite fuori porta sono solo Leolandia e fattorie didattiche. Ecco, non vorrei diventare l’appendice del mio bambino e questo post mi dà speranza che un’alternativa sia possibile senza annullarsi completamente in nome di Peppa Pig!

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Paola 26/04/2019 - 14:35

Ahahah io sono il terrore delle mummy blogger, credo che una buona parte mi odi (qualcuna me l’ha pure detto chiaro!) perché sostengo che si possa tranquillamente fare a meno di Peppa Pig & c. Certo è più impegnativo insegnare a un bambino ad adattarsi alle attività degli adulti, ma secondo me ripaga tantissimo nel lungo periodo. Poi capisco anche chi sceglie di fare una settimana a fare nulla per riposarsi e quest’anno lo farò pure io, ma continuando a portare il bimbo in giro per musei, parchi (non di divertimenti, parchi veri!) & c.

Rispondi
Dany M 08/04/2019 - 09:25

quando ho scoperto di esser incinta sono stata assalita dai tuoi stessi dubbi.. il blog andava alla grande era in super crescita e io…, ho cominciato a latitare sui social, sul blog.. così lentamente dopo la nascita ho deciso di riprenderne le redini, ma non è stato facile!

Rispondi
Paola 08/04/2019 - 12:45

Eh già, ci tocca pensare a un restyling/rebranding completo del blog!!! Per me pure per i viaggi perché io viaggiavo sempre da sola senza programmare nulla e ora è impossibile, te lo immagini un viaggio così con un bimbo ahahah

Rispondi
Elena del Becaro 19/10/2018 - 07:57

mi riallaccio al commento di Anna per dire che Pasta Pizza e biberon sarebbe un titolo fantastico magari per una rubrica family! Mi ha colpito molto la scelta di Laura: non so se io riuscirei mai a viaggiare sola adesso.. ma e’ bello vedere che ognuna di noi trova il suo modo per continuare a coltivare la propria passione senza rinunciare all’essere mamma!

Rispondi
Paola 19/10/2018 - 14:29

Il nome Pasta Pizza e biberon me lo sono salvato come titolo per il primo post di viaggio con il bimbo in cui vi racconterò le nostre avventure!

Rispondi
Anna di 05/10/2018 - 11:45

È stato bello leggere questo articolo si coglie il tuo desiderio di capire cosa succederà. Io non ho figli, ma credo che tu ti sia già data tante risposte, tipo che il bimbo viaggerà, certo che viaggerà Che il tuo blog nn diventerà pastapizzasconesebiberon … Spero che tu riesca a viaggiare, perché in giro vedo tanti bambini piccoli ma mai di italiani e credo che ciò sia dovuto a eccessiva prudenza made in italy . E le altre blogger lo hanno confermato. Aspetto di leggere del tuo primo viaggio, con le sensazioni da neo mamma, avrai nuovi occhi, ma saranno sempre i tuoi. Cheers

Rispondi
Paola 06/10/2018 - 21:21

Che bel commento ♥ Giusto ieri a 15 giorni abbiamo fatto la prima gita fuori porta a trovare i nonni ed è andata benissimo, speriamo sia di buon auspicio per i prossimi spostamenti e poi i primi viaggi veri e propri

Rispondi
Silvia - The Food Traveler 21/09/2018 - 13:23

Non posso sicuramente darti consigli, non avendo figli, ma posso dirti che ammiro la volontà di continuare a viaggiare. E secondo me il Britalian baby è già abituato a viaggiare, facendo la spola tra Italia e UK prima ancora di nascere!
Complimenti anche alle altre ragazze che non hanno rinunciato a esplorare il mondo, perché troppo spesso si sentono tante mamme dire che con i bambini è impossibile viaggiare – per esempio una mia amica non ha più messo piede fuori dalla provincia perché “tanto ai bimbi non interessa”

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Paola 25/09/2018 - 15:12

Purtroppo ne ho sentite anche io di ragazze che dopo la nascita dei figli si limitavano al massimo alla casa al mare. Spero di dare il buon esempio e uno stimolo anche a loro parlandone sul blog! Pensa che ancora in ospedale ho chiesto al pediatra se c’erano controindicazioni a viaggiare con un neonato e lui mi ha detto che in Europa non c’è assolutamente nessun problema!

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Silvia - The Food Traveler 25/09/2018 - 17:35

Ma quindi il bimbo è nato in questi giorni?

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Paola 30/09/2018 - 12:37

Yes ♥

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Silvia - The Food Traveler 02/10/2018 - 20:06

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