Metz è una città francese nella Lorena dal fascino antico con un fantastico museo di arte moderna. La sua storia parte da antiche contese tra i regni tedesco e francese e oggi sembra abbia un futuro decisamente orientato al turismo, visto la comodità a raggiungerla in treno dal Lussemburgo (vale sia dall’aeroporto che dalla città). Io sono rimasta immediatamente colpita dalle mura fortificate e dalla bellissima architettura della stazione di Metz che mi ha definitivamente conquistata con la sua area pedonale del centro storico e con il Centre Pompidou-Metz. A differenza dell’omonimo Centre Pompidou di Parigi, quello di Metz non ha una collezione permanente e propone solo mostre temporanee di arte moderna. Durante la mia visita le esibizioni erano Musicircus di John Cage e Jardin Infini di artisti diversi, legate al tema della musica e dei giardini.
Il Centre Pompidou-Metz
Se come me amate l’arte moderna vi innamorerete di sicuro del Centre Pompidou-Metz, una versione più piccola del museo parigino con lo stesso nome. La struttura esterna dell’edificio di Shigeru Ban e Jean de Gastines è super impressionante e ci lascia a bocca aperta per le sue linee curve e asimmetriche. All’interno contiene uno spazio di 5.000 metri quadri con l’area espositiva, uno studio per performance artistiche, un auditorium, una libreria e un ottimo bar ristorante che ho provato personalmente.
Le mostre temporanee del 2017 al Centre Pompidou di Metz
Al Centre Pompidou-Metz non c’è un’esposizione permanente, tutte le mostre variano durante l’anno, un buon motivo per tornarci spesso. Quando sono stata a Metz per lavoro nel 2017 ho visto Musicircus e Jardin infini. Trattano due temi molto diversi, la musica e i giardini, che però in qualche modo stanno benissimo insieme.
Musicircus ovvero cose strane che emettono suoni
Al piano terra del Centre Pompidou-Metz si trova l’area musicale di Musicircus. Devo ammettere di averci messo un po’ a capire qual era il filo conduttore della mostra e di averla trovata decisamente assurda, anche se non così assurda da non farmi arrivare alla fine del percorso espositivo.
Un pianoforte rivestito di lana in modo da non poter essere suonato? C’era. Un filmato di inizi novecento di donne che si spalmavano di vernice per poi andarsi a stampare su una tela bianca a tempo di musica? C’era.
Per fortuna c’erano anche installazioni più comprensibili come degli specchi che creano sibili quando qualcuno ci passa in mezzo, e quest’ultima era molto affascinante. Il Musicircus comunque è stato realizzato nel 1967 da John Cage con l’intento di
rapprocher les unes des autres toutes les musiques qui sont ordinairement séparées
ovvero avvicinare l’un l’altra tutte le musiche che di solito sono separate. La mostra presenta quindi vari quadri di pittori di epoche diverse per esaminare il rapporto tra artisti famosi che amavano suonare ed altri che non suonavano, ma amavano la musica.
Dopo la prima sala mi è sfuggito il passaggio dalle tele di Marc Chagall e Vassily Kandinsky alla sala con le opere assurde accostate a quelle che emettono suoni. Probabilmente l’arte è anche perdersi in quello che non si capisce però sono ancora in attesa di spiegazioni comprensibili. Vi assicuro che ci ripenso ancora a distanza di anni.
La mostra molto verde sui giardini Jardin infini
L’altra esposizione temporanea invece è dedicata ai giardini ed mi è sembrata decisamente più accessibile, anche se l’idea di fondo era sempre così concettuale da risultare a tratti incomprensibile. Questo comunque è un problema che secondo me hanno quasi tutte le mostre di arte moderna per cui se siete frequentatrici abituali di musei ve ne sarete già fatte una ragione.
Jardin infini stravolge il concetto di giardino come luogo chiuso e lo rappresenta come uno spazio infinito, fuori dal tempo e dallo spazio. L’esposizione comprende trecento opere di artisti internazionali, di date diverse, dalla fine del diciannovesimo secolo ad oggi. Ci sono infatti progetti di giardini classici e delicati disegni di fiori, ma anche opere dall’aspetto decisamente più bizzarro come tubi di schiuma e qualcosa che sembra un gruppo di testicoli di sabbia sospesi sulle teste dei visitatori.
A me sono piaciute molto anche le installazioni verdi vere e proprie, piante vive all’interno di isole su tubi di gomma o piantate nella terra appoggiata direttamente al pavimento. Non c’era nessun portavasi coordinato come quelli che mi piace avere in casa, e difatti il concetto era arte pura, senza nessuna volontà di poter essere ripetuta nella vita quotidiana – non ci sono più i quadri di una volta da appendere alle pareti! – e forse proprio per questo era surreale e divertente passarci intorno.
Info utili per visitare il Centre Pompidou di Metz
Per entrare nel Centre Pompidou-Metz, così come in molte altre attrazioni in Francia, è consentita solo una borsa di medie dimensioni. Valigie e zaini non si possono portare perché violano le normative di sicurezza che ultimamente stanno applicando con molta solerzia quasi ovunque. Sul sito del museo possiamo trovare gli orari e i prezzi aggiornati.
📌 Centre Pompidou Metz
1, Parvis des Droits de l’Homme
57020 Metz
Se per qualche motivo vi trovate in Lorena vi consiglio di non perdervi per nessun motivo né il Centre Pompidou-Metz con le sue mostre interessanti e assurde allo stesso tempo, né la bellissima città di Metz.
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4 commenti
Oddio!! Io ho una fissa totale per il Pompidou a Parigi, è il posto che preferisco in tutto il mondo (davvero, non è un’iperbole ;D), non sapevo ci fosse anche questo a Metz e sono felicissima di scoprirlo! Thanks!! ^_^
Io me ne ero innamorata totalmente! E poi Metz secondo me è una città bellissima che vale la pena visitare 🙂
Molto interessante questo articolo, prossimamente devo andare proprio in quella zona e non mancherò di visitare questo centro!
A me è piaciuto davvero tanto e Metz è una cittadina da vedere, molto bella e piena di arte e architettura ad ogni angolo! Io l’ho amata davvero molto