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Pietre d’inciampo: memoria diffusa per ricordare le vittime delle deportazioni

di Paola
3 commenti

Passeggiando in diverse città europee puoi vedere sui marciapiedi delle targhette quadrate in ottone. Delle dimensioni di un sampietrino, riportano nomi, date di nascita, di arresto e di morte: sono le pietre d’inciampo. Sembrerebbero delle decorazioni qualsiasi se non fosse per le scritte. Tuttavia sono un’opera di arte urbana nata per ricordare le vittime deportate nei campi di concentramento, nei luoghi in cui vivevano e lavoravano.

Il progetto delle pietre d’inciampo

Le pietre d’inciampo – Stolpersteine, in tedesco – sono un monumento diffuso ideato dall’artista Gunter Demnig per ricordare le vittime dei campi di sterminio nelle loro città. Le targhe commemorative infatti sono integrate nelle strade e nei marciapiedi, davanti ad abitazioni e luoghi di lavoro.

Camminandoci sopra non puoi fare a meno di notarle. Le pietre d’inciampo infatti sono fatte apposta per attirare l’attenzione con discrezione e restituire alla collettività nomi e storie delle persone internate. Persone come noi che abitavano magari nel nostro stesso palazzo e andavano al lavoro ogni mattina, arrestate a causa delle loro idee o religione.

Come nome del progetto, Gunter Demnig ha anche scelto Stolpersteine, pietra di inciampo. Il riferimento è un passo dell’Epistola ai Romani di Paolo di Tarso nella Bibbia che dice:

“Ecco, io metto in Sion un sasso d’inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso”.

L’inciampo delle pietre Stolpersteine non vuole essere solo un inciampo fisico, ma invitare chi ci passa vicino, anche casualmente, a fermarsi un momento e riflettere sull’atrocità della deportazione e sulle storie delle vittime. In questo modo le vittime non sono più solo numeri, ma tornano a essere persone reali.

Le pietre d’inciampo sono un vero e proprio museo diffuso in memoria delle vittime nazifasciste. Ad oggi ci sono circa ottantamila pietre in oltre 1800 città in 26 Paesi diversi. Puoi trovarne in quasi tutti i Paesi occupati dal regime nazista tedesco durante la seconda guerra mondiale. Inoltre hanno aderito al progetto anche Svizzera, Spagna e Finlandia. Le Stolpersteine vogliono essere un monumento per ricordare tutte le vittime, indipendentemente da etnia, fede religiosa o politica. La prima pietra posata a Colonia per esempio ricorda i mille Sinti e Rom cittadini deportati nel maggio 1940.

L’iniziativa per installare una pietre d’inciampo può partire da chiunque, non solo associazioni o enti, anche semplici cittadini che vogliono ricordare una vittima della deportazione. Spesso vengono richieste dai famigliari delle vittime che vogliono ricordare genitori o nonni, deportati nei campi di concentramento e uccisi dai nazifascisti.

Libri sulle pietre d’inciampo

Per approfondire il progetto artistico delle pietre d’inciampo dell’artista tedesco Gunter Demnig ti suggerisco i seguenti libri, ordinati per popolarità. Se conosci altri titoli segnalameli nei commenti così posso aggiornare questo elenco per i prossimi lettori.

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Le pietre d’inciampo a Torino

A Torino ci sono moltissime installazioni di pietre d’inciampo, quasi in ogni quartiere cittadino. Fa davvero impressione pensare che in quasi ogni via in cui ho vissuto o lavorato ci fu almeno una persona deportata. In questo caso il loro scopo è pienamente raggiunto. Appena ti soffermi a guardare una Stolpersteine ti viene da chiederti quante altre targhe ci siano, quante altre persone vittime nella follia nazifascista.

A Torino e in Piemonte le vittime ricordate sono ebrei, oppositori politici, partecipanti alla Resistenza. Il Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino ricorda le vittime nella sua sezione sulle pietre d’inciampo. Da lì puoi leggere la storia di ogni persona a cui è dedicata una targa e vedere dove sono posate le pietre.

Alcune persone furono perseguitate perché ebree, altre perché appartenenti alla Resistenza. C’è anche la storia di un torinese cattolico e iscritto al partito fascista, prima discriminato e poi deportato perché di origini ebraiche. Ci sono bambini e anziani che non superarono le selezioni all’arrivo nei campi di concentramento. Ci sono persone che sopravvissero sole, dopo aver perso tutta la loro famiglia.

La lista è lunga, ma ti consiglio di leggere tutte le storie delle vittime, scoprirne i nomi e dove abitavano per cogliere davvero il senso del monumento delle pietre d’inciampo. Le loro vite ti colpiscono perché erano persone comuni. In quel periodo storico la vittima avresti potuto essere tu o un tuo vicino di casa.

Video sulla posa a Torino

In questo video puoi vedere la posa di alcune pietre d’inciampo a Torino, con qualche momento di commozione da parte dei parenti delle vittime deportate.

Le pietre d’inciampo in Europa

La maggior parte delle pietre d’inciampo si trovano in Germania dove è nato questo progetto. L’artista Gunter Demnig è infatti tedesco. Le sue Stolpersteine sono accettate e poste praticamente ovunque tranne a Monaco di Baviera, dove il consiglio comunale ha vietato la loro posa sul suolo pubblico. Gli altri Paesi europei con più pietre d’inciampo sono Paesi Bassi, Austria, Repubblica Ceca, Italia che ogni anno ne aggiungono almeno mille nuove.

Le reazioni alle pietre d’inciampo

Oggi le pietre d’inciampo sono ben accette praticamente ovunque, a parte a Monaco di Baviera. Tuttavia durante le prime installazioni delle Stolpersteine in Germania si aprirono diversi dibattiti in merito. Il problema principale era il luogo scelto per l’installazione, davanti al portone di ingresso, che obbligava proprietari e inquilini a ricordare ogni giorno le atrocità naziste. Per questo motivo a Colonia una pietra d’inciampo fu posata lontana dal portone d’ingresso, sul bordo del marciapiede.

Anche nella città tedesca Krefeld invece le pietre d’inciampo non vennero immediatamente apprezzate. Per la popolazione, leggere per terra date e nomi rimandava al periodo in cui i nazisti usavano le lapidi delle tombe ebree come pavimentazione dei marciapiedi. In base a queste osservazioni, in Germania il luogo in cui installare una pietra d’inciampo deve venire approvato sia dal proprietario della casa che dagli eventuali parenti delle vittime da ricordare.

Invece in Italia ci sono stati casi di vandalismo, con la rimozione di alcune pietre d’inciampo a Roma e in altre città. In base alle informazioni reperite online le targhe rimosse sono state sempre sostituite e questi atti non hanno fermato la diffusione di questo monumento.

Scrivimi nei commenti se conoscevi le pietre d’inciampo e il loro scopo, e se sono presenti anche nella tua città. Trovare queste targhe nei luoghi in cui vivo e lavoro è un monito quotidiano a fare la mia parte perché razzismo e fascismo non possano più attecchire.

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3 commenti

marina lo blundo 19/04/2021 - 13:38

Grazie per questo articolo, molto ben documentato. Io ho scoperto le pietre d’inciampo a Roma, nel Ghetto Ebraico, dopodiché ho “fatto l’occhio” e le ho ritrovate anche a Firenze. Progetto bello e importante, restituisce memoria e identità alle vittime, che non sono più solo numeri, ma nomi e indirizzi.

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Paola 20/04/2021 - 08:33

Per me è sempre molto intenso scoprire le vite delle persone indicate sulle targhe. Alcuni lottavano per la libertà e i diritti, altri erano perfetti cittadini modello, colpevoli solo di avere un nonno della religione “sbagliata”. Ci fa capire che nessuno è al sicuro e che dobbiamo rimanere sempre ben attenti perché situazioni del genere nascono dai piccoli soprusi che accettiamo poco per volta. Il ghetto ebraico di Roma ancora mi manca e voglio assolutamente vederlo la prossima volta che passerò dalla capitale, ho scoperto che fanno molte visite guidate specifiche del quartiere grazie alle Travel Blogger Italiane

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claudia 02/04/2021 - 20:26

Trovo questo progetto artistico e storico uno dei più interessanti degli ultimi anni. A Roma è arrivato nel 2010, le prime sono state messe nell’area dell’antico ghetto, ma ce ne sono tante sparse in tutta la città

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