Home DestinazioniItaliaCampania Maschio Angioino: il Castel Nuovo di Napoli

Maschio Angioino: il Castel Nuovo di Napoli

di Paola
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Castel Nuovo, chiamato anche Maschio Angioino, è uno dei simboli della città di Napoli. Durante la mia prima visita alla città partenopea era nascosto dai lavori per la metropolitana. Quando ci sono arrivata zigzagando tra le transenne mi ha stupita per la sua struttura massiccia e per le leggende e curiosità che nasconde. Dietro l’imponente Arco di Trionfo si celano infatti episodi storici degni di Game of Thrones!

Cosa vedere nel Castel Nuovo di Napoli

Se decidi di curiosare negli interni di Castel Nuovo, dietro le sue mura trovi la  Biblioteca di Storia Patria e il Museo Civico. Non so come sia la biblioteca perché non l’ho vista, ma nel museo sono esposti i dipinti di alcuni artisti partenopei del Seicento. Secondo me però vale la visita soprattutto per il portone in bronzo con una palla di cannone incastrata.

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Pare infatti che il re francese Carlo VIII nel 1495 avesse deciso di portarsi a casa come souvenir proprio il portone del castello. Mentre tornava a casa ebbe però la sfortuna di scontrarsi con i genovesi. La porta ammaccata tornò quindi a Napoli dopo la battaglia navale, probabilmente perché i genovesi non sapevano più cosa farsene.

Il portone di bronzo con una palla di cannone custodito nel Museo Civico di Castel Nuovo: i bassorilievi rappresentano la vittoria di Ferdinando 'Ferrante' I d'Aragona sui baroni ribelli della Congiura dei Baroni
Il portone di bronzo con una palla di cannone custodito nel Museo Civico di Castel Nuovo: i bassorilievi rappresentano la vittoria di Ferdinando ‘Ferrante’ I d’Aragona sui baroni ribelli (quelli della Congiura dei Baroni di cui vi racconto più avanti)

Torri e mura del Maschio Angioino

L’aspetto del Castel Nuovo di oggi non è più quello originale dei d’Angiò, bensì una ristrutturazione voluta da Alfonso d’Aragona. Dell’originale castello rimane solo la Cappella Palatina. Oggi il Maschio Angioino ha una pianta a trapezio irregolare con cinque torri merlate ed è circondato da un fossato.

Ogni torre ha un nome – Torre di San Giorgio, Torre di Mezzo e Torre di Guardia verso la piazza, Torre dell’Oro e Torre del Beverello verso il mare. All’interno di ogni torre si trova una scala a chiocciola chiamata ‘scala catalana’ che porta alle postazioni di guardia sul tetto.

L’Arco di Trionfo di Castel Nuovo

Fra la Torre di Guardia e la Torre di Mezzo trovi l’Arco di Trionfo fatto erigere da Alfonso d’Aragona per celebrare la conquista del Regno di Napoli nel 1443. Dietro l’arco puoi invece vedere la copia del portone bombardato custodito nel museo, senza però la palla di cannone.

L’Arco di Trionfo partenopeo è un tripudio di sculture di re Alfonso che fa cose. Nel punto più alto dell’arco Alfonso d’Aragona entra trionfante nella capitale, negli altri rilievi si trova tra capitani e ufficiali del Regno, come nei migliori archi di trionfo romani. La parte alta dell’arco è invece dedicata alle virtù Temperanza, Giustizia, Fortezza e Magnanimità, accompagnate da altre sculture tra cui una rappresentante San Michele.

Particolare dell'Arco di Trionfo di Alfonso d'Aragona a Castel Nuovo Maschio Angioino di Napoli
Particolare dell’Arco di Trionfo di Castel Nuovo con re Alfonso d’Aragona che fa cose, tra cui entrare a Napoli con tutto il disprezzo del conquistatore che può entrare in un altorilievo

La Sala dei Baroni delle nozze rosse di Game of Thrones

La Sala dei Baroni all’epoca dei d’Angiò doveva essere davvero impressionante: le pareti alte ventotto metri erano infatti decorate con affreschi di Giotto che raffiguravano gli eroi dell’antichità. La sala resta impressionante anche nuda perché l’altezza è davvero incredibile.

Il soffitto è decorato con costoloni di piperno, la pietra grigia napoletana, che contrasta con il tufo, la pietra gialla, usato nella maggior parte del castello e della sala. Al centro della volta si trova un oculo, ovvero un buco nella volta, che lascia filtrare la luce.

La Sala dei Baroni veniva utilizzata da Roberto d’Angiò come Sala del Trono, ma il suo nome attuale è dovuto a un fatto storico degno della fantasia di George R.R. Martin che ricorda particolarmente l’episodio delle nozze rosse del Trono di Spade.

Nel 1489 alcuni nobili tentarono di spodestare Ferdinando ‘Ferrante’ I d’Aragona, figlio di Alfonso di Aragona. Questo evento è ricordato come la Congiura dei Baroni sembrava si fosse concluso con un matrimonio politico tra una nipote del re e il figlio del conte di Sarno.

In realtà le nozze furono solo una scusa per attirare i baroni al castello, arrestarli a tradimento e condannarli a morte. A seconda della fonte, la storia viene raccontata rendendo più o meno feroce il massacro dei baroni, con i pochi sopravvissuti siano stati gettati nelle segrete del castello fino alla fine dei loro giorni.

La Cappella Palatina

Un’altra delle attrazioni del Maschio Angioino è la Cappella Palatina affrescata da Giotto con un ciclo di storie del Vecchio e Nuovo Testamento. Purtroppo a causa di incendi e terremoti sono sopravvissuti soltanto alcuni decori.

La Cappella Palatina colpisce comunque per la sua struttura dal soffitto altissimo abbinato all’unica navata. Dentro la chiesa ti sentirai piccolissima, granello di polvere in un enorme corridoio. A me ha davvero sorpreso come la Cappella Palatina riesca a evidenziare la nostra condizione umana davanti al divino, pur senza le decorazioni e i fasti di un tempo.

La solennità e bellezza della Cappella Palatina di Castel Nuovo a Napoli
La solennità e bellezza della Cappella Palatina, imponente nonostante abbia perso tutte le decorazioni originarie. Durante la mia visita (e in questa foto) al suo interno era allestita una mostra dell’artista napoletano Pizzi Cannella

Curiosità storiche e culturali su Castel Nuovo

Castel Nuovo, o Maschio Angioino come lo chiamano i napoletani, venne costruito nel 1279, per volere del re Carlo I d’Angiò che desiderava una nuova residenza reale utilizzabile anche come fortezza. Tuttavia Re Carlo I d’Angiò non riuscì mai ad abitare a Castel Nuovo perché morì prima della fine della sua costruzione.

Il nome deriva da“Castrum Novum” perché fu l’ultimo castello aggiunto alla lista dei castelli partenopei. Il vecchio Castel dell’Ovo infatti non andava più bene per difendere la città. Castel Capuano non si trovava in posizione strategica. Castel Sant’Elmo non era stato preso in considerazione.

Grazie al legame tra gli Angioini e la chiesa cattolica, Castel Nuovo fu sede di alcuni importanti avvenimenti storici. Nel 1294 Papa Celestino V, conosciuto anche come Pietro da Morrone, rinunciò al pontificato proprio a Castel Nuovo, per tornare a vivere da eremita.

Giotto, Petrarca e Boccaccio a Napoli

Non molti sanno che Napoli nel Medioevo fu un importante centro di cultura. Specialmente durante il regno di Roberto d’Angiò, Castel Nuovo ospitò i più famosi artisti e letterati del tempo, tra cui Boccaccio, Petrarca e Giotto.

Purtroppo per i d’Angiò, pochi anni prima nella vicina Sicilia aveva regnato Federico II di Svevia, brillante sovrano, artista e letterato che aveva innalzato il livello culturale in modo quasi irraggiungibile. Di conseguenza le cronache del tempo (e le successive lezioni di storia nostre contemporanee) finivano tutte per parlare della grandezza del Regno di Sicilia, lasciando il Regno di Napoli in secondo piano.

Interno del cortile di Castel Nuovo Maschio Angioino a Napoli
Interno del cortile del Maschio Angioino da cui si accede al Museo Civico

La lussuriosa regina Giovanna e il suo coccodrillo

Qualche anno dopo i gossip dell’epoca si sarebbero concentrati sulla regina Giovanna II, passata alla storia come donna lussuriosa e sanguinaria. In realtà, la sovrana era solo una donna molto moderna per i suoi tempi, a favore della convivenza più che del matrimonio (contratto solo per interesse).

Durante il suo regno ebbero molta influenza i ‘favoriti’, ovvero gli amanti ai quali veniva affidato un ruolo nella gestione gestione degli affari di Stato. Il suo modo di fare la fece però passare ai suoi contemporanei come donnaccia dai facili costumi.

La leggenda popolare racconta infatti come la regina Giovanna sceglieva i suoi amanti tra i popolani di bell’aspetto per poi gettarli il mattino dopo in pasto a un coccodrillo attraverso una botola del castello. Mi ero immaginata la botola come quella di Nido dell’Aquila in Game of Thrones, ma diverse versioni della leggenda partenopea concordano come gli amanti venissero chiusi in una cella dei sotterranei del Maschio Angioino collegata al mare tramite una botola dalla quale entrava un grosso coccodrillo (o dei mostri marini, a scelta) per ritirare il pasto take away.

Agli Angioini succedettero poi gli Aragonesi che passarono alla storia per la ristrutturazione del Castel Nuovo con l’aggiunta dell’Arco di Trionfo di Alfonso I e per l’epilogo splatter della Sala dei Baroni.

Perché Castel Nuovo viene chiamato Maschio Angioino

Se anche tu a questo punto ti stai chiedendo perché Castel Nuovo venga chiamato anche Maschio Angioino – mettendo in crisi i turisti – sono andata a cercare la risposta. La parola ‘mastio’ indicava la torre più alta dei castelli medievali, l’ultima difesa possibile in caso di attacco.

Il termine mastio è successivamente passato a indicare castello o fortificazione in generale. La variante ‘maschio’ del ‘mastio’ pare invece derivare dalla “possenza” delle torri per cui il castello venne cordialmente rinominato dagli irriverenti napoletani come Maschio Angioino.

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Scrivimi nei commenti se hai già visitato Castel Nuovo o se l’hai messo in programma nella tua visita di Napoli. E non esitare a raccontarmi altre leggende sanguinarie legate a questo simbolo della città partenopea!

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